Prospettive
Prospettive. Visioni della città tra memoria e futuro. Progetto di Andrea Abbatangelo a cura di Adiacenze. Calderara, Palazzetto Sport

Prospettive: Visioni nella città tra memoria e futuro. Andrea Abbatangelo e la ricostruzione del passato

Adiacenze e l’artista Andrea Abbatangelo presentano Prospettive, il primo progetto di Sistema Culturale Cittadino del Comune di Calderara di Reno (Bo) costituito dalla Casa della Cultura Italo Calvino, dal Teatro Spazio Reno e dalla Biblioteca Rinaldo Veronesi, realizzato in collaborazione con il Circolo Fotografico Calderarese.

Prospettive. Un lemma fondamentale che costituisce il concetto esistenziale di visione del reale e sua percezione che, grazie all’Arte, ha definito una scansione geometrica di una sinestesia dell’intuizione. A cosa risponde e corrisponde, nell’autunno 2020, il concetto di prospettiva? Le certezze che sin dall’Annunciazione di Ambrogio Lorenzetti (1344) si sono sviluppate nella nostra forma mentis ottica e, poi, filosofica, d’un tratto, paiono esser luogo di vacillamento. Esiste ancora una vera e unica prospettiva che abbia in sé la certezza di ciò che osserviamo? No. In verità non è mai esistito un solo punto di vista e ricordiamoci che la prospettiva geometrica altro non è che una illusoria rappresentazione della proiezione della realtà su un supporto. 

Come la memoria. 

Cos’è il ricordo se non la traccia impressa nella nostra mente, nelle spire inconsce o negli incontrollabili viluppi del subconscio? E se indagassimo ancora più ab origine, ripercorrendo le vicende etimologiche di ‘memoria’ e ‘ricordo’ comprenderemmo ancor più quanto questi universi siano molto più presenti in noi e nel nostro agire quotidiano di quanto si possa credere. O immaginare. Ed è proprio dal ricorso all’ immaginazione e alla sua tensione verso la memoria del passato, ponte teso all’osservazione prospettica del futuro, che Prospettive: Visioni nella città tra memoria e futuro ha desiderato, sin dalla sua gestazione, innestarsi nella storia e nel tessuto urbano dell’hinterland bolognese, a Calderara di Reno, laddove, a non molti chilometri di distanza, resiste il Cippo di Sacerno, stele eretta nel XVI secolo per celebrare il luogo che, secondo l’interpretazione storica, fu testimone dell’incontro tra i generali romani Ottaviano, Lepido e Antonio, nel 43 a.C, la cui rispettiva spartizione delle province del dominio di Roma, all’indomani della morte di Giulio Cesare, diede vita al Secondo Triumvirato – riferimento accolto dal lavoro di Andrea Abbatangelo  di cui stiamo per narrarvi – Questa terra, però, è anche testimone di quell’importante mutamento sociale ed urbanistico che, nel secondo dopoguerra, trasformò molte zone di tradizione agricola della Pianura Padana, in nuovi poli di lavorazione industriale. 

Simili commistioni e tali processi che hanno ridelineato il profilo storico e l’identità di queste aree, sono stati il terreno fertile per il progetto che Adiacenze ed Andrea Abbatangelo hanno realizzato in foggia di arte urbana partecipata. Tutto ha preso avvio secondo i termini di quella che doveva essere una residenza d’artista – Abbatangelo vive ormai a Londra da molti anni – e che il primo lockdown causato dal Covid19  ha trasformato in qualcosa di impossibile. O quasi. È Proust ad insegnarci che il ricordo e la memoria possono sopraggiungere in modo del tutto inaspettato nel quotidiano. E così è stato. Il progetto iniziale si è trasformato in una indagine locale attraversata dalle distanze fisiche e storiche. Andrea Abbatangelo ha scrutato a fondo il materiale dell’Archivio Storico Fotografico di Calderara e quello dei cittadini che, entusiasti, hanno raccolto l’invito. Una comunità che, attraverso le ormai note videocall, ha dato ospitalità virtuale all’artista nelle proprie case, aprendo la propria memoria alle domande di Abbatangelo e costruendo, insieme con lui, una nuova ed inusitata prospettiva. 

Ed in che modo si ri_costruisce una memoria che deve esplorare ciò che ancora non si conosce? Attraverso la scrittura di una mappa, la perimetrazione di uno spazio ideale entro cui, pur senza limitazioni, si sceglie di agire. Dallo scorso maggio, infatti, i cittadini del Comune di Calderara e delle frazioni di Bargellino, Lippo e Longara, sono diventati latori di una sorta di staffetta epifanica mediante la quale l’artista ha potuto tessere una trama composita di immagini e parole che hanno dato luogo al progetto finale che racconta visivamente la comunità così com’era decenni or sono, come è adesso, alla luce degli incontri tra anime, e come sarà, sulla scia della creazione immaginifica di nuovi ricordi. 

