Bianco e nero ma anche blu cobalto, pipistrelli umanizzati e figure iconiche, video e fotografiche si susseguono nell’AuditoriumGarage, sito all’interno dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, per dar vita a An Unguarded Moment, prima antologica su Adrian Tranquilli (Melbourne, 1966) a cura di Antonello Tolve.
Visibile fino al 06 marzo 2022, la personale di Adrian Tranquilli si pone al cospetto del visitatore riassumendo tematiche da sempre indagate dall’artista. Addentrandosi nel rinnovato spazio espositivo, di oltre 1000 mq della Fondazione Musica per Roma e tutto dedicato all’arte contemporanea, si arriva alla mostra, prima di un ciclo di esposizioni ideate dall’Auditorium – organizzata da Musica per Rome con il patrocinio della Regione Lazio – per enfatizzare la centralità delle arti nei processi di trasformazione della società, per sperimentare dialoghi e ibridazioni tra forme espressive diverse e nuove tecnologie. La mostra è accompagnata dalla monografia Adrian Tranquilli edita da Maretti Editore con i contributi di Sergio Brancato, Raffaella Frascarelli, Antonello Tolve, Eugenio Viola.
Per approfondire il progetto ho avuto il piacere di intervistare l’artista ideatore: Adrian Tranquilli.
Maila Buglioni: «Con “An Unguarded Moment torni ad esporre in un’istituzione pubblica della Capitale dopo diversi anni di assenza, presentando per l’occasione oltre cinquanta opere attraverso un percorso inedito composto da installazioni ambientali di forte impatto visivo oltre che video, installazioni, sculture, fotografie e interventi sonori. Come e quando nasce questo articolato progetto?»
Adrian Tranquilli: «Nel 2019 Daniele Pittèri, l’AD dell’Auditorium, mi ha contattato per inaugurare un nuovo spazio espositivo permanente, proponendomi questo enorme garage, più di mille metri quadrati, completamente vuoto dandomi carta bianca. Tutto lo spazio, dai pavimenti ai soffitti è stato poi costruito in funzione della mostra diventandone parte integrante e inscindibile della stessa. Pur essendo una mostra antologica, non è stata pensata in senso cronologico ma le opere sono state remixate creando un percorso inedito dove lavori con più di vent’anni di differenza si sono confrontati reinterpretandosi.»
M. B.: «Un progetto affatto scontato che ti vede protagonista e che riesce ad immergere il pubblico in un universo visivo costruito attraverso riferimenti alle icone che popolano il nostro immaginario collettivo in cui storia ed attualità, figure reali ed immaginarie, (super)eroi ed i loro antagonisti s’intersecano. Ma qual è il messaggio ultimo che vuoi trasmettere attraverso An Unguarded Moment?»
A. T.: «Intersecando realtà e de-realtà altre affermo la relatività di entrambe dove tutto è possibile e niente è vero: il principio di realtà non esiste. An Unguarded Moment è il momento in cui il muro dell’ovvio crolla, per un attimo, e si svela. É quell’attimo che tolti i veli di ciò che è dato come principio di realtà crolla. E forse, forse finalmente intravedi…»




M. B.: «La tua ricerca è incentrata su tematiche legate all‘identità culturale partendo dalle narrazioni epiche e le strutture del mito fino a trasposizioni moderne di queste narrazioni come il ruolo delle figure salvifiche, l’egemonia del potere maschile, l’agire umano.. »
A.T.: «Citando Lévy-Strauss, non mi interessa come gli uomini pensano nei miti, ma come i miti operano nelle menti degli uomini senza che loro siano informati di questo fatto. In particolare, ho focalizzato il mio lavoro sull’analisi del concetto di maschio salvatore, di colui che salva in nome del bene e del giusto. Il supereroe incarna, perché ne è la ovvia conseguenza, questo concetto, che pur essendo per me insostenibile e inaccettabile, è uno strumento straordinario di analisi, una chiave.»
M.B.: «Questa mostra è, inoltre, ideata per evidenziare l’importante ruolo che la musica gioca nella tua produzione artistica: dalla prima all’ultima opera installativa il suono non abbandona mai lo spettatore accompagnandolo in un viaggio in cui metafore, fatte di immagini e toni acustici, si intersecano…»
A.T.: «La musica è parte integrante della mostra, lega e in alcuni casi slega le opere. Ma il legame è ancora più profondo. I titoli della maggior parte dei miei lavori sono titoli o frasi di canzoni, la musica è già dentro quando vengono realizzate…Personalmente non potrei vivere senza musica.»
M.B.: «Nel percorso della mostra ho notato che anche la letteratura, la mitologia e il cinema (soprattutto) ha influenzato la tua ricerca: da quello muto alle scene di Linch fino ai film più apocalittici… »
A.T.: «Le influenze sono multiple, sicuramente il cinema ha sempre avuto un grosso impatto sul mio lavoro, i miei video gli ho sempre pensati come dei micro film. Ho una totale adorazione reverenziale nei confronti di David Lynch il cui lavoro è un magnifico scrigno senza fondo.»

M.B.: «Parlando con gli artisti ho constatato che per molti l’arrivo della pandemia ha modificato qualcosa rispetto alla propria pratica artistica. Tu hai riscontrato qualche cambiamento e se sì cosa?»
A.T.: «Ho avuto solo l’ennesima conferma della follia dell’Antropocene.»
M.B.: «Cosa ti aspetti che rimanga al visitatore della tua mostra?»
A.T.: «Quello che cerco di offrire è la consapevolezza che il nostro modello culturale, così come gli altri, ci è dato, è indotto per cui è relativo. Averne la consapevolezza è già un piccolo passo in avanti per sperare in una rifondazione di un nuovo modello ma la strada è ancora lunga, lunghissima.»
M.B.: «Progetti futuri? Puoi anticiparci qualcosa?»
A.T.: «Dopo An Unguarded Moment arriverà inevitabilmente A Guarded Moment…»
“An Unguarded Moment” di Adrian Tranquilli
A cura di Antonello Tolve
fino al 06 marzo 2022
AuditoriumGarage Parco della Musica
Via de Coubertin, 30 – 00196 – Roma RM
email: info@musicaperroma.it
website: https://www.auditorium.com/