Damiano Azzizia, L'uomo porta la casa, la donna il mobilio. Acrilico su cartone, dimensione reale

Realismo e astrazione nelle iconografie domestiche di Damiano Azzizia

L’uomo porta la casa, la donna il mobilio, la mostra di Damiano Azzizia, rientra nel format di una stagione espositiva interamente dedicata all’analisi dei valori di spazio e campitura, in coerenza con l’indagine stilistico formale condotta dall’artista, che propone opere di recente produzione.

Scandiscono il tempo e lo spazio in un’enigmatica successione di fotogrammi che variano per formato e grandezza gli inediti presentati da Damiano Azzizia nella personale ospitata da Microba a Bari. L’uomo porta la casa, la donna il mobilio, un titolo dai toni crepuscolari, tanto quanto la quotidiana semplicità delle situazioni domestiche descritte dal giovane artista originario di Martina Franca. Per questo progetto a cura di Nicola Zito, Azzizia ha realizzato una serie di acrilici in relazione con gli ambienti minimal della galleria e, procedendo per sottrazione e selezione, costruisce un racconto cadenzato da un ritmo statico, che si dilata oltre i limiti fisici ed espressivi dettati dal supporto e dal tema prescelto. A cominciare dalla deperibilità del cartone di scarto, il materiale più idoneo ad accogliere e imprimere la precarietà di memorie da far perdurare, strutturate su livelli plurimi, rese con realismo abile ed essenziale che tende dell’astrazione.

Damiano Azzizia, L’uomo porta la casa la donna il mobilio

Prevalgono le linee, in primis quelle enfatizzate dal congiungersi delle superfici, espediente risolto dall’artista in un sofisticato effetto di mimesi, specie quando rappresenta in grandezza reale un letto matrimoniale: pieghe di cuscini e lenzuola si confondono con le evidenti imperfezioni dei cartoni – alcuni dai margini lievemente consunti – inglobate e trattenute dalla pittura, probabile metafora di fratture da sanare. La silenziosa quiete descritta da Azzizia è solo apparente, tutt’altro che consolatoria e rassicurante; si lascia piuttosto attraversare da un nostalgico sentimento legato al transitorio, al vuoto dell’abbandono, al consumarsi di azioni, atti e relazioni tra soggetti, mentre all’oggetto non resta che vivere da testimone muto o sopravvivere come una testimonianza. Con intensa profondità l’artista compie un passo ulteriore rispetto alla tradizionale rappresentazione di interni domestici in cui non vi è traccia di presenza umana. Il suo sguardo è prontamente focalizzato su parte degli arredi, restringendo il campo d’indagine alle singole componenti per ricavarne una gamma di possibilità, offerte di volta in volta dal variare del taglio compositivo o di una luminosità che modella gli accordi cromatici, modulati su tonalità cangianti, colori ruggine e della terra, talvolta perlacei, ma solo raramente scuri.

Damiano Azzizia, L’uomo porta la casa da donna il mobilio

Oltre ad essere affrontato con la stessa introspezione di un ritratto, l’oggetto viene elaborato e considerato come un tema iconografico, declinato attraverso simbologie che tengono conto dell’intrinseca dinamicità dell’elemento statico nella sua ordinaria funzione e collocazione all’interno dello spazio architettonico. Ne sono conferma le intriganti opere nella serie degli armadi: micro inquadrature che si fanno osservare a una distanza ravvicinata per poter svelare l’intima segretezza dei dettagli, similmente a quanto accade con la pittura rinascimentale. Attraversate da una luce radente e cinematografica, gli otto lavori offrono a chi li guarda un rapido susseguirsi di vaghi indizi, lasciando volutamente sospesa e irrisolta la dimensione spazio temporale di un’azione che sta per compiersi nell’immediato, o di una narrazione che forse giunge inaspettatamente all’epilogo.

Damiano Azzizia
L’uomo porta la casa, la donna il mobilio
fino al 6 maggio
Dalle 17.00 alle 20.00
Microba
Via Giambattista Bonazzi 146, Bari
Info 3470866802 – 3927385558