Una visione che è uscita dai polverosi archivi o dagli album di famiglia e ha vestito i luoghi che la collettività vive, giorno dopo giorno, nel suo incedere quotidiano. 

Una visione nata, però, a distanza. Al primo momento di conoscenza, Andrea Abbatangelo ha fatto seguire un momento di lavorazione progettuale svoltosi a Londra, laddove, Egli ha dato vita ad una nuova sorta di archivio, nato dalla commistione della sua visione, lontana miglia, con quanto generato per impressione. Dall’impressione dei sensi, Abbatangelo ha tradotto tale dinamica in una impressione traslata in un processo tecnico, chimico e materico di rara sapienza. L’artista ha lavorato le immagini fotografiche trasponendole su foglie, utilizzando il potere della clorofilla o avvalendosi della cianotipia. La sperimentazione tecnica – che afferisce all’intera ricerca che Andrea Abbatangelo svolge nel suo lavoro – riporta in vita istanti di una storia della quale permangono reminiscenze plurime. Le immagini, o meglio alcune delle immagini che l’artista ha scelto per la nuova prospettiva urbana, quasi fosse un decalogo narrativo visuale, si sono trasformate in grandi opere manifesto, ove la presenza degli effetti della clorofilla o i fumi della cianotipia, hanno mutato la percezione delle foto storiche rendendole filiazione di un universo onirico stupente, in grado di formalizzare, in modo del tutto inatteso, nuove coincidenze, inusitate tessiture storiche che incontrano un passato all’artista non noto ma capace di generare nuove emersioni di quanto rimosso –merito del valore profetico dell’arte – .

La città si è risvegliata come protagonista in un racconto su sé stessa, circondata, nei luoghi del quotidiano vivere, dalle grandi gigantografie affisse su pareti private, industriali o istituzionali, emblemi di una nuova e lirica esplorazione topografica. Il passato, perciò, appare oggi come tragitto da ripercorrere, con le proprie gambe ed il proprio sguardo, per ricostruire il proprio percorso, personale e collettivo, nell’alveo di una memoria che (con)fonde la propria con quella degli altri, in una comunione che è frutto di una identità condivisa. Una ricerca del sé che, in questo caso, diventa del Noi ed è guidata dall’occhio principe dell’Arte. 

Le architetture del luogo, o meglio, dei luoghi, sono divenute un sorprendete supporto per un album fotografico condiviso, partecipato, a metà strada tra l’happening e l’installazione, l’arte pubblica e la fotografia urbana che ha ritrovato il suo contraltare concettuale nelle riflessioni di Abbatangelo, ovvero quelle motivazioni che hanno dettato le sue scelte e nelle quali è interessante leggere attraverso le righe, come quando, citando l’opera manifesto affissa sul retro del Teatro. scrive: “Il palazzo che oggi ospita il Teatro rappresenta per me il luogo dal quale deriva tutta la vicenda artistica e culturale di Calderara. Un Centro Polivalente (Teatro, Biblioteca e di aggregazione) che nel tempo ha costruito la sua identità di Teatro sé stante attraverso la specificità delle sue attività laboratoriali. Qui ho contrapposto in una macchia blu, un abbraccio tra due cittadini durante un evento e le fiamme prese da un altro momento partecipativo. Un’ unica immagine che esprime la forza e la vitalità del vissuto di questo luogo.” 

O ancora quando, a proposito di una delle immagini più rappresentative, quella scelta come figurazione chiave di Prospettive, afferma: “In questo edificio, visibile facilmente anche dalla Casa della Cultura, ho voluto presentare una delle immagini chiave del progetto e dello sviluppo industriale del dopoguerra, quando Calderara apre un confronto politico ed economico con le esigenze del mondo moderno. La serie di inaugurazioni di infrastrutture e attività industriali creano i presupposti per un incremento demografico che avviene ancora oggi con l’investimento sui servizi.” 

È la storia locale ad esprimere la sua forza attraverso l’azione artistica, portando in scena significativi e lirici coups de théâtre originati da una profonda empatia nata tra l’artista e la comunità anche durante l’assenza di comunicazione – e sono molte le coincidenze straordinarie che hanno connesso la scelta delle fotografie, la loro trasformazione e affissione in dati luoghi, con la relazione, spesso sconosciuta all’artista, di un qualche legame tra soggetti e architetture – . Ciò dimostra, qualora fosse necessario sottolinearlo, che l’arte partecipata e partecipativa, quella che coinvolge la comunità affidandole ruolo attoriale protagonista, afferisce ad istanze di riflessione sociologica che sono sempre più necessarie alla costruzione di interazioni tra la collettività e l’arte – a differenza di quella definita street art, puramente e tristemente autoreferenziale o, peggio,  ‘decorazione urbana’ – La visione portata in auge da Andrea Abbatangelo ha la capacità di sostare in dimensioni dal differente gradiente ontologico, tant’è che alla prospettiva delle opere manifesto fa da eco la mostra Stasera a casa di Luisa, a cura di Daniela Tozzi ed Amerigo Mariotti di Adiacenze, ospitata dalla Casa della Cultura Italo Calvino, spazio straordinario di coesione sociale e culturale, la cui progettazione è affidata ad Adiacenze e Cronopios 

