Salvatore Settis, Incursioni. Arte contemporanea e tradizione (Feltrinelli, Milano)

Saper di non sapere. Sulle ultime Incursioni di Salvatore Settis

Incursioni. Arte contemporanea e tradizione è l’ultimo libro di Salvatore Settis pubblicato per Feltrinelli, Milano a novembre 2020.

L’arte serve a conservare lo status quo. Essa è sempre stata un avvertimento alle generazioni di domani: un tentativo di prolungare il presente a detrimento del futuro. Lo scriveva Fred Licht, in un incredibile saggio, dedicato a Goya, sull’origine del “temperamento moderno” nell’arte.

È forse questa la ragione per cui tanti artisti contemporanei si pongono in netta contrapposizione con l’antico: solo una drastica rottura col passato renderebbe possibile ricominciare daccapo. E tuttavia, tenendosi saggiamente alla larga dalla disputa tra antichi e moderni, Salvatore Settis è persuaso che il filo della tradizione sia intatto.

Il suo ultimo libro Incursioni. Arte contemporanea e tradizione (Feltrinelli, Milano, novembre 2020, euro 30), è un conseguente, persuasivo itinerario nel labirinto di specchi della contemporaneità: non tanto, e non solo, per ritrovare nel presente tracce del passato. Ciò che, del rapporto tra antico e contemporaneo, lo interessa, è la “perpetua tensione, che continuamente si riarticola nel fluire dei linguaggi critici e del gusto, nei meccanismi di mercato, nel funzionamento delle istituzioni. Talora anche in dura polemica con l’arte del passato, ma senza poterla ignorare”.

Fondamentale, in questo senso, l’idea mutuata da Schlosser che l’artista tragga dal tesoro del suo repertorio, per dirla con una metafora evangelica, “cose nuove e cose antiche”; ma ancora più importante è la lezione di Mnemosyne, l’atlante della tradizione visuale europea cui Aby Warburg si dedicò, senza riuscire a completarlo, tra il 1928 e il 1929, comprendendovi una rete di immagini, non necessariamente artistiche, classificate in sezioni relative alle strutture formali e alle componenti espressive. È muovendo da repertori, anche mentali, come questo che egli indaga – faccio solo qualche esempio – il significato di una foto di Duchamp, dei legni “barocchi” di Penone, dei video di Bill Viola e dei murales di Kentridge, o ritrova nel disegno e nell’incisione che Guttuso dedicò all’amico Neruda il “braccio della morte” di David: braccio che era già stato dell’ignoto autore del Sarcofago di Meleagro, della Pala Baglioni di Raffaello e della Deposizione di Caravaggio. E che sarà, volendo aggiungere alle tavole waburghiane del libro un’ulteriore illustrazione, dell’Edward Munch de Il giorno dopo.

Il punto di forza delle Incursioni di Settis, come lo stesso titolo dichiara espressamente, non è del resto l’organicità, ma l’infinita apertura; la disponibilità a registrare “onde memniche” e a esplorare connessioni desuete senza rinunciare a quella che, per l’autore, è la condizione essenziale del conoscere: saper di non sapere.

https://www.lafeltrinelli.it/libri/salvatore-settis/incursioni/9788807492884