Samara e l’amara invasione della cultura di massa

Vabbè, dai, non può essere vero. No, no. Non può essere vero. Ma a chi verrebbe in mente di vestirsi da Samara di The Ring, nel caldo torrido di fine agosto, e andare in giro di notte per le strade di Catania? Irreale, no?

Eppure qualcuno, con un lindo vestitino bianco e una lucida parrucca nera, ha seminato il panico (mmm, panico? ci credo poco…) tra i quartieri di San Giovanni Galermo, San Cristoforo e Librino, quest’ultimo celebre in tutto il mondo per le opere d’arte diffuse, promosse dall’artista-mecenate Antonio Presti, della fondazione Fiumara d’arte.

A due giorni circa dal primo avvistamento, ancora non si sa nulla di certo. Stupidaggine, follia o performance (forse tra le più divertenti performance viste finora, in questo periodo di nullità artistiche), sappiamo soltanto che dall’immenso circo delle minchionerie è scappata un’entità (un’altra…) che ha attirato non poco la curiosità della gente.

Cliccando qua e là tra i quotidiani, o cercando su Facebook informazioni non filtrate dai media, decine e decine sono le testimonianze. Nelle ultime ore, pare che l'”effetto Samara” si stia espandendo in molte città del sud Italia.

Qui a Segno, che di fenomeni para-artistici della realtà sociale ne abbiamo visti a bizzeffe (purtroppo), non potevamo farcela scappare. Ovviamente continueremo a seguire la vicenda. Perché si sa: dal punto di vista antropologico, spesso le reazioni diventano più interessanti delle cause.

Per quello che c’ho capito – il mio punto di vista in una notizia tanto idiota ci sta perfettamente – sospetto che l’origine di tale trovata sia da rintracciare in quella cultura di massa tanto osannata e “promulgata”, pure delle autorità accademiche (e questo è grave), che da tempo desidererei schiacciare tra le mie mani con veemenza, così come facciamo spesso con quelle poverette delle zanzare.

Suvvia, se questi sono gli sviluppi dei nuovi sapiens, l’indottrinamento dei vecchi paradigmi culturali di cui siamo stati vittime (se non l’aveste ancora intuito) allora è stato un clamoroso fallimento!

Ripeto: non può essere vero (in ogni caso, andrò stanotte per le strade di Catania. E chissà…).

(Fonte foto: Google)

Dario Orphée La Mendola

Dario Orphée La Mendola, si laurea in Filosofia, con una tesi sul sentimento, presso l'Università degli studi di Palermo. Insegna Estetica ed Etica della Comunicazione all'Accademia di Belle Arti di Agrigento, e Progettazione delle professionalità all'Accademia di Belle Arti di Catania. Curatore indipendente, si occupa di ecologia e filosofia dell'agricoltura. Per Segnonline scrive soprattutto contributi di opinione e riflessione su diversi argomenti che riguardano l’arte con particolare attenzione alle problematiche estetiche ed etiche.