La mostra, ideata nell’alveo di BOOM Cantiere Creativo 2020 | Casa dolce strada, ha inaugurato al pubblico lo scorso 10 ottobre e, ancora una volta è ripiombata nelle spire del lockdown emiliano. Tuttavia, possiamo raccontarne in maniera felice per il valore di cui essa si fa messaggera. Ad esser raccontato, in tal occasione, è l’intero processo artistico messo in atto da Abbatangelo, portato avanti da maggio ad ottobre 2020. Ai grandi manifesti si contrappongono scansioni, appunti, mappe, fotografie di piccolo formato che raccontano la genesi del punto di vista a distanza dell’artista. Londra e Calderara di Reno unite, in maniera sorprendente, grazie al fil rouge dell’arte e della differente condizione in cui la ‘prospettiva’ gnoseologica è stata esperita, da Abbatangelo in primis e dalla comunità, in secundis. Il titolo dell’esposizione, emblematico e significativo, porta con sé elementi di una empatia nata nel solco dell’azione artistica, in quella che è stata definita “l’idea della familiarità acquisita con alcuni abitanti di Calderara intervistati, della nuova abitudinarietà alla quale si è “sottoposto” Abbatangelo, nell’idea di svolgere una residenza alternativa, sfruttando le comunicazioni video e internet per creare nuovi legami e avvicinarsi sempre più a sviscerare la storia, gli usi, e l’aspetto urbanistico di una città da lui mai esperienziata dal vivo, per restituirne una prospettiva altra.”

Prospettive

Attraversando i luoghi che l’arte ha contrassegnato con il proprio suggello, ripensando alla moltitudine di storie che mi sono state raccontate riguardo all’intero progetto ed al suo svolgimento, appare vivida la costruzione di una memoria esperita in maniera indiretta ma che, del resto, è diventata la traccia mediante cui il 2020 ha definito lo spazio mnemonico a nostra disposizione. Andrea Abbatanngelo, tuttavia, come sempre accade all’arte, capace di risolvere le storture della vita, propone a noi tutti una alternativa, imprevista, frutto d’intuizione e che racchiude in sé il seme di un nuovo modo di guardare al futuro, conscio del fatto che la memoria è un universo che abbiamo a nostra disposizione e dobbiamo preservare poiché essa, anche attraverso l’arte, si proporrà come allegoria tangibile di ciò che non è più. 

Alla nascita di Prospettive, inoltre, hanno contribuito anche Regione Emilia-Romagna,  Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Emilbanca e Confcommercio Bologna ed il progetto, dunque, secondo la programmazione resterà visibile sino a che il tempo e lo spazio esterno accetteranno le opere manifesto, mentre Stasera a casa di Luisa è prevista sino al 20 dicembre prossimo ma, il lockdown da Zona Arancione ne vieta la momentanea possibilità di farvi visita, all’interno della Casa della Cultura. 

Delle prospettive attuate da Andrea Abbatangelo esiste un prima e un dopo, esisterà un ulteriore ex post che sarà compito delle nuove generazioni costruire per far sì che il ricordo e la memoria riescano a generare nuove consolidazioni e nuovi spazi di azione e rigenerazione umana.

Prospettive: Visioni nella città tra memoria e futuro
Photo courtesy Adiacenze


Andrea Abbatangelo
PROSPETTIVE: VISIONI NELLA CITTÀ TRA MEMORIA E FUTURO
Calderara di Reno, Bargellino, Lippo, Longara
giugno 2020 – sine die

STASERA A CASA DI LUISA
Calderara di Reno (Bo), Casa della Cultura Italo Calvino,
Via Roma, 29
10 ottobre – 20 dicembre 2020

Azzurra Immediato

Azzurra Immediato, storica dell’arte, curatrice e critica, riveste il ruolo di Senior Art Curator per Arteprima Progetti. Collabora già con riviste quali ArtsLife, Photolux Magazine, Il Denaro, Ottica Contemporanea, Rivista Segno, ed alcuni quotidiani. Incentra la propria ricerca su progetti artistici multidisciplinari, con una particolare attenzione alla fotografia, alla videoarte ed alle arti performative, oltre alla pittura e alla scultura, è, inoltre, tra primi i firmatari del Manifesto Art Thinking, assegnando alla cultura ruolo fondamentale. Dal 2018 collabora con il Photolux Festival e, inoltre, nel 2020 ha intrapreso una collaborazione con lo Studio Jaumann, unendo il mondo dell’Arte con quello della Giurisprudenza e della Intellectual Property.