African Characters
African Characters, installation view

Osart Gallery, African Characters

Osart Gallery riapre i battenti dopo il lungo periodo di chiusura imposto dalla pandemia e, continuando a scandagliare il panorama artistico africano, inaugura oggi 10 settembre la collettiva “African Characters”.

Protagoniste di African Characters le opere di cinque artisti, Kate Gottgens, Kuzdanai-Violet Hwami, Neo Matloga, Richard Mudariki e Gareth Nyandoro, esposti per la prima volta in Italia, che ritraggono scene di vita quotidiana ambientate tra lo Zimbabwe e il Sudafrica. Narrazioni spesso legate al vissuto degli autori che muovendo da una prospettiva individuale invitano a una riflessione di carattere generale sul tema della situazione politica, sociale e culturale dell’Africa contemporanea. Osservando le cose le fissano, cariche di tutto il loro magnetismo ottenuto anche con il ricorso a colori forti e accesi o al bianco e nero a contrasto che si imprime dinnanzi allo sguardo. 

Kate Gottgens, Court Shoes, 2017

Gli artisti descrivono, ognuno con la propria poetica e la particolare cifra stilistica, con intrecci di tramutare e prospettive, lo scenario della loro contemporaneità. A partire dagli oli su tela di Kate Gottgens (1965, Durban, Sudafrica) che narrano la quotidianità della classe media sudafricana. Le figure malinconiche ritratte in contesti di abituale divertimento – a bordo di una piscina, nel bel mezzo di una gita fuori porta o sulla spiaggia – non fanno altro che evidenziare, evidenziandone le contraddizioni, le illusioni e le ambiguità di una società abbandonata a sé stessa.

Ha un forte accento autobiografico invece il lavoro di Kuzdanai-Violet Hwami (1993, Zimbabwe), molto legato agli spostamenti che hanno segnato la sua vicenda umana prima ancora che quella artistica. Di origine zimbabwese, questa artista è una delle tante giovani donne che ha vissuto sulla propria pelle la kuDiaspora, il fenomeno di chi cerca una nuova vita al di fuori dello Zimbabwe: ha infatti vissuto in Sud Africa dai 9 ai 17 anni per poi andare a studiare a Londra. Molte delle sue opere nascono dalla rilettura di fotografie sue e di familiari e rappresentano un percorso di ricerca delle proprie radici, fatto di memoria e appartenenza, dipinto con tratti coraggiosi e sensibili che rivelano un profondo legame con la terra natia. 

Neo Matloga, Bina le nna, 2019

Neo Matloga (1993, Limpopo, Sudafrica) è interessato alle relazioni umane e in particolare alle dinamiche che si consumano all’interno del contesto domestico-familiare. I suoi personaggi sono rappresentati con carboncino e inchiostro mentre ballano, mangiano e chiacchierano. I lori volti, come le loro mani e le braccia, sono realizzati con ritratti di giornali. La mescolanza della tecnica del carboncino con quella del collage non fa altro che evidenziare le diverse sfaccettature dell’animo umano. 

Richard Mudariki, Art Fair Booth, 2019

I dipinti di Richard Mudariki (1985, Seke, Zimbabwe) trattano invece diversi temi socio-politici africani e globali: la caduta del presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe, la crisi dell’acqua a Cape Town e la volatilità della politica nell’era della Brexit. L’opera Art Fair Booth (2019) affronta il tema del mercato dell’arte e la partecipazione delle gallerie alle fiere. La presenza di una cassa ATM, che campeggia la centro di questo quadro, evoca tutte le questioni inerenti gli aspetti economici che in qualche modo inquinano l’arte e i suoi promotori. Dietro l’ATM si nasconde timidamente l’unico soggetto ritratto: potrebbe forse essere proprio il gallerista?

Gareth Nyandoro, Butchery now open, 2019

Infine, il lavoro di Gareth Nyandoro (1982, Zimbabwe) insiste sull’interazione umana all’interno del tessuto urbano. Così come è intricata la struttura delle città (Pa Tonaz in slang zimbabwese) e delle relazioni umane, allo stesso modo lo è la tecnica che l’artista predilige. Con un processo simile al décollage –  definito Kuchekacheka – Gareth incide e taglia il cartone fino ad ottenere dei veri e propri ritratti.  

«La mostra African Characters è la naturale continuazione del lavoro cominciato con la precedente  esposizione African Textures riguardante anch’essa l’arte emergente dell’Africa del Sud. In questa occasione sono esposti per la prima volta in Italia pittori già affermati a livello internazionale come: Kate Gottgens, Kudzanai-Violet Hwami, Neo Matloga, Richard Mudariki e Gareth Nyandoro. Ciascuno di essi, attraverso le loro tele, offre uno spaccato del contesto sociale e politico attuale. Il lavoro della galleria è solamente all’inizio, vogliamo sempre più approfondire la nostra ricerca andando a studiare dei progetti monografici che permettano allo spettatore di entrare nella maniera più completa possibile dentro la storia e il racconto di ciascun autore. La mia speranza è che questa situazione pandemica non ci rallenti troppo e ci permetta di tornare a viaggiare in tutti sensi. Nel frattempo, Osart Gallery farà di tutto per permettere agli appassionati di continuare a scoprire questi “nuovi mondi” dell’arte contemporanea e i suoi protagonisti.» Andrea Sirio Ortolani, proprietario di Osart Gallery


10 settembre – 8 novembre 2020
African Characters
Kate Gottgens, Kudzanai-Violet Hwami, Neo Matloga, Richard Mudariki, Gareth Nyandoro
Osart Gallery, Milano Corso Plebisciti