Pittura Italiana Oggi
Pittura Italiana Oggi. Foto Roberto Sala

Pittura italiana oggi

Sono 120 gli artisti che compongono la mostra allestita al primo piano della Triennale di Milano “Pittura italiana oggi” a cura di Damiano Gullì. 

Come sottolineato in catalogo nel testo di Gullì, “La pittura non è aliena a Triennale, anzi si collega indissolubilmente alla storia dell’istituzione, che, già dal 1933 quando si trasferì da Monza al Palazzo dell’Arte a Milano, ha presentato una serie di maestri, tra cui Massimo Campigli, Carlo Carrà, Giorgio De Chirico, Achille Funi, Gino Severini e Mario Sironi”. Per la mostra Pittura italiana oggi, il curatore ha selezionato artisti e artiste nati tra il 1960 e il 2000 che operano con la pittura con opere realizzate tra il 2020 e il 2023.

Diciamo subito che l’allestimento è l’unica nota stonata di questa fotografia dello stato della pittura in Italia. Il dover utilizzare i pannelli che la Triennale aveva fatto realizzare per le mostre di design, ha comportato (credo e spero) un adattamento poco felice. A peggiorare però ulteriormente le cose intervengono le didascalie, messe ai lati dei pannelli che ospitano due o più opere, difficilmente attribuibili a meno che non si conosca lo stile dell’artista in questione.

Le uniche due opere a non soffrire del cattivo allestimento sono quelle di Alberto Di Fabio, che col suo pattern organico contamina anche la pedana del pannello espositivo a lui riservato, e di Roberto Coda Zabetta, che approfitta della finestra sul cavedio interno per allestire la sua tela all’esterno e chiedendo agli spettatori di posizionarsi in un preciso punto per poter guardare l’opera attraverso la finestra quadrata.

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Il percorso si svolge lungo l’emiciclo al primo piano del Palazzo della Triennale. Ad aprirlo la pittura astratta, ricca però di citazioni di pittura storica e religiosa, del dittico con la parte superiore stondata di Gianni Politi. A fronteggiarlo l’installazione Apnea di Davide D’Elia – un po’ spiazzante visto che presenta una porta stagna in fondo ad un ambiente verde acqua.

La ricerca poetica di Chiara Enzo, espressa attraverso dettagli del corpo in piccole tavole in legno con carte incollate, acquerelli e matita, è forse un po’ penalizzata dall’esposizione di una sola piccola opere invece della “solita” costellazione di tavolette.

Il recupero del gesto pittorico, attraverso l’intervento con plastilina colorata su poster di capolavori della storia, è l’operazione che Stefano Arienti applica sull’Ospedale a Saint-Remy di Vincent Van Gogh.

Imponente come sempre la pittura di quattro metri di altezza di Nicola Verlato. Hostia, in uno schema tripartito, narra una scena in una struttura architettonica dove, in alto, si affacciano 4 personaggi pasoliniani che osservano dall’alto la caduta del corpo di Pier Paolo Pasolini verso la madre, la poesia, l’Io fanciullo e la rappresentazione di Ezra Pound.

Luca Pancrazzi, con la sua ricerca Fuori registro, attraverso strati e velature di bianco permette una lettura mutevole dell’opera a seconda della distanza di visione.

Cita invece La Madonna che ride di Gino De Dominicis Matteo Fato. Il tratto pittorico dell’artista pescarese, diventato ormai la sua cifra stilistica, dipinge la Madonna intenta a schiacciare un serpente – che però viene indicato nel titolo come “pittura” – con una pennellata che, paradossalmente, definisce quasi nel dettaglio la figura stessa.

Molto interessante l’effetto scenico della composizione proposta da Francesco Lauretta. Cinque bombole del gas, dipinte di rosa, sono installate ai piedi della grande tela (180×200 cm.) dove cavallo e cavaliere avanzano lentamente su un fondale azzurro “colante”. Insomma un invito a fronteggiare la storia con con nobiltà di spirito.

L’albanese Iva Lulashi, che opera in Italia già da diversi anni, non ha paura di proporre una sessualità libera ed esplicita per spingere lo spettatore verso forti reazioni emotive, dal voyeurismo all’imbarazzo.

Chiude il percorso Edoardo Piermattei con la sua edicola in cemento pigmentato dal titolo Sorimasa, un’architettura dal sapore orientale che simboleggia, nel passaggio, una nuova possibilità di visone della pittura.

