ARCO Lisboa
Ritratto dell'artista Maura Prosperi, 2025

Maura Prosperi. Un diafano sospingere

Per la fine del mese di marzo e l’inizio del mese di Aprile ci spostiamo verso la Regione “forte e gentile”, come la definì Primo Levi, e che ha dato i natali a diversi illustri della storia come Gabriele D’Annunzio, Ignazio Silone, Ennio Flaiano, John Fante, Publio Ovidio Nasone, Michele Cascella, Francesco Paolo Michetti e Benedetto Croce.
L’antica Ostia Aterni, oggi Pescara, è la città d’origine dell’artista Maura Prosperi che, attualmente, vive a Montesilvano e ha lo studio a Spoltore.

La Notte spinge il fratello Erebo che scivola, repentinamente, nei suoi meandri abissali.
Il dio, vagheggiando e cadendo in sogno, in una visione onirica, sprofonda fino al cielo più alto, in cui ad accoglierlo è la luce pura delle sue figlie Emera ed Etere che lo conducono verso la dimensione del “Sottosopra”. Tra le alture dell’inconscio, si muovono figure umanoidi ibride, i cui corpi si manifestano come formalmente distorti e scavati nell’epidermide, e temporaneamente fermati, seppur in movimento, in una posa che, in modo illusorio, si pone come frame di un’azione che coinvolge i due momenti ai vertici del ciclo vitale, la morte e la rigenerazione.
Etere segue il padre nel viaggio, nel sovvertimento del flusso dello sguardo, e indica, sorridente, la luce che si agita all’interno delle membra dei corpi “sospinti” che è immagine viva dell’energia vitale e tende l’entità singolare verso la pluralità, intercettando le vicissitudini primarie dell’essere.
Emera ed Etere, nel visibilio straniante, riconoscono tali esseri procedere in superfici di vetro sintetico e terso, contenenti il fluire aritmico e difforme della sostanza linfatica liquida che stempera, in nuance surreali, la concentrazione del pigmento acrilico, rimembrando trasmutazioni geologiche, astronomiche ed organiche.

Erebo, attonito per l’ardore con cui le figlie dipingono la realtà, spegne cotal fiamma, mormorando discorsi che riflettono la scarsa individualità delle fattezze dei singoli soggetti: «Non hanno connotati questi semidei, queste ombre ialine danzanti».
Le figlie, seguentemente, all’eloquio del padre, non ebbero esitazione nel riconoscere fascino in quelle turbolenti descrizioni, celanti l’interezza di un’umanità che tutta stringe i quesiti ontologici di un uomo che tenta un distaccamento necessario dal quotidiano.

Le parole rimemorano al dio gli attimi vissuti con la sorella che, inevitabilmente, nel ritmo circadiano, sfioriva per ceder bellezza al Giorno. Ricordo supremo, fra tutti, fu la nascita di Emera ed Etere, loro opposti, eppur così profondamente essenziali e irrinunciabili per lo stesso fiato vitale. Ed allora Erebo si sospinge verso la Signora della luce scura, alla quale è intitolato il Nix Mons su Venere, per sollecitarla al percorso della purezza luminosa delle figlie tra i moti ondosi e iridescenti dell’Etere, in cui paesaggi di diverse dimensioni si sposano con abitanti intenti in ilari movenze e in un lieto progredire aldilà delle bassezze terrene. Così, la madre stringe Erebo, in una morsa serena che vede le figlie congiunte in un nucleo genealogico eracliteo inderogabile per la stessa psiche umana.


IN DIALOGO CON L’ARTISTA (giovedì 3 aprile 2025, ore 15:00)

L. C. Gli individui – che figurano nelle tue opere – conservano le sembianze minime appartenenti al genere umano…
M. P. Ciò che più mi interessa restituire, all’interno di un dipinto, è la sensazione straniante di una visione al limite del percettibile. Ogni soggetto varca appena la soglia della riconoscibilità. Si tratta di ibridi privi di identità e connotati distinguibili. Sono forme portate allo stremo, distorte e dilatate fin tanto da essere solo cenni di una visione. Abitanti di un mondo “altro” e metafore dell’essere umano, si affacciano, manifestandosi nella nostra dimensione. Impegnati in tensioni e danze fluenti, questi soggetti sono immagini uniche e distorte che racchiudono sequenze plurime di movimenti, come se fossero il risultato della sovrapposizione di più diapositive. La forma ibrida rimanda all’impossibilità di una definizione statica e univoca della condizione presente che, assieme alla trasparenza della superficie dipinta, permette una fusione con lo spazio circostante. Una s-figurazione ri-velatrice dei moti interiori degli abitanti terreni contemporanei.

L. C. La ricerca ha principio tra la realtà, i suoi fenomeni scientifici e il surreale…
M. P. Un gioco paradossale, in cui nulla è certo e tutto è possibile. L’ambiguità di forme e colori saturi rende quasi impossibile stabilire se ci sia o meno un riferimento concreto alla realtà, se pure questa si manifesta in forme o riflessi appena distinguibili. Le s-figurazioni delle pitture sono il risultato di influssi di mondi onirici, ricordi passati, sensazioni presenti e visioni che attingono al futuro. Il mondo raffigurato è l’insieme di tutti questi elementi, un ribaltamento della realtà e dunque anche dei fenomeni scientifici. Si assiste alla rivelazione di una dimensione che origina dallo spazio mentale, in risposta alla necessità di trovare un punto di fuga dal quotidiano.

