L’attualità di Pierre-Joseph Proudhon a Villa Romana

Sabato 28 settembre, nell’ambito di Manifestiamo a Villa Romana Firenze, diretta da Angelika Stepken, è stata presentata la Società Internazionale di Studi Proudhoniani (I.S.P.S.).

L’obiettivo dell’I.S.P.S. è quello di rivisitare l’eredità di Pierre-Joseph Proudhon attraverso la creazione di un istituto nomade, che svolgerà varie attività come gruppi di lettura, incontri, ricerche, pubblicazioni, creazione di biblioteche galleggianti, per innescare una riflessione sui concetti di creazione, reciprocità, mutualismo, libertà e giustizia.

Proudhon prevedeva un’organizzazione della forza collettiva della società attraverso un sistema federativo decentralizzato garantito dalla giustizia e dalla reciprocità. Sviluppò le sue teorie riflettendo sul significato della creazione e della società, immaginando la società come amministrazione comune dei prodotti della creazione. Ne consegue che il suo pensiero è fondamentale per la nostra concezione dell’arte e dei processi creativi, ma allo stesso tempo è importante iniziare a vedere le attività umane nel loro insieme come parte della creazione stessa. Così mutualismo, federalismo, sindacalismo, riflessioni sulle forme del lavoro, risalgono alle prassi ed al pensiero del filosofo.

All’incontro di ieri sono intervenuti Juan Pablo Macias illustrando il progetto I.S.P.S., poi il prof. Edouard Jourdain  ripercorrendo ampiamente l’itinerario umano e politico del filosofo, a seguire Franco Bunčuga, che ha illustrato le relazioni tra Proudhon e Courbet mostrando dei ricchi apparati iconografici tra lettere, vignette e dipinti, infine  Massimo Mazzone, che ha raccontato di come le idee proudhoniane abbiano influenzato a più riprese il mondo delle arti, apparendo e riapparendo come un fiume carsico, in Duchamp, nel Dadaismo, nel Situazionismo, e nelle più recenti esperienze di autocostruzione. I temi che ritroviamo più spesso sono quelli della destinazione sociale dell’arte, nella differenza tra proprietà e possesso e sul mutuo appoggio. A questo proposito Mazzone ha citato tre film emblematici, non toccare la donna bianca di Marco Ferreri, Themroc di Claude Faraldo e soprattutto, la proprietà non è più un furto di Elio Petri. Al termine c’è stata la presentazione della biblioteca in corso di costruzione dell’I.S.P.S.

Juan Pablo Macías, artista messicano(1974), vive a Livorno. Svolge ricerche  sull’anarchismo come critica della rappresentazione e in questo, assume diversi processi e forme quali progetti editoriali, poesia, video, installazioni, performance. È direttore della rivista TIEMPO MUERTO (2012- e WORD+MOIST PRESS (2014), due progetti editoriali sull’anarchismo e sul pensiero libertario. Ha inoltre ideato BAS – Banca Autonoma di Sementi Liberi da Usura (2014) in Abruzzo, una banca dei semi che riunisce le parole libertarie e i semi come come i due principali fondamenti della vita umana, tuttavia entrambi soggetti all’esclusività e alle pratiche monopolistiche. Il suo lavoro è stato esposto al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, Casino Luxembourg, Maison Rouge Paris, Confort Moderne Poitiers, Villa Romana Firenze, tranzitdisplay di Praga, Centro Nazionale d’Arte Contemporanea di Mosca. A Città del Messico presso il Museo Universitario de Arte Contemporáneo (MUAC), Museo de Arte Moderno (MAM), MUCA, Museo Carrillo Gil, Museo Ex Teresa Arte Actual, Sala de Arte Actual. Museo Amparo di Puebla, Ha partecipato alle Biennali di Istanbul, Jakarta e Yinchuan.

Franco Bunčuga (Brescia, 1949), dopo essersi laureato in architettura nel 1974 all’IUAV di Venezia ha lavorato all’École Polytechnique d’Architecture et d’Urbanisme (EPAU) di Algeri in un progetto di cooperazione coordinato da Carlo Doglio e Giancarlo De Carlo. Ha poi insegnato Storia dell’Arte e Architettura nelle Scuole Superiori italiane. Attivo nel movimento anarchico sin dagli anni settanta è stato animatore del Centro Sociale Libertario di via Margheriti e del Gabinetto di Lettura Oskar Panizza a Brescia e ha partecipato alle attività del Centro Studi Libertari Pinelli di Milano. Collaboratore di varie testate anarchiche tra cui A rivista anarchica è stato redattore di Volontà, direttore del Seme Anarchico e tra i fondatori di Libertaria e di ApARTe° di cui è stato temporaneamente coordinatore redazionale. Riveste il ruolo di consulente per i settori di arte e architettura presso l’editore Eleuthèra per cui ha curato il libro Conversazioni con Giancarlo De Carlo. Architettura e libertà (Milano 2000, 2001) e Come vivere con gli altri senza essere né servi né padroni di Yona Friedman (Milano 2017). Si occupa principalmente delle relazioni che intercorrono tra arte e architettura da una parte e pensiero libertario e utopico dall’altra.

Massimo Mazzone (1967) artista e attivista portavoce del collettivo Escuela Moderna/Ateneo Libertario; svolge ricerche sulle relazioni tra corpo, scultura e architettura. Insegna Tecniche della Scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera; ha partecipato alle Biennali di Venezia nel 2000, 2001, 2002, 2006, 2008, 2016, 2017, 2018, 2021 e ha pubblicato libri e articoli con Stampa Alternativa, Mimesis, Libertaria,  UTET, Bordeaux, Milieu, Prospettive, Argòs, Catedra,  ApARTe°, Artslife, Artribune, Hipo-Tesis, Metalocus, Voice Over, Kosmodromio, Contraindicaciones, Segno.

Edouard Jourdain (1981) è un teorico politico francese, docente di scienze politiche all’Università di Versailles Saint Quentin. Ha scritto numerosi articoli e tre libri su Proudhon (Proudhon Dieu et la guerre, L’Harmattan, 2006, Proudhon un socialisme libertaire, Michalon, 2009, Proudhon contemporain, CNRS Editions, 2018) e le sue opere sono legate all’attualità dell’anarchismo politico contemporaneo.