Nessuno escluso
Bianco-Valente, Nessuno escluso, 2020, Installazione ambientale, lettere in ferro verniciato.

Bianco-Valente Nessuno escluso, intervento di arte pubblica

L’11 Novembre all’ingresso della città di Napoli, tra via Amerigo Vespucci e corso Arnaldo Lucci, sulla rotonda di Via Marina alle spalle del porto appare una scritta: “Nessuno escluso”. Lo sguardo di chi arriva in città si può così soffermare sulla installazione ambientale prodotta dal duo Bianco-Valente, realizzata nell’ambito dei lavori di riqualificazione dell’asse costiero.

“Che cosa state leggendo, mio signore?” chiede Polonio e Amleto risponde “Parole, parole, parole”, alcune semplici e brevi frasi possono evidentemente avere un enigmatica potenza, ma certo questo dipende anche dalla loro risonanza. Con “Nessuno escluso” non si assiste ad una mostra o si attraversa un percorso preordinato, ma si declina una esperienza di fruizione di un’arte che fa vibrare non solo gli abitanti ma lo stesso territorio che essi vivono quotidianamente. 

Pino Valente e Giovanna Bianco, coppia nell’arte e nella vita, lavorano e abitano nel capoluogo campano. Uno dei loro lavori più conosciuti e simbolo della città partenopea: è “Il mare non bagna Napoli”. L’opera installata nel 2015 sulla terrazza del Museo Madre riprende il titolo del celebre libro pubblicato da Anna Maria Ortese nel 1953 e domina il quartiere di San Lorenzo, il Vesuvio e il mare che è possibile scorgere soltanto in lontananza. Sono trascorsi cinque anni e tanti altri progetti realizzati sia in Italia che in Europa, ma resiste nel loro modo di interpretare l’arte quel cortocircuito tra significato e significante che viene sempre proposto con grande acutezza. 

L’arte nello spazio pubblico rimane la piattaforma socialmente più impegnativa ma, tuttavia, quella maggiormente pluralista a disposizione per gli artisti. “In oltre due millenni di storia, la città di Napoli ha sempre saputo creare valore dalle differenze, tanto che nel carattere dei suoi abitanti si è sviluppata nel tempo una forte propensione all’accoglienza e all’integrazione” affermano Bianco-Valente dichiarando che: “la città è un grande laboratorio sociale dove quotidianamente si sperimentano particolari forme di convivenza fra le diverse classi sociali che condividono da secoli le stesse strade e gli stessi edifici. Il confronto serrato, a volte anche aspro, fra persone portatrici di storie molto diverse fra loro, permette di sviluppare uno sguardo sempre nuovo attraverso cui interpretare l’esistente. Questo particolare approccio alla contemporaneità lo si ritrova nella vasta produzione musicale, teatrale, cinematografica, letteraria che affonda le proprie radici nella cultura partenopea”. Emerge dalle loro parole una Napoli estemporanea, frammentaria, ma allo stesso tempo pubblica, comunitaria, collettiva. Una Napoli contraddittoria, ma che nelle sue contraddizioni riesce costantemente a farsi “singolare-plurale”.

L’opera di Bianco-Valente contiene in sé tanto la similitudine quanto la differenza, raccontando di un insieme di persone unite non da un ‘più’, ma da un ‘meno’, legati da un ‘dovere’ – nel senso in cui si dice ‘ti devo qualcosa’ e non “mi devi qualcosa” –  come afferma il filosofo napoletano Roberto Esposito. Stare-con, stare-insieme o essere-in-comune, uno è sempre più di uno, un tentativo di ricomposizione contro la frammentazione e le disuguaglianze indotte, un lavoro inclusivo a favore di una sincerità artistica e di una convinzione intellettuale. 

Bianco-ValenteNessuno escluso, 2020, Installazione ambientale, lettere in ferro verniciato.