Sue Kennington – Il sibilo dell’astrazione

Secondo appuntamento con “La pittura contemporanea in Italia”, la rubrica sulla pittura italiana, curata da Laura Catini.
Il percorso prosegue con la Toscana e Sue Kennington.

Una suasiva melodia invade l’isola attigua a Scilla e Cariddi.
Fascinose cantatrici marine trattengono colui che le osserva in un Olimpo che rompe il viaggio terreno per inoltrarsi nelle congetture di una realtà sognante.
Come il sibilo delle sirene seduce le membra, così quel sincero fanciullesco distendersi delle campiture di colore attrae i nostri sensi più primigeni a percepire una determinata consonanza soave con la psiche più intima e stratificata, invitandoci ad interrogare lo sguardo nella decodificazione emotiva e immaginifica.

La messa a fuoco astratta richiama, dunque, inevitabilmente una syn-patheia corale nell’assimilazione di quanto l’artista, in un gesto tanto spontaneo quanto rigidamente maturo nella sua espressività, ha figurato sul supporto impiegato e si profila come diretta registrazione dei movimenti dell’artista nello spazio. Il colorismo vede delle tonalità dirompenti e calde alternarsi a toni caliginosi e arcani, sintomatici dello smarrimento volontario nella segretezza della natura, dogma imprescindibile della sua analisi pittorica.
L’enigma si risolve proprio nell’azione pittorica e nel dispiegamento della sua stessa trama.

Dall’espressionismo di fine anni Novanta, in cui l’artista tange una visione tra lo spettro delle emozioni e il dinamismo del colore, come in Chain Reaction (1997), l’artista giunge a una concretezza della forma, sperimentata nel corso della sua evoluzione pittorica fino agli ultimi risultati astratti, come Flammable System (2023), limpida lente fortemente ravvicinata di un’immagine reale che, nella sua attuale liricità, condensa tutto il narrato e rende l’osservatore immediatamente compartecipe della narrazione. Figurazione che permea fortemente, di contro, i primissimi anni della produzione artistica con lavori come Time Planner (2003).

I luoghi dell’anima sono soggetti di capitale rilievo non per la loro diretta rappresentazione del vero ma per la registrazione emotiva che l’artista trattiene per poi librarla sulla tela e sulla tavola all’interno del suo studio. Esempio repentino è il gruppo di lavori della serie Silva (green) (2022), in cui viene trattenuto il piglio impervio e primitivo della florida natura che connota il bosco, ove è immerso il suo studio toscano.

Si entra, così, nella consistenza di opere come Sprinkle (2024), nelle cui viscere, l’anima è dirottata verso la cupa scurità di un’interiorità che si riconosce simultanea all’intera indole del creato.
Le tracce di un’intimità nascosta si rivelano a poco a poco, in quei dettagli così ampiamente scelti e trasfigurati dalla realtà – attraverso un processo psico-mentale – in opera.

La perdita dello spazio e del tempo, tra i margini dei lavori, può essere recuperata solo tramite la traccia biografica dell’artista, e quindi attraverso i luoghi frequentati e l’evoluzione pittorica stessa, nel suo denso spessore della trascrizione quotidiana nell’“incastrare” quel verde boschivo che tempra olimpicamente l’animo in uno spazio infinito.



IN DIALOGO CON L’ARTISTA

L.C. Astrazione e figurazione si alternano, senza soluzione di continuità, nel tuo operato…
S.K. Non credo che questi due linguaggi siano contrapposti.
Tutta la pittura è un’astrazione di qualche tipo, e la figurazione è in tutta la pittura, anche se solo nel formato del supporto c’è sempre la possibilità di metafora e associazione.
Non posso definire il mio lavoro né con l’uno né con l’altro: è, come in tutta la pittura, coesistono entrambe.


L.C. Il colore riveste un determinato spessore nella tua pittura… 
S.K. Il colore per me è il mio linguaggio.
Se il colore non è presente, come in Track, un pezzo che ho realizzato nel 1997, e monocromatico, il linguaggio fallisce. C’è ancora qualche traccia, motivo per cui la serie è stata chiamata così, ma l’effetto non c’è.


Ho dato vita, inoltre, a una serie che ha tolto anche la “mano”, così come il colore: per il lavoro ho impiegato lastre di vetro con una fotocopiatrice e vernice bianca che cadeva sulle lastre per gravità. Il suo titolo è AfterLife.


L.C. Non individuo una particolare attenzione verso l’impiego del supporto pittorico all’interno dei tuoi lavori…
S.K. Ho pochissimo rapporto con il materiale del supporto pittorico. Ho provato molte cose nel corso degli anni, ma alla fine il supporto per me è come una pagina bianca. La carta può essere di buona qualità o molto scadente, ma è quello che c’è scritto sopra che conta.
Il formato e la scala sono, invece, molto importanti, in quanto sono parte integrante del pezzo.

L.C. Se dovessimo parlare del valore del passaggio e del ritorno a una traccia figurativa, durante la tua ricerca pittorica, potremo basarci su un accadimento spontaneo?  
S.K. Sì, in genere è così. A volte, inizio un pezzo con un motivo vago in mente, ma non dura mai. La pittura, per perdurare, deve assumere una vita propria, e questo implica la libertà della mente.
Se inizio a riportare l’immagine laddove era iniziata, inizia a morire.
Trovo che, quando il dipinto è finito, appaiono libere associazioni con le forme, ma sono suggestive: non le avevo prefigurate durante il processo.
In un mondo dominato dai sistemi, dai numeri, dal controllo e dalle idee, la pittura deve liberarsi di tutto questo, prima di poter funzionare. 



