ph Valerio Muscella Matter

The Matter

The Matter è una collaborazione tra le artiste Sue Kim e Gabriela Du Bois. Le due artiste utilizzano la metafora del “riso” come elemento artistico per trasmettere una filosofia dialettica attraverso un’interpretazione artistica.

Il riso, simbolo di concetti universali come il cibo, l’energia, il commercio mondiale e l’economia, simboleggia la radice di tutta la civiltà umana; allo stesso tempo, un chicco di riso è un’esistenza insignificante nell’universo, ed è proprio questo insignificante chicco di riso, uno dopo l’altro, la fonte di tutta la civiltà umana. Gli elementi microscopici che compongono il mondo in cui viviamo, l’individuo che fa il tutto, il tutto che unisce l’individuo.

D’altra parte, il design delle lastre di metallo nell’opera d’arte aggiunge strati alla presentazione dell’opera. “La purezza del ‘riso’ come simbolo dell’elemento naturale contrasta fortemente con l’aspetto industriale delle lastre di metallo.

Allo stesso tempo, nella società contemporanea, la produzione di “riso” e di “metallo freddo” si rafforzano a vicenda. La danza dell’artista invita alla contemplazione: qual è il rapporto tra protezione dell’ambiente e sviluppo industriale in una società moderna in cui la produzione di “riso” è inseparabile dal funzionamento delle macchine? Le due cose sono contrapposte o unite? Come sarà disegnata la mappa stellare del destino umano? L’artista incorpora le risposte a queste domande nella sua danza e nella sua voce creativa, ma naturalmente “ci sono mille Amleto in mille persone”. Con la collisione tra riso, metallo e corpo, guardiamo al rapporto tra uomo e natura, natura e società da una nuova prospettiva.

La legge del mondo è l’obbedienza alla natura

Usando i loro corpi come pennelli, il riso come vernice e le lastre di metallo come tela, le due artiste strofinano il riso con le mani e con i piedi per creare disegni unici e rituali. A volte l’artista diventa la terra, una parte della flora naturale, mentre un altro artista usa il riso come mezzo per trasmettere un messaggio, “irrigandola” e “nutrendola” con esso. I chicchi di riso cadono dall’aria sul corpo e scivolano a terra con il calore residuo del corpo, proprio come le foglie tornano alle loro radici, il ciclo della vita. A volte, l’artista assume le sembianze di un bracciante verde impegnato in un campo agricolo, “rivolto verso la terra e verso il cielo”, mimando il duro lavoro di semina o mantenendo un gesto di riverenza mentre raccoglie il cibo. Questo mi ricorda l’opera dell’artista Wolfgang Laib The Rice Meals for Another Body, 2015. Sempre utilizzando il riso come materiale, le due opere hanno una somiglianza in quanto l’artista usa il materiale per suggerire che l’immaterialità sembra essere un sottile filo di connessione e può coinvolgere lo spettatore nella piacevole universalità di una realtà organica che è sia spirituale che fisica.

Il riso ha un’identità, il riso è un alimento essenziale sulla tavola in Cina, Corea, Giappone, Malesia e altri Paesi asiatici ma anche in Italia è un elemento importante: “La gente considera il cibo importante come il cielo”. Il cibo è fondamentale per il sostentamento delle persone. Le radici del riso sono profondamente radicate nella terra su cui tutti noi viviamo, e il riso nasce senza parole, una pianta di riso alta e indipendente nel cielo e nella terra. Al contrario, nel profondo della terra le radici del riso sono intrecciate, così come i Paesi sono indipendenti l’uno dall’altro, ma allo stesso tempo intrecciati e compenetrati. L’artista utilizza il riso come espressione della ricerca della propria “originalità” e “provenienza”. Mentre il mondo gira in continuazione, l’umanità si perderà nel fascino del mondo? Gli artisti ci danno le risposte con una combinazione di vista e suono. A occhi chiusi, il picchiettio del riso e del metallo suona come il codice Morse della natura, trasmettendo messaggi in codice sul futuro destino metaforico dell’umanità. L’opera porta allo spettatore la bellezza delle forme contraddittorie, la bellezza del movimento e la bellezza della natura nella sua originalità e semplicità. L’artista solleva domande con il riso e infine risponde con il riso, come due gemelli in un’immagine speculare, apparentemente contraddittori, ma in realtà opposti e uniti, opposti e complementari, e dopo aver raggiunto un certo punto entrambe le parti si trasformeranno in direzioni opposte, presentando la bellezza della dipendenza e dell’armonia di forme contraddittorie. Ricordo l’opera di earth art Wheatfield, a Confrontation di Agnes Denes, che tenta di utilizzare il campo di grano, fuori luogo tra i grattacieli, per riportare l’attenzione dell’opinione pubblica su valori sempre più trascurati in una società globalizzata, come la condivisione del cibo e dell’energia, la tutela del territorio e dell’ambiente, la crescita sociale ed economica, nel rispetto della qualità della vita degli individui e delle comunità. Oggi i due artisti affrontano a modo loro la via naturale dello spazio, passando dalla quiete al movimento e dal movimento alla quiete, in un flusso senza fine, che è la forma di base del funzionamento della “DA DAO” nel pensiero taoista, e la forma di tutte le cose. L’obiettivo dell’artista nell’ingrandire i sensi più piccoli è quello di eliminare l’interferenza degli oggetti esterni e di permettere a ogni cosa di svilupparsi naturalmente in modo autonomo.

Alla fine, la lastra di metallo ai piedi dell’artista era come uno specchio che brillava nel mio cuore e mi dava un ulteriore strato di riflessione. Mentre guardiamo la terra, essa ci guarda anche come esseri umani? In termini di origini culturali, il moderno modello di produzione economica industriale, nato in Europa, si basa sulla dicotomia tra uomo e natura, con al centro l’enfasi sulla razionalità intellettuale e sulla soggettività umana. L’uomo è sempre stato il “superiore”, la postura superiore, e sia lo purposivismo naturale di Aristotele che quello teologico cristiano hanno assunto una posizione antropocentrica. Immanuel Kant proponeva che “l’uomo legifera per la natura” e Hegel vedeva nella natura l’esternazione dello spirito assoluto dell’uomo. Tuttavia, la crisi ecologica provocata dal modello moderno di sviluppo industriale e commerciale, caratterizzato dal materialismo e dal consumismo, basato su questa filosofia moderna e dominante, sta oggi diventando una nube oscura sugli occhi dell’uomo moderno, un tempo estasiato. Si è ritorta contro l’umanità. Sono sollevato dal fatto che le idee semplici e primitive non siano state dimenticate e che i due artisti mi facciano sentire che le persone sono ispirate ad apprezzare nuovamente il mondo naturale e ad affrontarlo di nuovo con umiltà.

“Quando siamo molto umiliati, è allora che siamo più vicini alla grandezza”.