Awol Erizku, Falcon (wings), 2022, Duratrans on lightbox, 60 7/8 × 49 1/4 × 3 3/4 inches (154.6 × 125.1 × 9.5 cm), edition of 3 +2 AP

Gagosian New York: “Memories of a Lost Sphinx” di Awol Erizku

Il mio primo incontro con la Grande Sfinge di Giza mi ha portato a realizzare la mia personale interpretazione del mistico e dell’essenza della sfinge. Il risultato è l’interpolazione dello spazio tra la mia memoria e l’immaginazione. (Awol Erizku)

Gagosian New York ha annunciato “Memories of a Lost Sphinx”, una mostra di nuovi lavori di Awol Erizku. Posizionate in un interno dipinto di nero, una serie di sei fotografie accompagnate da una sculture realizzata con diversi media rappresentano la sfinge come simbolo complesso e trasversale a più culture, dagli Antichi Egizi ai Greci, fino alla mitologia asiatica. Organizzata da Antwaun Sargent, è la prima mostra di Erizku presso la galleria.

Erizku lavora con fotografia, film, scultura, pittura e installazione, facendo riferimento a spiritualità, storia dell’arte e hip-hop; nel suo processo creativo, l’artista punta a creare un nuovo linguaggio che superi il gap tra la cultura visuale africana e quella afro-americana. In “Memories of a Lost Sphinx”, Erizku sviluppa la sua iconografia “Afro-esoterica”, esplorando le intersezioni tra la mitologia antica, la tradizione diasporica e la cultura contemporanea.

La sfinge è una creatura ibrida che presenta attributi umani e animali: la testa di un umano, il corpo di un leone, le ali di un falco e, in alcuni casi, la coda di un serpente. Secondo la tradizione egizia, questa figura guardiana aveva la testa di un uomo, mentre per la mitologia greca la sfinge era donna ed era originaria dell’Etiopia. La più famosa sfinge greca venne sconfitta quando Edipo rispose al suo indovinello: “Cosa cammina su quattro piedi al mattino, due al pomeriggio e tre nella notte?”.

Piuttosto che riferirsi ad una singola entità o ad un’unica narrativa, la costellazione di immagini in mostra presenta delle allegorie degli attributi della creatura, raffigurando un leone che cammina dietro un secondo piano cosmico, un falco che atterra su una mano con un guanto, un serpente saldamente attorcigliato e una minacciosa tarantola. Al posto della testa del faraone c’è invece una fotografia della star dell’NBA Kevin Durant.

Il raggruppamento di queste immagini indaga questioni di significato e identità soppiantando il corpo con composizioni che esplorano la struttura concettuale della sfinge come simbolo ibrido che incarna enigmi, saggezza, divinità, soglie e la transizione tra la vita e la morte. Le immagini sono accompagnate da Nefertiti-Miles Davis, una strobo sfera dorata con la forma dell’iconico busto della regina egizia. Il titolo della scultura nasce dall’album di Davis del 1968: l’opera unisce l’arte visuale e la musica, simboli conosciuti e nuove forme, antichità e postmodernità, illuminando dinamicamente lo spazio espositivo.

“Memories of a Lost Sphinx” può essere visitata durante gli orari di apertura della galleria e in ogni momento attraverso le vetrine dello spazio espositivo, con le immagini illuminate internamente e le sculture specchiate che trasformano lo spazio durante il giorno e la notte. Sarà una grande opportunità per ammirare l’opera di Erizku, dopo il progetto “New Visions for Iris” (2021), una presentazione delle sue fotografie retroilluminate posizionate presso le fermate degli autobus di New York e Chicago, sponsorizzata dal Public Art Fund.

Awol Erizku è nato nel 1988 a Gondar, in Etiopia, e vive e lavora tra Los Angeles e New York. Erizku ha ottenuto un Bachelor of Fine Arts dalla “Cooper Union for the Advancement of Science and Art” di New York e un Master of Fine Arts dalla Yale School of Art. Tra le collezioni che conservano il suo lavoro ci sono la FLAG Art Foundation di New York e il Museum of Fine Arts di Boston. Le sue fotografie raffiguranti leader culturali e creativi famosi sono apparse su rinomate riviste statunitensi come The New Yorker, New York, GQ e Vanity Fair.

Dal 10 marzo al 16 aprile 2022