Hub India – Classical Radical

A Torino Hub India – Classical Radical, un progetto in tre sedi per raccontare evoluzioni e contraddizioni della cultura e delle tradizioni indiane, attraverso le opere di artisti contemporanei.

Hub India – Classical Radical è una mostra collettiva a cura di Myna Mukherjee e Davide Quadrio disposta in tre sedi torinesi, l’Accademia Albertina delle Belle Arti, il Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama ed il Museo d’Arte Orientale.

Nato da un’idea della fiera torinese Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea che ha ospitato Hub India – Maximum Minimum, in collaborazione con Emami Art, il progetto sull’India si è poi spostato fuori dall’Oval Lingotto, coinvolgendo importanti istituzioni cittadine.

Sessantacinque artisti provenienti dalle più importanti gallerie e musei indiani, raccontano una terra lontana e contraddittoria, fatta di antiche tradizioni e di come si sono evolute ad oggi, dai valori spirituali alla diffusione del materialismo, attraverso le diverse poetiche contemporanee, passando per la produzione artistica ed architettonica prodotta nel corso dei secoli.

All’Accademia Albertina, Multitudes & Assemblages, i lavori proposti dagli artisti offrono un panorama sulle vicende politiche coloniali e nazionaliste indiane, in relazione con le tradizioni visive moderne. Inoltre, nelle sale dell’accademia, è possibile vedere la prima parte del documentario Sama: Symbols and gestures in contemporary art practices. Italy and India vol. 1., in cui la cultura orientale e quella occidentale vengono messe a confronto attraverso la pratica di artisti italiani tra cui Stefano Arienti, Alessandro Sciarroni, Sissi, Marzia Migliora ed artisti indiani come Sheba Chhachhi, Taniya Goel, Rekha Rodwittiya e Ayesha Singh.

Disruptive Confluences nei locali del Museo Civico d’Arte Antica all’interno di Palazzo Madama, ospita sculture e installazioni in dialogo, ma anche in contrasto, con la collezione permanente del museo. Rimandano alle tradizioni religiose, in senso dissacrante, le sculture di Manjunath Kamath, in cui reinterpreta icone zoomorfe tratte da leggende popolari in terracotta dipinta.

L’ultima parte di questo evento sull’India si trova al MAO e si chiama Residues and Resonances. La mostra rievoca linguaggi, tematiche, soggetti, icone proprie della cultura indiana e asiatica, attraverso la reinterpretazione alcune volte e la sovversione altre volte, di forme e stili classici. Di attualità politica e sociale parlano i Singh Twins, con le loro stampe che trattano di concezioni eurocentriche su arte e identità, oppure le foto di Wasawo X. Waswo, autoironiche immagini del suo lavoro da fotografo e della sua quotidianità nella città di Udaipur nel Rajasthan.

Residues and Resonances, MAO, Courtesy Fondazione Torino Musei |MAO – Museo d’Arte Orientale Ufficio Stampa