BIOGRAFIA DELL’ARTISTA

Sue Kennington nasce a Londra, nel 1955.
Nel 1982, consegue la Laurea in discipline umanistiche (Hons: titolo accademico di ricerca), presso Middlesex University, a Londra; e nel 1994 ottiene la Laurea triennale (BA), con lode, alle Belle Arti, presso il Chelsea College of Art, a Londra.
Nel 2002 termina il Master of Fine Arts, presso Goldsmiths College, a Londra.

Tra le mostre personali, si ricordano: Sue Kennington (1997), presso Lanchester Gallery, a Coventry, in Inghilterra; Sue Kennington (1997), presso la Morley Gallery, a Londra; Dipinti Recenti (1998), presso SpazioArte, a Perugia; Sue Kennington (2014), presso i Magazzini dell’Arte Contemporanea, a Trapani, in Sicilia; Third Hand (2018), presso la C2 Contemporanea, a Firenze; Clearing (2023), presso Curva Pura, a Roma.
Mentre, tra le collettive: Spirit of Place (1994), presso la Piece Hall Gallery, a Halifax, in Inghilterra; Pacesetters (1995), presso il Peterborough Museum and Art Gallery, in Inghilterra; New Contemporaries (1996), presso il Tate Liverpool & Camden Arts Centre, a Londra; Art Futures (1997), presso la Royal Festival Hall, a Londra; Passionate Lives (1999), presso la Woodlands Gallery, Londra; Premio Celeste Finalists Show (2006), presso il Museo Marino Marini, a Firenze; Exeter Contemporary Open (2007), presso Exeter Phoenix, a Exeter in Inghilterra; Pure Painting (2008), presso il Ferreira Projects, a Londra; Three Painters (2010), presso la Belgrave Gallery, a St Ives, Cornwall, in Inghilterra; Nutrimenti – Biennale Trapani (2013), presso Palazzo Cavarretta, a Trapani, in Sicilia; This Year’s Model (2013), presso lo Studio 1.1, a Londra; BEEP Welsh Painting Prize (2012), presso la Volcano Gallery, a Swansea, in Inghilterra; Oh Nirica (2011), presso il Palazzo Rucellai, a Firenze; Unearthed (2011), presso la Warton House, a Londra E15; nel 2014, partecipa a: @ Paint Britain, presso il Ipswich Museum Galleries, in Inghilterra; Contemporary British Painting, presso la Huddersfield Art Gallery, in Inghilterra; Colour and Otherness, presso la Grace Teshima, a Parigi; This Year’s Model, presso lo Studio 1.1, a Londra; nel 2015, espone le sue opere a: Borderlands, presso Albus 3 Arts, a Northampton, in Inghilterra; This Year’s Model, presso lo Studio 1.1, a Londra; Contemporary British Abstraction, presso la SE9 Container Gallery, a Londra; Eye and Mind, presso il Mercus Barn, a Midi-Pyrenees, in Francia; Zappatore, presso Hickster Projects, a San Giovanni d’Asso, in provincia di Siena; nel 2016, prende parte a: Imperfect Reverse, Camberwell Project Space, presso l’University of the Arts, a Londra e presso l’Anglia Ruskin University, a Cambridge; Scivolare Lentamente, presso Yellow – Luoghi del Contemporaneo – Ministero, a Varese; Inherent Vice, presso il Hickster Projects, a San Giovanni d’Asso, in provincia di Siena; Have You Been Here, presso Egg Visual Art, a Livorno; This Year’s Model, presso lo Studio 1.1, a Londra; nel 2017, le sue opere sono esposte a : Colour, Order, System,  presso la Sid Motion Gallery, a Londra; Glimpse, presso la Golborne Gallery, a Londra; Foyer, a cura di Serena Vestrucci e di Francesco Maluta, presso gli Studi Festival #3, a Milano; nel 2018, partecipa a: Premio Lissone 2018, presso il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, in provincia di Monza e della Brianza; A Road Less Travelled, presso la Crypt Gallery, a Londra; nel 2019, prende parte a: Una Questione di Sguardi, presso la Casa Sponge, a Pergola, nella provincia di Pesaro e Urbino e Intimita Instabili, presso la Galleria d’Arte Cartavetra, a Firenze; FLASH (2020), presso il Centro d’Arte – Metodo Milano, a Milano; Leap of Faith (2021), presso il Rise Art, a Londra; nel 2022, partecipa a: Colour Flex, presso la Terrace Gallery, a Londra; Salon in Sabina, a Torri in Sabina, nella provincia di Rieti; Spazio, Forma, Ritmo, presso il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, ad Anticoli Corrado, nella provincia di Roma; Empty Walls, Full Space, presso lo Studio 2 Project, a Modica, in Sicilia; Jester/Gesture (2023), presso il Hickster Projects, a Roma; Small is Beautiful (2024), presso la Flowers Gallery, a Londra.

Ha preso parte a diverse residenze: nel 2006, presso Acava – Milchof Residency Award, a Berlino, in Germania; nel 2012, presso Vermont Studio Center, Vermont, USA; nel 2015 presso l’American Academy, in qualità di Artista in residenza, a Roma.

Le sue opere sono esposte in collezioni pubbliche presso: l’University of the Arts, a Londra; la Coventry University, in Inghilterra; The University Liverpool, in Inghilterra; Paintings in Hospitals, in Inghilterra.

Nell’ambito dell’insegnamento, tiene il Colour Workshop (1998 – 2007), presso il Centro Arte Dedalo, a Pescara; è docente di Pittura (2012 – 2013), presso il Siena Art Institute, a Siena; ed è artista ospite (2021), presso la Plymouth Art School, in Inghilterra.

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