Prima nacque Donatello poi il Rinascimento

Il rapporto arte/committenza, tema strutturale a questa rubrica, affonda le proprie radici nel nostro importante passato artistico.
L’importante mostra inaugurata da poco Donatello il Rinascimento ce ne fornisce un’ottima occasione.

La scultura mi si parò dinnanzi all’improvviso, si stagliava potente e libera nello spazio, non costretta in una bacheca come è ora. Mi avvicinai come Ipnotizzata… No non si trattava di Giacometti come avevo creduto di primo acchito, ma della Maddalena penitente di Donatello!  Fu quindi all’apertura del Museo dell’Opera del Duomo che scattò il mio innamoramento per questo gigante che starebbe  a suo agio  in un volume di storia dell’arte del Novecento, tanto fu anticipatore. 

“Donatello il Rinascimento” è una mostra dovuta, che sancisce finalmente il riconoscimento urbi et orbi di questo Maestro che perseguì una sua ricerca personale ripartendo dall’arte classica e abbandonando le  certezze pietrificate  del periodo precedente per approdare a quelle relative in cui tuttora ci dibattiamo. 

“Questa mostra su Donatello è unica ed  esauriente” come ci tiene a sottolineare il sindaco di Firenze Dario Nardella. Alle conosciutissime opere custodite al Bargello dal 1865, come il David, nudo che fece scalpore all’epoca attualizzando i valori dell’arte classica e il Marzocco simbolo stesso di Firenze, si affiancano ora quelle di prestiti normalmente impensabili che costituiscono un percorso di oltre 130 opere straordinarie. 

Curata da Francesco Caglioti, professore ordinario di Storia dell’Arte medievale presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, la mostra vanta  prestiti unici, alcuni dei quali mai concessi prima, provenienti da quasi sessanta tra i più importanti musei e istituzioni al mondo come la National Gallery of Art di Washington, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Victoria and Albert Museum e la National Gallery di Londra, il Musée du Louvre di Parigi, gli Staatliche Museen di Berlino, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, le Gallerie degli Uffizi, la Basilica di Sant’Antonio a Padova e le basiliche fiorentine di San Lorenzo, Santa Croce e Santa Maria Novella.   

Tutta Firenze  è coinvolta, e non solo. Questa è anche la prima  mostra della città metropolitana, ed è “grazie al concorso di tanti che godiamo – come sottolinea Eugenio Giani Presidente della Regione Toscana – di un  Donatello diffuso in 16 luoghi in tutto il territorio fiorentino. 

Grazie a tutti questi  partner così prestigiosi  la mostra lancia un messaggio universale non ultimo anche per il recupero delle due terracotte distrutte in Germania  nel 1945, ora qui in mostra dopo un sapiente restauro: un  forte monito contro la barbarie  delle guerre. 

Fondamentale per un simile  risultato, tra cui il superamento delle innumerevoli difficoltà – l’imprescindibile scelta  di Palazzo Strozzi prestigiosissima sede ma non museale, è stata la coesione e la collaborazione fra i diversi soggetti coinvolti, i finanziatori, il curatore e il comitato scientifico, i rappresentati delle istituzioni, i restauratori straordinari, gli architetti di questo allestimento “naturale”. 

Il protagonista di tutto ciò? Un grande artista che nonostante le  sue umili origini, riuscì ad essere ammesso al laboratorio del Ghiberti. A lui si deve l’invenzione dello “stiacciato”, una tecnica messa a punto per creare uno spazio illusorio grazie a minime variazioni millimetriche degli spessori.

È un Donatello giovanissimo quello che nel 1401 vediamo all’opera, prima con il Brunelleschi poi con Ghiberti, al concorso per la porta nord del battistero.

Tutta la vita fu un loro gioco a tre. Nel 1418 al concorso per la realizzazione della cupola di S.Maria del Fiore arrivò secondo. Divenne presto ricercato dai Committenti per le sue supreme capacità tra mano, mente e spirito, lavorando  indifferentemente marmo, bronzo, pietra serena, terracotta e legno. Le sculture dei suoi  soggetti umani furono tra le prime, dopo il periodo classico, a rappresentarne correttamente l’anatomia. 

Il suo maggiore committente fu Cosimo il Vecchio che gli dimostro imperitura considerazione volendo che riposasse  accanto a sé nella Basilica di San Lorenzo. 

Precisa Il curatore che nel David simbolo della libertà, Donatello esprime valori superiori. Con lui nasce il Rinascimento che verrà  esaltato nel Cinquecento e nei secoli successivi e sancisce l’incipit dell’etica del sentimento che il sommo artista espresse con l’invenzione di quelle che chiamerei “prospettive emotive”, con la creazione di più punti di fuga all’interno di un’unica scena per dare quell’idea di movimento che si attuerà poi solo con il cinema,  nel Novecento. 

Cuara da Francesco Caglioti, professore ordinario di Storia dell’Arte medievale presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, Donatello, il Rinascimento ospita circa 130 opere tra sculture, dipinti e disegni con prestiti unici, alcuni dei quali mai concessi prima, provenienti da quasi sessanta tra i più importanti musei e istituzioni al mondo come la National Gallery of Art di Washington, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Victoria and Albert Museum e la National Gallery di Londra, il Musée du Louvre di Parigi, gli Staatliche Museen di Berlino, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, le Gallerie degli Uffizi, la Basilica di Sant’Antonio a Padova e le basiliche fiorentine di San Lorenzo, Santa Croce e Santa Maria Novella. La mostra propone un viaggio attraverso la vita e la fortuna di Donatello articolato in quattordici sezioni. Vasari che capi di aver avuto la fortuna di  conoscere un genio, scrisse che  apparteneva al cinquecento. 

Una mostra da godere, per le meravigliose  sorprese che ci rivela.


La mostra a Palazzo Strozzi è aperta tutti i giorni compresi i festivi, con orario 10.00-20.00 e tutti i giovedì fino alle 23.00. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.

Tiziana Leopizzi

Architetto, giornalista iscritta all’albo da circa 25 anni, è stata nominata accademico ad honorem per la sua scelta di diffondere i valori dell’arte e della cultura in modo semplice e trasversale. È membro quindi dell’AADFI l’Accademia delle Arti del Disegno, la più antica d’Europa, voluta da Cosimo I e Giorgio Vasari nel 1563, che vanta come primo Accademico Michelangelo. Recentemente nel 2018 è stata nominata Ambasciatore della Città di Genova nel Mondo. Il suo mentore è Leonardo da Vinci il cui CV che non manca occasione di pubblicare, è fonte di saperi inestimabili per tutti noi. Usa l’arte come strumento di comunicazione realizzando progetti in Italia e all'estero.

×