Il corpo, lo spazio, le arti, un punto di vista ARTOGRAFICO

Lo scorso anno, Biennale Sessions, canale della Biennale di Venezia Educational, ha incaricato il gruppo Escuela Moderna/Ateneo Libertario del Raval di Barcellona, l’associazione di Mestre Fuoriposto, e l’associazione Marche Arte Viva, di ideare e realizzare un progetto pilota nel Parco Bissuola di Mestre, uno dei parchi più grandi d’Europa.

Il tema dell’Ecologia Sociale (Vedi:  L’ecologia sociale non è solo ambientalismo e tanto meno verdismo; essa rappresenta una filosofia complessa di riorganizzazione sociale e quindi di riorganizzazione dei movimenti antagonisti e di trasformazione/rivoluzione dello stato di cose esistenti. Oggi, anche grazie alle nuove tecnologie di comunicazione, possiamo essere in grado di realizzare quella sintesi fra individui e strutture collettive che sempre hanno creato problemi di rigurgiti gerarchici e di sofferenza psicologica derivanti dalle competizioni interne sempre presenti negli ambiti collettivi. Il punto cardine della ecologia sociale rimane quello della sensibilità non gerarchica, intesa non come fatto spirituale ma come strutturazione etica ed epistemologica della mente tratto dal sito ecologiasociale.info) 
https://www.labiennale.org/it/news/parco-aperto-2023-ecologia-asociale-happening-laboratori-performativi-installazioni
questa teoria e le prassi conseguenti provengono dagli scritti di Murray Bookchin (Vedi: Murray Bookchin (New York, 14 gennaio 1921 – Burlington, 30 luglio 2006) è stato un filosofo, anarchico, sociologo ecologo, storico ambientalista e saggista statunitense. Maggior esponente dell’ecologia sociale, una sintesi del pensiero ecologico e socialista libertario, Bookchin è stato autore di diversi testi di politica, filosofia, storia e urbanistica, oltre che di ecologia.)
Questo approccio internazionale e interdisciplinare, intergenerazionale, è frutto dell’ispirazione libertaria dei collettivi che hanno sviluppato l’operazione. Ho avuto il piacere di essere invitata a partecipare come artista, potendo realizzare una performance sonora con il mio sassofono, visto che oltre ad essere una artista nelle arti visive e plastiche laureata a Brera, sono una performer e una musicista iscritta al Conservatorio.
Tutt* artisti invitati hanno realizzato delle azioni all’interno di sculture di scena temporanee, costituite da materiali edilizi come tegole, tufo, mattoni, sabbia, sampietrini, ferro, piombo, oro, foratini laterizi e blocchi di cemento, nel mio caso ho utilizzato tubi da costruzione e bidoni industriali come amplificatori di suoni. A queste installazioni performative si sono accompagnati una pece teatrale, lezioni per le scuole e conferenze, un concerto di Marco Rovelli, infine una mostra sugli odori curata da Marina Marques.
Il filo conduttore di tali esperienze era rileggere i più elementari materiali dell’edilizia che però sono poi quelli che costituiscono le architetture reali, richiamando idealmente l’indimenticabile Biennale di Rem Koolhaas, Fundamentals. https://www.labiennale.org/it/architettura/2014/intervento-di-rem-koolhaas
Quindi lo spazio determinato dagli odori, lo spazio del corpo, lo spazio definito da fin dove giunge il suono, lo spazio dei materiali più umili dell’architettura, convivono in una azione che è sia individuale che collettiva, in uno scenario naturale davvero splendido.

Quando dico un punto di vista ARTOGRAFICO mi rifaccio agli studi di Rita Irwin (Vedi: https://edcp.educ.ubc.ca/rita-irwin/) e Ricardo Marin Viadel, (Vedi: https://demuplac.ugr.es/pages/cv-profesorado/cv-ricardo-marin-viadel), che sono i fondatori dell’ART/ography (Vedi: https://artography.edcp.educ.ubc.ca/?page_id=69).
ART è acronimo di Art, Research, Teaching, ossia una ABR Art Based Research o Investigazione basata in Arte, di grande profondità, in quanto coniugare le ARTI, la RICERCA e l’INSEGNAMENTO offre prospettive di sviluppo veramente interessanti.
L’Artografia, raccoglie una rete di ricercatori e artisti di scala mondiale come si può evincere facilmente navigando il sito https://nicoleyslee.wixsite.com/mappingartography.
Questo carattere internazionale bene rappresenta l’alto livello di confronto e  scambio tra colleghi, che mettono in  pratica i principi artografici scambiandosi ipotesi, prassi e risultati delle investigazioni.
Alle attività hanno partecipato artisti di fama quali Luca Vitone, Massimo Mazzone, Nicoletta Braga, Antonella Conte, David Liver, Aliah Rosenthal, Norma Santi, ma moltissimi altri erano ex studenti o addirittura studenti in corso dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Aula significa flauto, soffio, ambiente arioso, respiro.
La parola infatti condivide la radice con un altro termine greco, aulòs, che significa “flauto”, ossia una canna in cui soffiare. Proprio perché aperta dunque, l’aula “originaria” era un luogo dove soffiava l’aria.
Questa continuità tra apprendere e sperimentare in aula e realizzare, sperimentare all’aperto al di fuori delle mura accademiche, ritengo sia una corretta declinazione della Ricerca in Arte collegata all’insegnamento.
Come afferma Rita Irwin: Impegnarsi nella pratica dell’ artografia, significa indagare nel mondo attraverso un processo continuo di creazione artistica in qualsiasi forma di arte e scrittura, senza essere separate l’una dall’altra, senza essere una pratica illustrativa dell’una rispetto all’altra. Essere invece interconnesse e intrecciate tra loro per creare nuovi o maggiori significati. L’artografia si concentra sul sé, oltre che sull’artista/ricercatore/insegnante, tuttavia, è anche sociale, quando gruppi o comunità di artografi si riuniscono per partecipare alla ricerca, agendo come critici.
Va inoltre considerato che mentre esistono linee di ‘ricerca scientifica’ in ogni ambito universitario, per esempio se guardiamo alla storia dell’arte o dell’architettura esiste un filone di storia sociale dell’arte, esiste anche uno storicismo, esiste un approccio fenomenologico, come esiste un approccio warburghiano, specialmente in Italia non esiste nessuna linea di ricerca scientificamente riconosciuta riguardo all’arte in se. Da qui l’importanza assoluta di questa scuola di pensiero internazionale che offre per esempio a me, come a tanti altri artisti italiani,  una cornice di senso che consente di confrontarci nelle nostre ricerche di artisti e di insegnanti con colleghi di tutto il mondo.