Qualche settimana fa si è chiusa presso Gagosian Basel la mostra dedicata a Richard Artschwager. La galleria svizzera ha presentato al pubblico una selezione di dipinti, sculture e disegni dell’artista statunitense, in quella che è stata la prima esposizione in assoluto del suo lavoro presso Gagosian Basel. Dopo la partecipazione alla epocale “Live in Your Head. When Attitudes Become Form” di Harald Szeemann, presso la Kunsthalle Bern nel 1969, l’opera di Artschwager iniziò ad essere esposta nelle più prestigiose istituzioni culturali svizzere: la Kunsthalle Basel (1981), il Kunst Museum Winterthur (2002 e 2006) e il Kunstmuseum St. Gallen (2005).
Nella sua ultradecennale carriera artistica, Artschwager ha sempre cercato di attraversare i confini tra generi e media diversi. L’artista statunitense è sempre andato oltre la mera raffigurazione pittorica, rivelandone la “disonestà” intesa come illusione, cercando invece di mettere a nudo l’essenziale stranezza degli oggetti e degli spazi di tutti i giorni. Il suo lavoro pone in primo piano le strutture che stanno dietro la percezione umana, spesso fondendo immagini piane e oggetti tridimensionali in maniera arguta e straniante. Artschwager si è servito di materiali sintetici, specialmente Formica e Celotex, per realizzare la maggior parte delle opere che lo hanno reso celebre in Svizzera e nel mondo.
In occasione della mostra di Basilea, il pubblico ha avuto l’occasione di ammirare diversi dipinti su Celotex, tra cui due dal titolo “Weaving” (1969), il cui focus principale è rappresentato proprio dalla superficie del supporto; “Untitled” (1992), una visione dall’esterno di una casa di periferia, ha fatto compagnia a “The Kitchen” (1971), interno casalingo ricco di dettagli. L’incisione “T.W.M.D.R.B.” (1987) raffigurava sei oggetti casalinghi tra cui un tavolo, una finestra e una porta. Queste opere hanno permesso di conoscere il costante interesse dell’artista nei confronti della dimensione domestica, infondendo un approccio documentaristico ma con un effetto surreale. Gli oggetti sembravano vicini e lontanissimi allo stesso tempo, l’intimità estraniante del quotidiano ha proiettato i visitatori in una dimensione bivalente. Artschwager prende le immagini dalle fotografie presenti sui giornali, impiega una griglia per ingrandirle e migliorare i dettagli sfocati.
La scultura “Exclamation Point (Yellow)” (2001) ha occupato un angolo della galleria, mentre due sedie, entrambe realizzate nel 1990 in quercia rossa, laminato Formica, cuoio e acciaio dipinto, hanno permesso ai visitatori di apprezzare le opere da prospettive diverse e più vantaggiose. L’opera “blp”, una losanga in legno dipinto, è stata abbinata a un’altra dalla forma simile dipinta a spray direttamente sulla parete della galleria con uno stencil. Artschwager ha concepito questi simil-loghi o glifi come fossero segni indelebili della presenza umana nel posto. L’artista ha spiegato che questi lavori sono nati anche dall’esigenza di “cercare di realizzare un’opera d’arte accessibile per tutti”.
Una selezione di disegni a pastello dell’ultima parte della sua carriera raffigurava il paesaggio del New Mexico, dove l’artista passò gli anni dell’adolescenza. La consistenza ruvida della carta su cui sono state realizzate queste opere dai colori spumeggianti richiama quella del Celotex, sebbene la tavolozza utilizzata risulti decisamente più ampia e variegata. “Road with Causeway” (2011) e “Landscape with Blue Mountains” (2009) hanno portato in mostra vivaci scene cinematografiche, mentre una natura morta come “Watermelon on Green Paper” (2011) ha fatto da contraltare, trasmettendo un senso di semplicità e immediatezza.
La mostra è stata parte del Kunsttage Basel, un programma artistico che ha riguardato tutta la città di Basilea e che ha coinvolto oltre cinquanta istituzioni museali, gallerie e altri spazi culturali.
Richard Artschwager è nato a Washington DC nel 1923. Nel corso della sua longeva carriera ha dato vita ad opere che oggi sono conservate presso le collezioni di importanti istituzioni internazionali quali il Kunstmuseum Wolfsburg; il Museum Ludwig di Colonia; la Staatsgalerie Stuttgart; il Centre Pompidou; la Tate; il Museum of Modern Art; il Whitney Museum of American Art e l’Art Institute of Chicago. Ha esposto a Miami, Berlino, New York, Los Angeles, Monaco, St. Louis e ha partecipato a cinque edizioni di Documenta Kassel tra il 1968 e il 1992. Nel 2019 si è tenuta una retrospettiva sul lavoro di Artschwager presso il MART di Trento e Rovereto. La mostra, curata da Germano Celant, era stata poi spostata al Guggenheim di Bilbao fino al febbraio del 2020.
Immagibe uin evidenza: RICHARD Artschwager, Exclamation Point (Yellow), 2001. Plastic bristles on a poplar core painted with latex65 x 22 x 22 in165.1 x 55.9 x 55.9 cm. Edition of 3© 2022 The Estate of Richard Artschwager / Artists Rights Society (ARS), New YorkPhoto: Rob McKeeverCourtesy Gagosian