Parma 360

Parma 360, la creatività contemporanea nell’epoca dell’Intelligenza Artificiale

La primavera dell’arte digitale italiana è targata “Parma 360 – Festival della creatività contemporanea”.

Al centro dell’analisi vi è il modo in cui l’uomo del 21esimo ridefinisce il suo habitat e l’ecosistema in cui si trova ad agire, condizionato dalla repentina evoluzione tecnologica. Il saggio “Homo Deus. Breve storia del futuro” di Yuval Noah Harari, uno dei più grandi intellettuali, filosofi e divulgatori contemporanei, è il punto di riferimento della riflessione proposta nell’ottava edizione della manifestazione in corso a Parma dal 6 aprile al 19 maggio.

In un’epoca di grande prosperità per le civiltà occidentali, ma al tempo stesso di recente instabilità, l’umanità del futuro dovrà affrontare nuove problematiche legate al cambiamento climatico e alla gestione delle risorse. E Harari in “Homo Deus” ha preannunciato alcune delle sfide che daranno forma all’umanità, dalla robotica alla biotecnologia, dall’ingegneria genetica all’intelligenza artificiale. Attraverso le opere di alcuni dei più importanti artisti contemporanei, le mostre del festival indagheranno tematiche legate al superamento della dimensione antropocentrica dell’uomo, in favore di una visione tecno-umanistica (o trans-umanista) e datocentrica. 

Parma 360 Festival è divenuto, già da alcuni anni, uno degli eventi più importanti nel panorama dell’arte digitale in Europa. La promozione da parte delle associazioni culturali 360° Creativity Events e Art Company, il patrocinio e il contributo del Comune di Parma, della Regione Emilia-Romagna e il sostegno di un’ampia rete di partner pubblici e privati sono stati determinanti per il successo della manifestazione.

Il consenso pubblico e la sua buona riuscita sono avvenuti grazie alla direzione artistica e alla curatela di Chiara Canali e Camilla Mineo, con Silvano Orlandini direttore di produzione. Cinque grandi mostre di pittura, scultura, illustrazione, arte digitale e nuovi media sono allestite in dialogo con chiese e palazzi storici della città di Parma, in un percorso diffuso sul territorio che ha come obiettivo quello di valorizzare il patrimonio storico-artistico della città e di proporre al pubblico inedite visioni e prospettive della civiltà contemporanea. 

Tra le cinque esposizioni, al secondo piano di Palazzo Pigorini si sviluppa la prima sezione della mostra “L’opera d’arte nell’epoca dell’Intelligenza Artificiale”, a cura di Chiara Canali, Rebecca Pedrazzi e Davide Sarchioni. Si tratta della collettiva di artisti italiani sulla AI. Il titolo del progetto si ricollega al famoso saggio di Walter Benjamin “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” pubblicato nel 1936, in cui il filosofo tedesco sosteneva come, all’inizio del 20esimo secolo, l’invenzione e l’utilizzo di nuove tecniche, quali il cinema e la fotografia, stesse radicalmente cambiando le modalità di produzione e di ricezione artistica. Allo stesso modo, negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha avuto una rapida ascesa e oggi sempre più artisti si confrontano e usano questa tecnologia per creare opere d’arte e progetti con nuovi linguaggi estetici. 

La mostra intende indagare diverse modalità di utilizzo dell’AI da parte di una ventina di artisti pionieri del digitale oppure AI artist di nuova generazione. Temi come la natura, la botanica, l’ambiente, ma anche l’umanità, le comunità, le città, macchine e sogni vengono elaborati attraverso l’impiego delle Gan e degli algoritmi, tra arte elettronica, glitch art, realtà aumentata, realtà virtuale e altre forme espressive dell’era digitale.

In esposizione le opere di Antonio Barbieri, Domenico Barra, Davide Maria Coltro, Andrea Crespi, Giuliana Cunéaz, Debora Hirsch, Nick Landucci, Giuseppe Lo Schiavo, Manuel Macadamia, Vincenzo Marsiglia, Mauro Martino, Angelo Demitri Morandini, Max Papeschi con Michele Ronchetti, Chiara Passa, Giuseppe Ragazzini, Martin Romeo e Svccy. 

Il progetto dedicato all’AI si completa con una seconda sezione espositiva allestita presso il Torrione Visconteo, torre medievale sita in via dei Farnese, di fronte alla Pilotta, che presenta le video-installazioni site-specific e immersive degli artisti Luca Pozzi, Kamilia Kard e Lino Strangis. 

Durante lo svolgimento della mostra sarà inoltre introdotto il libro-catalogo dedicato al progetto, edito da Jaca Book, che espone i saggi dei curatori, un contributo inedito di Piero Gilardi e l’apparato critico e iconografico dedicato ai venti artisti. L’esposizione avrà il suo gemello digitale nel metaverso sull’applicazione Spatial, grazie alla collaborazione con Dario Buratti che, per l’occasione, ha realizzato uno spazio con architetture futuristiche per accogliere le opere degli artisti nella loro versione virtuale.

Anche il piano nobile di Palazzo Pigorini è stato allestito analiticamente per ospitare la mostra “Survival” di Piero Gilardi, a cura di Chiara Canali. Un grande omaggio al maestro dell’Arte Povera, recentemente scomparso, per raccontare il suo percorso a partire dal suo complesso rapporto con la natura e con la tecnologia. Altra location iconica e degna di visita è la chiesa sconsacrata di San Ludovico allestita con quaranta opere di grandi dimensioni di Emanuele Giannelli, protagonista di “Humanoid”, a cura di Camilla Mineo.

Come ogni anno, il Festival coinvolge tutta la città attraverso un Circuito Off per far rivivere in modo nuovo Parma, promuovere la cultura artistica nel territorio e coinvolgere attivamente tutta la cittadinanza attraverso un percorso ramificato nel centro storico.