Federica Di Carlo
Federica Di Carlo, Flow, ph. Jacopo Nocentini

Tendo a Esistere. Federica Di Carlo a Villa Galileo

A Villa Galileo, conosciuta a Firenze come Villa il Gioiello, l’omonimo scienziato soggiornò durante i suoi ultimi anni di vita. Oggi, grazie alla collaborazione tra il Sistema Museale di Ateneo dell’Università degli Studi di Firenze ed il Galileo Galilei Institute for Theoretical Physics, è un luogo espositivo in cui gli artisti sono invitati a produrre opere in dialogo con i fisici teorici della Scuola di Alta Formazione del GGI.

Dall’incontro tra arte e scienza prende vita lo studio che da anni viene portato avanti dall’artista Federica Di Carlo, un binomio condiviso dal lavoro della curatrice Valeria D’Ambrosio, assegnista di ricerca presso il Galileo Galilei Institute, che invita l’artista a Firenze come primo ospite della residenza artistica di Villa Galileo.

Tendo a esistere è il titolo della mostra inaugurata al termine della residenza che fa parte de il Il senso delle stelle, una serie di eventi che hanno come obiettivo il coinvolgimento di un ampio pubblico nelle complesse dinamiche che regolano le leggi dell’universo. Difatti, l’artista, dopo aver partecipato alla scuola Theoretical Aspects of Astroparticle Physics, Cosmology and Gravitation, ha realizzato cinque nuovi lavori che valorizzano il genius loci di Galilei nella dimora in cui lo scienziato passò gli ultimi anni della sua vita.

La mostra si apre con l’opera Tienimi in orbita, opera che ci accoglie nel cortile d’ingresso della villa. Di Carlo recupera pannelli solari dismessi – in quanto danneggiati da agenti atmosferici o fenomeni naturali – che simulano l’ala di un satellite il quale, orbitando intorno alla terra, si stacca e cade nell’oceano, come suggeriscono i detriti marini su questa e che rimandano anche a possibili costellazioni fantastiche, che sono anche il desiderio di tornare a gravitare nel continuo e costante moto universale.

Parola chiave di questa mostra, ma anche del lavoro di ricerca della curatrice Valeria D’Ambrosio è messaggio ed è chiaro anche nel lavoro di Federica Di Carlo che, partendo dallo studio dei messaggeri cosmici (particelle spesso invisibili come i neutrini, i muoni, le onde gravitazionali, i fotoni, ecc.) realizza installazioni ambientali nelle stanze della villa.

In una delle camere centrali si trova l’opera Flow, attraverso la quale riesce a rilevare con un device i muoni nati dalle esplosioni delle stelle che attraversano la stanza e che ci vengono indicati da un laser verde. Un’occasione unica di vedere particelle invisibili e comprendere in modo semplice una dinamica altrimenti complessa e difficile da incontrare nel nostro quotidiano, anche se parte della nostra esistenza.

Nella camera in cui Galileo Galilei si spense nel 1642, Federica Di Carlo installa un gong che si attiva quando l’universo ci parla e direziona il laser verde come per l’opera precedente, che qui si rifrange sul calco della mano di un astrofisico, un omaggio allo scienziato ma anche un monito a non oltrepassare i limiti della nostra natura.

Con Tendo a esistere si inaugura un progetto interessante che fa parte di una rassegna più ampia: Il senso delle stelle all’interno del programma Grasping the Cosmos, con residenze artistiche curate da Valeria D’Ambrosio e laboratori sperimentali curati da Pietro Centorrino. Al progetto siamo tutti invitati a partecipare gratuitamente in quanto lo scopo è quello di partire dal fruitore e delle comunità locali e non dal messaggio comunicato e ha come obiettivo il coinvolgimento indotto dalla curiosità innata verso il sapere, garantendo un’esperienza stimolante ma anche formativa.