Reverie

Reverie: Il corpo dei sogni

I sogni racchiudono i nostri più profondi desideri, ma anche le nostre preoccupazioni, raccontati attraverso le immagini del nostro inconscio. Talvolta diventano realtà, talvolta rimangono mere suggestioni che rimangono impresse. Reverie dona corpo a ciò che sogna e ce lo mostra attraverso il filtro dell’arte.

Ogni ossimoro porta con sé un cortocircuito mentale che ci spinge a cercare di capire appieno l’accostamento di due parole con significati diametralmente opposti, spesso con scarsi risultati accettabili razionalmente. Associare, come in questo caso, i vocaboli corpo e sogno può creare confusione, perché nel primo caso si è di fronte ad un termine insolitamente fisico, nel secondo invece ci si confronta con un qualcosa non concreto. Ed è forse proprio il termine cortocircuito che si addice alla poetica artistica di Reverie.

Il corpo dei sogni, oltre ad essere di per sé un ossimoro, assume in questo caso il ruolo di titolo dell’ultima mostra personale dell’artista vinciana, nonché ultimo appuntamento del ciclo dedicato alla tematica del sogno. Come tale, la sede della mostra (ovvero la Basilica di San Celso nel cuore di Milano, non sconsacrata) funge perfettamente da cornice, pregna di storia e di un passato che non ci è più dato vivere e quindi ottimale per lasciarci sognare ad occhi aperti. Perché è proprio quello che ha fatto Reverie non appena è entrata in questo luogo sacro: ha sognato ad occhi aperti ciò che ora è possibile a tutti contemplare da vicino.

Un altro fulcro cruciale è il tema dell’effimero, che accomuna il sogno e la sacralità che aleggia nell’aria dell’unica navata presente. Il sogno (rêve in francese) è anche alla base del nome dell’artista, correndo da fil-rouge tra l’arista stessa, le opere da lei create e lo spazio nel quale sono ospitate. Tutti e tre i fattori con cui si interfaccia appartengono alla sfera del corpo, sono elementi fisici attraverso i quali ha la possibilità di manifestarsi.

Ed ecco che nascono le spine dorsali affette da estremizzazioni della posizione delle vertebre; una schiena alata in cera rossa corredata da chiodi; una singola ala in cera gialla posizionata a terra e circondata da specchi; un utero in ceramica all’interno di un confessionale; tredici clessidre impossibili contenenti altrettanti materiali inconsueti; e un paracadute risalente alla Seconda Guerra Mondiale ricamato. 

Ogni lavoro è un personaggio irrazionale dell’attività preferita del nostro inconscio, l’unico momento in cui è padrone della nostra mente e ci permette di vivere ogni tipo di realtà: quella verosimile, quella che vorremmo, quella che non vorremmo, quella non esistente, quella della vita e quella della morte. In questa molteplicità di alternative Reverie ci permette di incontrare i suoi incubi e i suoi sogni, la propria visione della sofferenza e del dolore, controbilanciati da una volontà di potenza che spinge ad andare avanti con il peso sulle spalle, come la sua Icaro alata che nonostante le ferite rimane solidamente in piedi sull’altare.

Galleria Alessandro Albanese x Basilica di San Celso
Corso Italia, 39 – Milano
Reverie: Il corpo dei sogni
a cura di Paola Ugolini
fino al 31 maggio 2022
info: martedì-venerdì, 15.00-19.00; sabato e domenica, 11.00-19-00