Il 2 ottobre scorso entrambi i miei figli hanno celebrato la festa dei nonni: le rispettive maestre, molto attente a queste ricorrenze, hanno fatto preparare loro poesie e disegni per poterli almeno idealmente – di questi tempi è bene che nonni e nipoti stiano distanti – abbracciare. Nessuna iniziativa, al contrario, per la festa della donna. E quando ieri sera mi sono azzardato a chiedere al più piccolo se avesse pensato a sua madre, alla sorellina e alle compagne, lui mi ha risposto: “ma la festa della donna è tutto l’anno”. Considerato che è anche piuttosto carino, un destino di latin lover non glielo toglie nessuno.
Mia figlia, invece, il suo motivo per festeggiare ce l’aveva. Simpatica attivista già dalla tenera età di sei anni – adesso ne ha dieci – sussultava di gioia alla notizia, comunicata ieri sera dal TG, che la Confederazione Elvetica ha bandito il burka. Inutile spiegarle che tante donne musulmane lo considerano un segno di rispetto: per lei indossarlo è sbagliato, e bisogna correre ai ripari. La sua logica è insomma quella delle artiste che, a prescindere da considerazioni relative alla qualità, o all’opportunità, di questo o quel progetto espositivo, rivendicano pari diritti rispetto a colleghi di altro genere. E non lo fanno certo in spirito sanremese, inscenando un chiassoso e pretenzioso carnevale, ma attraverso dibattiti, tavole rotonde, conferenze. O magari leggendo libri in cui si parla di donne straordinarie come Jeanne Hébuterne: audace e disinibita, anticonformista e ribelle e lei stessa artista in proprio, sebbene offuscata dall’ombra del grande Modigliani, cui ha dedicato un bel romanzo, candidato allo Strega, Grazia Pulvirenti (Non dipingerai i miei occhi. Storia intima di Jeanne Hébuterne e Amedeo Modigliani, Jouvence, 2020, euro 11.50). O meditando le storie di Palma Bucarelli, energica direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, le cui sue scelte visionarie la portarono a riconoscere per tempo artisti del calibro di Burri e Fontana nella città più conservatrice d’Italia, e di Margherita Sarfatti, la fondatrice di Novecento, entrambi raccontate da Rachele Ferrario (Regina di quadri. Vita e passioni di Palma Bucarelli, Mondadori, 2018, euro 22 e Margherita Sarfatti. La regina dell’arte nell’Italia fascista, Mondadori, 2018, euro 15.50). O infine, dalla viva voce dell’artista stessa, la vita di Marina Abramovic (Attraversare i muri, Bompiani, 2018, euro 13.00). Essere donna, in questo mondo, non è facile. Esserlo nell’arte, come insegna Marina, può essere doppiamente stimolante. Viva le donne!