Il catalogo impreziosisce invece ciò che l’allestimento ha negato: la comprensione delle opere esposte. Con un testo dello stesso Gullì, i saggi di Marilia Pederbelli sulla Pittura murale in Triennale 1933-1960, di Laura Cherubini e Andrea Villani La pittura è una storia italiana 1959-1979, di Suzanne Hudson Dopo la peste, di Davide Ferri Uscirne vivi, di Francesco Bonami Pittore o artista? Allo spettatore l’ardua sentenza, e la conversazione tra Katharina Grosse e Hans Ulrich Obrist moderata da Larissa Kikol Non abbiate paura di dipingere!, il volume, edito da Electa, ben inquadra la situazione italiana del medium pittorico e dei loro protagonisti.

Terminato il tortuoso e poco chiaro percorso, alla fine però ne usciamo vivi. Il dubbio di Davide Ferri è lecito (Da una mostra così […] non so come si possa uscirne vivi), ma allestimento a parte possiamo constatare l’ottimo stato di salute della pittura italiana.

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Pittura italiana oggi
Triennale Milano
fino al 11 febbraio 2024
a cura di Damiano Gullì

Progetto di allestimento: Studio Italo Rota
Honorary Board: Francesco Bonami, Suzanne Hudson, Hans Ulrich Obrist

Gli artisti: Beatrice Alici, Paola Angelini, Silvia Argiolas, Stefano Arienti, Francesca Banchelli, Riccardo Baruzzi, Andrea Barzaghi, Romina Bassu, Alessandro Bazan, Angelo Bellobono, Thomas Berra, Luca Bertolo, Lorenza Boisi, Bea Bonafini, Marco Bongiorni, Benni Bosetto, Thomas Braida, Michele Bubacco, Pierpaolo Campanini, Pietro Capogrosso, Linda Carrara, Valerio Carrubba, Guglielmo Castelli, Manuele Cerutti, Andrea Chiesi, Marco Cingolani, Adelaide Cioni, Roberto Coda Zabetta, Claudio Coltorti, Gianluca Concialdi, Rudy Cremonini, Pierpaolo Curti, Valentina D’Amaro, Davide D’Elia, Enrico David, Francesco De Grandi, Roberto de Pinto, Marta Dell’Angelo, Alberto Di Fabio, Stanislao Di Giugno, Patrizio di Massimo, Gianluca Di Pasquale, Fulvio Di Piazza, Chiara Enzo, Alice Faloretti, Matteo Fato, Alessandro Fogo, Andrea Fontanari, Giulio Frigo, Giorgia Garzilli, Oscar Giaconia, Emilio Gola, Paolo Gonzato, Cecilia Granara, Diego Gualandris, Agnese Guido, Sebastiano Impellizzeri, Massimo Kaufmann, Pesce Khete, Andrea Kvas, Francesco Lauretta, Viola Leddi, Iva Lulashi, Marta Mancini, Giulia Mangoni, Margherita Manzelli, Beatrice Marchi, Andrea Martinucci, Fabio Marullo, Fulvia Mendini, Beatrice Meoni, Daniele Milvio, Narcisa Monni, Pietro Moretti, Maria Morganti, Angelo Mosca, Marco Neri, Valerio Nicolai, Ismaele Nones, Francis Offman, Luca Pancrazzi, Dario Pecoraro, Jem Perucchini, Alessandro Pessoli, Gabriele Picco, Edoardo Piermattei, Aronne Pleuteri, Amedeo Polazzo, Nazzarena Poli Maramotti, Gianni Politi, Vera Portatadino, Luigi Presicce, Pierluigi Pusole, Marta Ravasi, Andrea Respino, Pietro Roccasalva, Chris Rocchegiani, Giangiacomo Rossetti, Giuliana Rosso, Pietro Ruffo, Erik Saglia, Nicola Samorì, Angelo Sarleti, Alessandro Sarra, Alessandro Scarabello, Davide Serpetti, Marta Sforni, Mario Silva, Sofia Silva, Marta Spagnoli, Enrico Tealdi, Maddalena Tesser, Michele Tocca, Saverio Tonoli, Eva Chiara Trevisan, Vedovamazzei (Simeone Crispino, Stella Scala), Nicola Verlato, Flaminia Veronesi, Alice Visentin.

Roberto Sala

Editore, graphic designer e fotografo d’arte, dal 2012 è docente di Metodi e tecniche dell'arte-terapia presso l'Accademia di Brera nel corso di laurea specialistica di Teorie e pratiche della terapeutica artistica. Direttore della casa editrice Sala Editori specializzata in pubblicazioni d’arte e architettura, affianca alla professione di editore quella di grafico, seguendo in tempi recenti l’immagine coordinata delle più importanti manifestazioni culturali della città di Pescara fra le quali si segnalano: Funambolika e Pescara Jazz. Dal 1992 è Art Director della Rivista Segno per la quale dal 1976 ha ricoperto diversi ruoli e incarichi. Dal 2019 è Direttore Editoriale di Segnonline per il quale traccia la linea politica e di sviluppo del periodico. roberto@segnonline.it