Onofrio Cuttaia, Direttore generale creatività contemporanea, ha subito parlato di un padiglione condiviso con le altre arti che possa ridisegnare insieme un percorso nuovo. Roberto Cicutto, Presidente della Biennale di Venezia, ha invece, prima illustrato il sistema di gestione sanitaria per la fruizione della 17. Mostra Internazionale di Architettura, ma ha poi sottolineato che «l’Architettura, al pari delle altre espressioni artistiche, trova la sua ragion d’essere proprio nel profondo legame che ha con la vita e con la società, quando attraverso la sintesi creativa è capace di rappresentare tutti gli aspetti del vivere umano.»
Il curatore del Padiglione Italia Comunità resilienti, Alessandro Melis, pone al centro della sua mostra i meccanismi dell’evoluzione: «se capiamo l’evoluzione nella natura possano capire come progettare.»
Il Padiglione Italia 2021 si fonda sulla convinzione che la crisi climatica sia la più grande sfida che l’Umanità debba affrontare. Il mondo dell’architettura ha la responsabilità di portare il proprio contributo. Il fatto che le risorse a nostra disposizione non siano infinite è assodato. Promuoviamo un radicale ripensamento del tessuto urbano, per trasformare le comunità in sistemi aperti, virtuosi e resilienti. La loro capacità di reagire ai cambiamenti climatici e sociali è essenziale.
«Diamo voce alla marginalizzazione. È il momento dei creativi, dei visionari. Vogliamo che sia il padiglione della possibilità. Una mostra che, come un sismografo, provi a coinvolgere le altre arti. La biologia ci insegna che il rumore di fondo è la parte più importante dell’esplorazione.» Sono le parole, quasi degli slogan, di Alessandro Melis che conclude: «lo status quo non è un opzione!»