Caitlin Cherry, Noisyboy. Photo courtesy Luce Gallery

Caitlin Cherry: Noisyboy

Fino al 21 dicembre la Luce Gallery di Torino presenta Noisyboy, la prima personale dell’artista afroamericana Caitlin Cherry in Europa seguita con molto interesse dal pubblico statunitense.

La mostra riunisce dipinti figurativi inediti che appartengono all’ultima serie dell’artista afroamericana, la cui ricerca è caratterizzata da una particolare pratica pittorica che s’ispira alla storia e all’attualità. Esemplari sono le opere ad olio che riflettono sul desiderio sovrapposto, diffuso negli Stati Uniti, per il corpo di donne nere e la loro successiva brama di veicoli di lusso. Una combinazione estetica che ha avuto origine nelle pinup della Seconda Guerra Mondiale, quando ragazze sessualizzate venivano utilizzate nella propaganda con lo scopo di ricordare ai soldati le loro amate e il progresso dell’ingegneria per cui combattere tornando vincitori. L’intenzione di rappresentare il desiderio maschile è sovvertita attraverso l’impiego di una palette sovrasatura e un contemporaneo èthos tecnologico per la disgregazione di immagini. Caitlin Cherry raffigura un mondo privo di uomini e suggerisce che fin dall’inizio le seduttrici volevano per sé il potere di queste macchine, così da procurarsi una via di fuga fuori dalla cornice pittorica verso la liberazione. Il suo immaginario è pieno di figure femminili nere, che indossano pantaloni di pelle come i costosi interni delle loro automobili. Il titolo della serie e della mostra deriva dal film di fantascienza sportivo “Real Steel” (2011) di Shawn Levy, in cui robot meccanici di un prossimo futuro, come Noisy Boy, combattono sui ring al posto dei pugili e vengono controllati a distanza da operatori umani. Influenzata da questa storia di velocità, prestazioni, avidità e temerarietà di quando il trio di robot protagonista converge, l’artista mantiene una propensione per il futurismo distopico. I lavori sfidano una cultura in cui la buona ingegneria è una sensibilità maschile e, al contrario, gli incidenti sia nella pittura che nell’interfaccia dell’immagine sono interventi graditi. Con un singolare uso del colore continua ad esplorare i fenomeni cromatici negli schermi a cristalli liquidi malfunzionanti, mentre l’osservatore lascia la sua matrice di distorsione per una nuova comprensione della rappresentazione. Di grandi dimensioni, i ritratti esposti riproducono anche video pubblicati su Instagram di giovani rapper molto attive e seguite sui social media, come Tokyo Jetz e Stefflon Don. I fermimmagine vengono alterati digitalmente al computer in diverse fasi prima di ottenere il risultato finale, che determina la composizione pittorica. Il loro trasferimento sulla tela esalta l’identità che impersonano, ma non è necessariamente richiesto di riconoscere il personaggio famoso.

Caitlin Cherry (1987, Chicago) vive e lavora a New York e a Richmond in Virginia. I suoi lavori sono stati esposti in mostre personali, tra gli altri, al Brooklyn Museum (New York), Providence College Galleries (Providence), The Anderson – Virginia Commonwealth University (Richmond), University Museum of Contemporary Art – UMass Amherst (Amherst), e in collettive allo Studio Museum of Harlem (New York), Utah Museum of Contemporary Art (Salt Lake City), Hallie Ford Museum of Art (Salem), Performance Space (New York), Sullivan Galleries (Chicago). Nel 2016 all’artista è stata assegnata la Robert Rauschenberg Foundation Fellowship Residency e nel 2015 il Leonore Annenberg Fellowship. Ha conseguito il Master of Fine Arts alla Columbia University. Attualmente è Assistant Professor of Art alla Virginia Commonwealth University a Richmond.

Noisyboy
Caitlin Cherry
Luce Gallery
dal 26 ottobre al 21 dicembre 2019
Torino,
Largo Montebello 40
Orari: da martedì a venerdì, 15.30 – 19.30
+39 011 18890206
info@lucegallery.com
www.lucegallery.com