Karel Appel, Paolo Marinotti e di spalle Pierre Alechinsky a Palazzo Grassi, 1969

Palazzo Grassi e la storia delle sue mostre #2 “Una linea eccentrica dell’arte italiana

Palazzo Grassi – Punta della Dogana prosegue il racconto a puntate della propria vicenda espositiva. Dopo il primo convegno “Palazzo Grassi e la storia delle sue mostre”, interamente dedicato all’analisi dell’attività di Palazzo Grassi negli anni Cinquanta, l’istituzione torna a raccontarsi a distanza di un anno con il secondo appuntamento di approfondimento, sempre a cura di Stefano Collicelli Cagol.

Giovedì 24 e venerdì 25 ottobre, il Teatrino di Palazzo Grassi presenta “Una linea eccentrica dell’arte italiana”, due giornate con esperti, critici d’arte e ricercatori ospiti di una serata dedicata alla moda a Palazzo Grassi negli anni Sessanta e Settanta, seguita da una giornata di studi sulle attività del Centro Internazionale delle Arti e del Costume dal 1967 al 1976 e sulla breve esperienza del Centro di Cultura di Palazzo Grassi a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta.

Giovedì 24 ottobre dalle ore 18:00, il palco del Teatrino di Palazzo Grassi accoglierà Elisabetta Da Lio, Responsabile del Servizio Centro Culturale Candiani e Circuito Cinema del Comune di Venezia, e Maria Luisa Frisa, docente presso l’Università IUAV, Venezia per l’incontro “La Moda, Venezia e Palazzo Grassi, in cui interventi di taglio storico si incontreranno con lo storytelling performativo di Luca Scarlini. Documenti d’archivio e immagini rare delineeranno i profili di un momento ancora poco analizzato della storia della moda nella Penisola, in cui artisti, musicisti e personalità del mondo della teatro partecipavano all’organizzazione di spettacoli di moda.
Venerdì 25 dalle ore 10:00 il ruolo eccentrico avuto dalla sede espositiva lagunare nel tracciare nuove linee di lettura della cultura contemporanea in Italia verrà discusso nell’ambito di “Arte a Palazzo Grassi e dintorni tra anni ’60 e ’80”. Una giornata di studi che prevede il coinvolgimento di Stefano Chiodi dell’Università Roma Tre, il curatore de La Quadriennale di Roma, Stefano Collicelli CagolLara Conte, Università Roma Tre, Vittoria Martini, Storica dell’arte indipendente, Paola Nicolin, Università Bocconi di Milano, Elisa Prete, Università Ca’ Foscari di Venezia e Francesco Ventrella della University of Sussex di Brighton. I contributi storico-critici saranno finalizzati alla costruzione di un racconto delle attività istituzionali che hanno preceduto la gestione Fiat dello spazio espositivo veneziano, avviata nella metà degli anni Ottanta.
Nel 1967, in seguito alla morte di Franco MarinottiPaolo Marinotti organizza l’ultima grande mostra dedicata all’arte contemporanea internazionale nell’ambito dell’attività del Centro Internazionale delle Arti e del Costume: “Campo Vitale”.
Il progetto espositivo presentava l’Informale europeo accostato alla Pop art americana. Successivamente, a partire dal 1970, le attività espositive si concentrano sulla presentazione dei protagonisti della scena artistica italiana dell’epoca, come Enrico BajEmilio Scanavino e Rodolfo Aricò, per concludersi con una mostra monografica di Michelangelo Pistoletto curata da Germano Celant nel 1976.
In seguito, durante la gestione del Centro di Cultura, Palazzo Grassi ospita una serie di mostre e progetti con artisti italiani, all’epoca ancora scarsamente riconosciuti, come Vincenzo Agnetti e Filippo De Pisis.
Riportando l’attenzione su un periodo specifico del proprio vissuto, rimasto lungamente nascosto, l’Istituzione riconferma il proprio impegno nella volontà di contribuire alla costruzione della memoria culturale italiana, mettendo a disposizione del pubblico e degli studiosi i documenti e le fonti della propria tradizione, ma anche dando spazio alle ricerche più aggiornate. In questa ottica si colloca anche l’accordo per la cessione in comodato d’uso gratuito del “Fondo Palazzo Grassi – 1984-2005” all’Archivio Storico della Biennale.
L’importanza delle relazioni tra arte e industria e del ruolo cruciale svolto da Palazzo Grassi nella seconda metà del XX Secolo, rivelano grande lungimiranza e un’attività determinante nell’influenzare e accompagnare l’affermazione di Venezia quale punto di riferimento per le arti contemporanee. A distanza di anni, Palazzo Grassi – Punta della Dogana rimane una piattaforma di incontro e di scambio per una comunità internazionale di artisti e protagonisti della cultura contemporanea.