Innamorato del suo Paese il Paraguay, è inconsapevole erede del messaggio che caratterizzò il termine artista, magister artium che comprendeva al suo interno tante discipline e competenze diverse come arte, scienza, musica, letteratura, poesia, architettura, ingegneria…
Il concetto sembrava eclissato per l’avanzare delle specializzazioni che presero campo ai primi del secolo scorso, con la scissione a livello didattico delle diverse discipline.
Il continuo moltiplicarsi dello scibile dal Seicento in poi sfociò infatti nell’oggettiva incapacità di contenere tutti i saperi in un’unica mente, cosa che allora invece fu possibile per una mente eccelsa come come quella di Leonardo.*
La parcellizzazione però non sostituì il concetto dell’aspirazione ad una una visione a 360 gradi.
Lasciamo allora la parola a Roque Ardissone, nostro nuovo compagno di viaggio che si unisce così tra gli altri, a Valentino Mercati, fondatore di Aboca, due lauree ad honorem nel campo della ricerca riguardante le erbe, ad Andrea Margaritelli polimprenditore e ingegnere come Fausto Melotti che spaziava indifferentemente tra scultura, pittura e musica, Giorgio Faletti che dalla primigenia laurea in legge, si dedicò al teatro, alla musica, alla regia, alla letteratura, e inoltre si scoprì attore straordinario ma anche originalissimo pittoscultore cosi come Maria Pierantoni Giua sua degna erede artistica.
In linea con questa filosofia di vita, chiediamogli di condividere con Segno alcuni suoi segreti.
Segno – Come riesci a far convivere tutti questi aspetti? Vere proprie passioni si, ma tutte così impegnative.
Roque Ardissone – È qualcosa che e’ successo naturalmente negli anni, perché mi è sempre piaciuta l’arte nelle sue diverse espressioni e l’ho unita al lavoro che è parte essenziale della mia vita. Infatti avrei voluto studiare architettura ma il destino ha cambiato il mio percorso e sono diventato ingegnere. Appena laureato sono entrato in Tecnoedil S.A. che era già una bella azienda, di cui ora sono responsabile. L’impresa ha compiuto 50 anni ed è cresciuta in maniera esponenziale ed è stata parte attiva nella realizzazione delle infrastrutture necessarie al mio Paese. Tanto che oggi sono mille le famiglie che ci lavorano, cosa che ovviamente ci riempie di orgoglio.
S. – Allora il tuo amore per l’arte nasce insieme alla tua passione per le costruzioni?
R.A. – Penso proprio di si. Gaudì, Calatrava o Zaha Hadid, tra i primi che mi vengono in mente, sono esempi tangibili del dialogo fitto tra arte e architettura che ho sempre molto amato. Il discorso non è certo nuovo basti pensare ai giganti che costellano la storia dell’arte.
S. – La tua infanzia ti ha improntato in qualche modo?
R.A. – Da bambino ammiravo mio padre per il suo talento e per le sue mani d’oro. Era sempre in qualche modo presente pronto ad aiutarci, dando un tocco artistico alla copertina dei nostri quaderni o riparando dei giochi o a rendere indimenticabili i nostri compleanni con i suoi bellissimi disegni. Credo che sia questa la ragione per cui appena posso, ancora adesso, prendo carta e matita e traccio linee che appaiono, formano disegni diversi, forme tridimensionali che cercano di essere sculture. E poi sculture vere e proprie. Ho potuto quindi frequentare il mondo artistico e la voglia di fare qualcosa per far conoscere gli artisti.Il primo passo l’ho fatto a Luque dove un terreno agricolo abbandonato è stato recuperato alla vita. Ora è un magnifico parco, la cornice ideale per le sculture degli artisti invitati a viverlo.
S. – Hai altri progetti in “cantiere”?
R.A. – Quelli con Tecnoedil hanno sempre un occhio particolare verso l’arte e son felice di dire che l’arte comunque ha trovato un nuovo luogo per accogliere gli artisti. Ora opere che mai avrebbero potuto essere realizzate per la loro complessità e per le loro dimensioni hanno trovato un’accoglienza. Le tante riflessioni dovute alla pandemia ci hanno fatto cogliere la necessità di creare uno spazio apposta ed è nata così questa fornace che permette di sviluppare nuovi campi di ricerca.Abbiamo così recuperato un piccolo stabilimento abbandonato e con gli artisti abbiamo creato un laboratorio per fondere il bronzo e spero che questo “granello di sabbia” sia un primo passo per lo sviluppo dell’arte nel mio Paese.
S. – 5 cents per un tuo consiglio ai giovani.
R.A. – Di essere curiosi e di avere sempre il loro cassetto pieno di sogni.
Grazie Roque Ardissone per aver condiviso le tue passioni con noi e una volta di più torno inevitabilmente al mio pensiero fisso, all’arte come sistema di vita e di lavoro e all’incredibile potenzialità che accende.Allora buon lavoro Maestro! E arrivederci senz’altro al tuo prossimo appuntamento.
Concludiamo con questo estratto dal CV del Genio Assoluto, Leonardo Da Vinci
…“In tempo di pace credo satisfare benissimo d paragone de omni altro in architettura, in composizione dea edifici et publici et privati et conduce Aqua da uno loco ad uno altro ( atto ad offender et difender) .Item conduce in scultura di marmore, di bronzo, et di terra, similiter in pittura ciò che si possa fare ad paragone de omni altro, et sia si vuole”…
Courtesy Alessandro Vezzosi Museo Ideale Leonardo Da Vinci