Michael Fliri My private fog II, 2017 Fotografia a colori Courtesy l’artista e Galleria Raffaella Cortese, Milano. Foto: Rafael Kroetz

The Mountain Touch

Il Museo della Montagna di Torino prosegue il Programma Sostenibilità con la collettiva The Mountain Touch visitabile fino al 2 aprile 2023.

Il Museo Nazionale della Montagna, dal 5 novembre al 2 aprile 2023, propone due mostre temporanee, una retrospettiva di Adolf Kunst (1882-1937) intitolata Paesaggi di Carta e The Mountain Touch, una mostra collettiva che coinvolge quindici diversi artisti nazionali e internazionali.

Paesaggi di Carta offre uno sguardo sulla produzione artistica dell’artista Adolf Kunst, architetto e docente bavarese, racchiusa in 330 opere donate dagli eredi dell’artista, la famiglia tedesca Lutz di Hof. La mostra, curata dalla direttrice del Museo Daniela Berta e dalla conservatrice del Centro Documentazione Veronica Lisino, si presenta come un racconto che parte dalla bibliografia dell’artista per proseguire con la produzione di trent’anni di carriera. Kunst ha documentato i numerosi viaggi in giro per le Alpi, dalla Germania all’Austria, alla Dalmazia, all’Italia e alla Francia. Ha utilizzato diverse tecniche come l’acquaforte, la xilografia, la litografia e la linoleografia, ma anche attraverso la lavorazione del legno e metallo, con la pittura ad olio e acquarello, o semplicemente con il disegno. Un percorso espositivo che conduce nel cuore delle Alpi del Novecento, tra baite, chiese, paesaggi incontaminati e tradizione montana.

Dopo Ecophilia. Esplorare l’alterità, sviluppare empatia, il viaggio al Museo della Montagna continua sulle corde del contemporaneo e della sostenibilità  con The Mountain Touch, una mostra collettiva a cura di Andrea Lerda che coinvolge 15 artisti: Paola Anziché, Emanuela Ascari, Sara Berts, Ruben Brulat, Alberto Di Fabio, Michael Fliri, Christian Fogarolli, Lucas Foglia, Fernando Garcia Dory, Nona Inescu, Marcos Lutyens, Andrea Nacciarriti, George Steinmann, Peter Stridsberg e Zheng Bo. Quest’ultimo partecipa con un progetto speciale esposto al MAO, Museo d’Arte Orientale di Torino. 

La montagna diventa un laboratorio educativo che invita a riflettere sull’importanza di mantenere una profonda ed equilibrata connessione con la natura. The Mountain touch propone una serie di opere che celebrano l’importanza della relazione tra uomo e natura, accompagnando il visitatore in una dimensione di riflessione ed estraniamento dalla città, immergendolo in un dialogo terapeutico a contatto con opere d’arte che celebrano la montagna e i suoi elementi.

L’inizio del percorso espositivo è guidato da un canto rituale con strumenti musicali che segnano un ritmo tribale, come se si trattasse di un canto sciamanico. Il percorso si apre con 4’28’’ di video di Ruben Brulat, Doigt, voir dans le vert des jungles (2018). La ripresa ci invita a porre l’attenzione al dettaglio in primissimo piano, sfocato, di una pianta nel momento in cui il dito dell’artista entra in contatto con essa. Alcuni studi confermano infatti che toccare il legno e le foglie di una pianta stimolano il sistema nervoso parasimpatico con un conseguente effetto anti-stress.

Gli esseri umani dipendono completamente dalle piante, le quali sono utilizzate per nutrirsi, curarsi, vestirsi, costruire abitazioni e mobili, come combustibile, ma soprattutto sono fondamentali per la produzione di ossigeno, quindi vitali per la nostra esistenza. L’azione di respirare ci connette completamente con il mondo che abbiamo intorno e l’opera Deep Breathing (2019) di Nona Inescu ci ricorda proprio questo, è infatti una cassa toracica in metallo con dei minerali incastonati.

Le opere in mostra inseriscono nello spazio espositivo elementi del mondo montano: piante officinali, fogli cerei, terra da calpestare e piante, l’unico progetto pittorico è di Alberto Di Fabio che con Materia invisibile (2022) che dipinge una parete del museo, ispirandosi al mondo delle scienze naturali. Mentre con la sua installazione Andrea Nacciarriti ricorda che l’aria è un elemento fondamentale la cui azione è di forte impatto su di noi e sul nostro pianeta e la mette in mostra artificialmente utilizzando un ventilatore puntato su delle piante di Pennisetum alopecuroides

The Mountain touch è paragonabile ad una di quelle “maschere di natura” che Michael Firi indossa nella performance documentata dalla serie fotografica My private fog II, un’occasione per immergersi nella montagna e per respirare. Nelle città la maggior parte delle persone non riesce a rigenerare la propria mente godendo di un paesaggio naturale, così Peter Stridsberg mette in scena In a slow gare from the horizon’s speckled cheek, un’installazione ambientale in cui invita lo spettatore a sedersi su un letto e ammirare il panorama fuori dalla finestra. Mentre Christian Fogarolli con Recycled Brain (2020) ci chiede di riflettere sulla dispersione e l’accumulo della plastica nell’ambiente, mostrando un grande ed elegante arazzo realizzato con la manifattura di Fabbrica Lenta di Giovanni Benotto, la cui materia prima è la plastica riciclata.

Paola Anziché La Terra suona, 2022 Tessuto cerato e juta; tappeto alveare in tessuto di juta Veduta dell’opera presso Quartz Studio, Torino Courtesy l’artista e Quartz Studio, foto: Beppe Giardino

Non mancano opere dedicate alle api, animali fondamentali per la nostra esistenza sul pianeta, che grazie alla loro impollinazione mantengono l’equilibrio dell’ecosistema. Francesco Garcìa-Dory presenta An apiary for the Inland Village (2021), un’installazione sonora che utilizza come base il ronzio delle api accompagnato dalla voce delle donne che cantano insieme a loro; ma anche l’opera immersiva La terra suona di Paola Anziché, in cui il visitatore è invitato a camminare su un tappetto di juta che ricorda la struttura di un alveare, rimanda al mondo delle api. L’opera, realizzata dall’artista per una personale da Quartz Studio, è stata riadattata negli spazi del museo per l’occasione.

Zheng Bo, ospitato al MAO, ha realizzato 15 disegni a grafite che documentano specie diverse di piante ed invitano il visitatore a continuare il viaggio sul tema della connessione con la natura.La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue (ita/eng) che raccoglie i testi di scienziati, dottori e ricercatori, come Qing Li, Marina Boido, Alessandro Vercelli, Lucy Jones, Rita Berto, Giuseppe Barbiero, Francesco Riccardo Becheri, Federica Zabini, Francesco Meneguzzo, Giulia Villari.