Lorena Bucur e Davide Viggiano hanno proposto al pubblico un progetto site-specific dove l’ibridazione avviene sia nella collaborazione stretta tra i due autori, attraverso la realizzazione dell’installazione ambientale Glimpses, e sia nella metodologia utilizzata per la produzione della singole opere.
Come riportato sul foglio di sala a firma di D’Alberto: «TORRSO diventa la location di un progetto in cui la dimensione pubblica della città entra nell’ambiente privato della galleria e quella privata, che caratterizza gli ateliers dei due artisti, è presentata pubblicamente ai visitatori».
Glimpses rappresenta proprio questo incontro, in una vasca da bagno i due artisti hanno riversato diversi secchi di sabbia prelevata dal litorale pesarese, la superficie in arenile è diventata il desk per una proiezione poetica di alcune riprese che riguardano i processi “alchemici” che da sempre appartengono alle tecniche di lavoro di Viggiano e ai contesti ambientali che spesso Bucur intercetta con la sua macchina fotografica.
Il risultato è una fusione tra i linguaggi e gli ambienti che sono entrati in gioco nel progetto espositivo: gli studi di Bucur e Viggiano, lo spazio della galleria e la città di Pesaro stage di un’esperienza immersiva nella ricerca dei due autori.
«Entrambi gli artisti lavorano con materiali artificiali e naturali, tecniche innovative che ragionano sulle declinazioni dell’arte in età contemporanea, secondo un approccio inedito e sperimentale. Bio-plastiche, micro polveri, cemento, agar-agar e vegetali trovano, nel lavoro di Bucur e Viggiano, nuovi equilibri e nuove relazioni che “evidenziano” le “derive” del nostro presente e le possibili strade percorribili come vie di “salvezza”» (D’Alberto).
Lorena Bucur si muove tra contraddizioni e riappacificazioni concettuali utilizzando tecnologiche edilizie per produrre fotografie spellicolate su basi in cemento: il risultato, dal sapore vintage, mostra una natura che tenta di sopravvivere nonostante sia succube dei processi industriali.
Lo scatto fotografico, usurato nelle fasi di stampa presenta una natura desiderosa di riappropriarsi dei suoi spazi, ma la superficie delle mattonelle in cemento sberciate e “logorate dal tempo” riportano la riflessione sul valore della memoria e del ricordo di un momento che forse non potrà più tonare.
Davide Viggiano offre una proposta dove l’artificio è inteso come capacità dell’uomo nel saper operare con maestria. I suoi lavori nascono da una ricerca volta alla produzione di materiale plastico di origine naturale contaminato da sostanze artificiali come smog e polveri sottili. Realizzato il composto in stato melmoso e disteso su lastre di plexiglass, il processo di essiccamento viene completato all’aperto, per lasciar sedimentare l’inquinamento che quotidianamente è prodotto dalle nostre città.
Davide Viggiano ragiona su come la relazione tra naturale e artificiale sia molto stretta e come l’uomo sia all’interno di un sistema dove ogni sua azione ed ogni suo comportamento può condizionare la sua esistenza e la sua sopravvivenza. Affascinante la serie Scarti ibridi Khthon dove la formazione dell’artista nel settore dell’Arte del Tessuto torna prepotentemente nel processo manifatturiero messo in atto da Viggiano: trame, intrecci e texture rendono striscioline di bio-plastiche veri e propri tessuti dai colori pastello di grande tendenza.
Se in Bucur il processo industriale, nell’uso del cemento, e il processo tecnologico, nello scatto fotografico, diventano il punto di partenza per veicolare nuovi temi riconducibili al naturale in Viggiano i materiali naturali contaminandosi con sostanze artificiali e nocive attivano un’ibridazione che esprime quell’evoluzione, spesso irreversibile che appartiene alla natura e all’arte. (D’Alberto)
La mostra potrà essere visitata fino al 25 febbraio 2024 nei seguenti giorni: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 17, sabato dalle 9 alle 12, gli altri giorni su appuntamento.
Spazio TORRSO
Via A. Spada, 28 – Pesaro (PU)
info: torrso@gmail.com | mob. +39 349 102 1902