L. C. Il valore dell’”attraversamento” nelle tue opere…
M.P. La superficie, rappresentando un “oltre”, mostra ciò che accade al di là della dimensione reale. Si tratta di intravisioni, portali che lasciano affiorare gli indizi di ciò che accade nel mondo inverso. I paesaggi, le storie e gli abitanti del sottosopra si manifestano nel circostante sottoforma di scenario utopico e mutevole. Come se fossero appunti di un diario di viaggio, aleggiano e si espandono in sature composizioni acriliche, scomposte e sfibrate. Energetiche possibili vedute, metafore del tempo liquido che pervade l’epoca dell’oggi. Sono intravisioni dell’ansia di arrivare, del farlo in tempo e bene, nonostante non si sappia il dove. Come l’impossibilità di arrestare la corsa di Alice, le rappresentazioni sono i gesti e le movenze di chi agita le braccia nel tentativo di restare a galla, sulla superficie delle cose. Ogni elemento genera un immaginario instabile, sottoposto ad una metamorfosi costante, necessaria all’adattamento nei confronti di un reale mutevole.

L.C. Il colore fluisce sul supporto impiegato e, unitamente, sembra essere trasportato in una sagoma o composizione in regola…
M. P. Il colore forma agglomerati materici che, allo stesso tempo, compongono e disfano la forma rappresentata, rendendo il percorso visivo dinamico e vibrante. È un processo simile al moto ondoso marino, un fluire che avanza e si ritrae. Non c’è elemento che non sia in divenire. La conservazione è presente in piccole parti ma anch’esse sono poste in condizione di precarietà. L’acrilico e i pigmenti impiegati creano composizioni vorticose che virano dai toni pastello ad accese fluorescenze. Sono impressioni paesaggistiche del mondo “altro”, commistioni di passato e presente, immagini oniriche e visionarie. In alcuni lavori si possono distinguere dei segni ben accentuati, facenti parte di un alfabeto istintivo, la “finta scrittura” del sottosopra. Si tratta idealmente di un lascito, una traccia finalizzata a una comunicazione universale, come a testimoniare ed evidenziare un passaggio in un certo luogo, collocato in un certo tempo.


BIOGRAFIA DELL’ARTISTA

Maura Prosperi nasce a Pescara nel 1996.
Nel 2021 consegue la Laurea in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma.
Nel 2020 partecipa a IMAF 2020 – Fondazione Internazionale di Musica e Arte, presso la SULUV Gallery, a Novi Sad, in Serbia. Nel 2021 espone alla Biennale Sino – Italiana Arte Giovane “La terra quieta” (online) e prende parte a IMAF 2021, presso SULUV Gallery, a Odžaci e a Novi Sad, in Serbia. Nel 2022 è tra i finalisti di Exibart Prize 2022/2023, rappresentando lo stand alla Fiera di Roma – Arte in Nuvola. Nello stesso anno partecipa alle esposizioni SENZATITOLO, curata da Dispositivi Comunicanti e con la direzione artistica di Zaelia Bishop, presso Cosmo, Morfogenesi, curata da Cristallo Odescalchi, presso Struttura, all’interno di Palazzo Odescalchi, a Roma e la collettiva Arte Giovane, Italia | Lazio, curata da Ivan D’Alberto, presso YAG/garage, a Pescara. Nel mese di ottobre partecipa a RAW Take Off studio visit, presso Fondamenta Gallery, a Roma. Nello stesso anno partecipa ad Arte in Nuvola Expo, con un’installazione per lo stand Exibart (Editoria), a Roma. Nel 2023 espone Essenziale X Paratissima, curata da Francesca Canfora, per START, a Saluzzo in provincia di Cuneo in Piemonte e LIMEN curata da Beatrice Ciotoli, Roberta Cristofari, Irene Iodice, Eleonora Turli, presso ExGarage, a Roma. È vincitrice al terzo posto del Contemporanea Prize23, curato da Arianna Sera di Spazio Hangar e dall’artista Emanuele Moretti e i suoi lavori vengono esposti insieme a quelli degli altri finalisti nella mostra, presso il Palazzo Ducale di Tagliacozzo (AQ). Dal 21 dicembre 2023 al 31 gennaio 2024, partecipa, all’evento Swinging Together AT Christmas party, curato da Beatrice Ciotoli e da Irene Iodice, presso Europa Experience – David Sassoli, sede del Parlamento europeo, a Roma. Nel 2024 inaugura la personale Le Stanze della Mente, curata da Danio Ruffini, presso 16 Civico, a Pescara. Partecipa con le sue opere all’esposizione Animamundi, curata da Laura Catini, presso Spazio Hangar, a Roma. Prende parte alla collettiva Abruzzo Contemporaneo. Focus sull’arte emergente, in occasione di Contemporanea 24, Aspetti dell’Arte Presente, curata da Cesare Biasini Selvaggi, presso Palazzo Ducale Orsini-Colonna, a Tagliacozzo (AQ).

Nel 2025 ha dato luogo alla Project room all’interno di Spazio Iris, studio d’arte dell’artista, a Spoltore (PE). La sua sala principale è predisposta a sala espositiva, entro cui prende forma il progetto “Naturale”, un progetto di sei mostre, per cui artisti e curatori sono invitati a presentare lavori che partano dall’analisi dell’aggettivo, al fine di creare un nuovo dizionario del termine. 
Attualmente, vive a Montesilvano e lavora a Spoltore (PE).

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