Ernst Scheidegger
Ernst Scheidegger Allieva della scuola di danza di Madame Rousanne, Parigi, ca. 1955 © Stiftung Ernst Scheidegger-Archiv, Zürich

Faccia a faccia. Omaggio a Ernst Scheidegger

Il MASI Lugano inaugura la stagione espositiva 2024 con un omaggio a un artista svizzero che ha scritto un importante capitolo della storia della fotografia, Ernst Scheidegger.

Ernst Scheidegger, grande amico di Giacometti e degli artisti d’avanguardia parigina, fotoreporter e collaboratore dell’agenzia Magnum Photos fondata nel 1947 da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, David Seymour, George Rodger, William e Rita Vandivert, con sede a Parigi, New York e Londra. Nel centenario della nascita del fotografo svizzero (Rorschach, 1923- Zurigo, 2016) il MASI Lugano gli dedica una grande mostra che comprende sia scatti inediti, del decennio 1945-1955, sia i celebri ritratti d’artista, realizzati su commissione, a partire dalla metà degli anni Cinquanta.

Fotografo prolifico ma anche filmmaker, editore, pittore, grafico e designer, curatore e gallerista, Scheidegger, che si era formato con i maestri della Kunstgewerbeschule di Zurigo, ha uno sguardo neorealista nell’immortalare uomini e situazioni del Secondo dopoguerra con scatti puliti, nitidi, connotati da una sensibilità umana particolarmente attenta.

Ernst Scheidegger verso la fine degli anni Quaranta va a Parigi e diventa collaboratore di Werner Bischof. Successivamente Max Bill lo chiamerà alla Scuola di Design di Ulm che, in continuità con la tradizione istituita dal Bauhaus, si proponeva come obiettivo quello di coniugare arte, tecnologia e artigianato. La sua amicizia profonda con Alberto Giacometti, che durerà tutta la vita, lo porterà a frequentare sia lo studio parigino di Montparnasse sia la sua abitazione di Stampa e quella di Maloja, in Val Bregaglia.

Il film/intervista su Giacometti, visibile nel percorso espositivo del MASI, è un vero e proprio capolavoro che ha la capacità di svelare le ragioni profonde del fare artistico dell’artista svizzero. La sua manualità plastica, il disegno, le priorità nella rappresentazione, l’attenzione allo sguardo, e quindi agli occhi dei personaggi ritratti, rivelano alcuni aspetti assolutamente inediti dell’artista nato nel Cantone Grigioni. Alcune frasi di Giacometti raccolte da Scheidegger nel cortometraggio, realizzato in collaborazione con Peter Münger tra il 1964 e il 1966, risultano davvero di capitale importanza per comprendere una poetica che si concentra sul rapporto con la realtà avvertita come imprendibile: “Quando sono completamente perso, ho la sensazione di avanzare”, “perché più si fallisce, più si ottiene”. I due si erano conosciuti a Maloja, durante il servizio militare, e Scheidegger riuscì a far vedere il corto a Giacometti proprio un giorno prima della sua morte a Coira nel 1966.

Gli scatti realizzati nei luoghi più diversi con la sua Rolleiflex ci restituiscono la vita di una società devastata dalla Seconda guerra mondiale: orfanotrofi, carceri, bambini di strada nel sud d’Italia, le proteste dei lavoratori. Singolare è il fatto che nella sede LAC del MASI di Lugano è possibile vedere anche un ritratto di Scheidegger, con occhi vivissimi, realizzato da Giacometti nel ’59. In mostra, accanto ai ritratti fotografici degli artisti, trovano posto alcune delle opere d’arte che hanno realizzato come a voler sottolineare il rapporto stretto tra la dimensione fisiognomica e il processo creativo.

La mostra, inaugurata al MASI di Lugano il 18 febbraio si concluderà il 21 luglio 2024, a cura di Tobia Bezzola e Taisse Grandi Venturi in collaborazione con il Kunsthaus Zürich e la Stiftung Ernst Scheidegger-Archiv.