Narcissus. Giuseppe Leone per Signum

Giuseppe Leone, artista ed accademico sannita, con l’opera unica Narcissus, sarà protagonista della rassegna Signum, ideata da Francesco Gallo Mazzeo per la Bibliothè Art Gallery di Roma, da lunedì 28 marzo.

Narcissus. Il mito, la leggenda, l’icona. Giuseppe Leone, artista e accademico sannita, sarà protagonista della rassegna Signum ideata da Francesco Gallo Mazzeo per Bibliothè Art Gallery di Roma, spazio ibrido dedicato, dal 2001, alla ricerca multidisciplinare.

Signum, coordinato da Enzo Barchi, è un progetto gemmato dalla volontà di presentare ‘opere uniche’ di matrice ontologica più che di grammatica maieutica, tracciato di ricerca definito, di volta in volta, da uno svolgimento così dettato: ‘Un artista una grande opera’, sì da afferire al concetto intrinseco alla rassegna stessa ‘principio di unità e unicità‘. Francesco Gallo Mazzeo ripercorre il senso primo e ultimo dell’etimologia della rappresentazione come espressione nuova e ripetuta secondo i prodromi di una nuova presenza, una nuona rivelazione. In tal senso, Narcissus di Giuseppe Leone, da lunedi 28 marzo, risponderà a tali ideali curatoriali e di ricerca narrativa.

Giuseppe Leone da molti anni indaga la figura di Narciso, mediante ciò che Luciano Caramel definì ‘la Mitopoiesi nell’opera di Leone’ all’interno di quanto, invece, Lucio Covello chiamò ‘Il malinteso di Narciso’. In tale peculiare analisi, Leone ha innervato l’esperienza legata al Mito riprendendo le fila delle sue arcaiche radici per ricostruirne il senso, la sua corale fenomenologia, scevra da costruzioni errate ex post. Come ebbi modo di affermare per Narciso, mostra curata nel 2019, alla Thierry House, in Campania ‘Leone, con i suoi Narcisi, opera in maniera sincretica, sostanzia l’emblema, il simbolo come vettore metaforico, in cui la poesia entra nella costruzione narrativa e filosofica dell’artista. Allontanandosi dalla descriptio didascalica, tale indagine pone il proprio focus sulle questioni che legano la psiche al concetto di ‘Narciso’ – che ritrova anche nel legame con la madre – un varco amplissimo, una eco che rimanda a quella dello specchio dinanzi cui l’Uomo si pone, da cui giunge un profondo ‘richiamo’ afferma Leone, più che un ‘riflesso’ – ecco, dunque, il ‘malinteso’ – giacché l’immagine che appare nello specchio è anche ‘memoria’, essenza di qualcosa d’altro, lontano dalla semplificazione del ‘doppio’ e del mero amore per il sé.’

La costruzione che Leone propone e che si riproporrà ‘nuovamente’ per Narcissus, s’instaura nel solco di una memoria collettiva e, in essa, trovano armonia elementi che afferiscono dal ‘fare’ e dal ‘quotidiano’, personale ed extra tale come si evince dalle parole dell’artista:

Oggi mi interessa la costruzione dell’opera mediante oggetti o manufatti di varia natura, con forte valore simbolico come pietre, carte, cornici usate, corde, chiavi, manoscritti, ex voto, terra, pelle, chiodi, terrecotte, anche di altri. Intendo costruire le mie opere come racconti, in cui il supporto funge da palcoscenico per i miei ‘oggetti’nello spazio definito del quadro, come fossi un regista, nella disposizione equilibrata e mai casuale.” G.L.

Nella relazione che l’opera di Giuseppe Leone intesserà con altri linguaggi, tra cui la poesia e la narrazione teatrale, grazie a Laura Giulia Cirino e Sergio Palma, lunedì 28 marzo, si estrinsecheranno nuove prospettive d’interpretazione, sia da parte dell’artista che mai ha smesso di cercare nella storia e nel mito di Narciso elementi d’alterità rispetto al noto sia da parte dell’interazione con altre grammatiche e visioni.

“La malattia di Narciso, la Sindrome, è quella di ogni uomo che diffida, che teme il fallimento, che sperimenta la complessità incontrollabile della vita, ed inoltre nella mia ricerca artistica, che è anche poesia visiva, la narrazione avviene secondo i termini di spiritualità antropologica di una comunità, in cui tradizione ed innovazione, si legano creando un elemento magico.” G.L.

In tale alveo, tutto diventa ‘Narciso’, come espressione dell’intuizione personale ma anche come drammaturgia, frammentata, di una dimensione onirica e mnemonica unanime, riemergente da un velo di errata comprensione. Allo stesso modo, altri oggetti e soggetti entrano a far parte di questa complessa analisi artistica e non solo, la poesia vi entra come la narrazione teatrale e popolare e come già aveva fatto Michele Sovente, dedicando a Leone una lirica affine al Mito del Narciso:

Gesti lentamente raccontati. I giorni sono lune corrotte. Una tana è una lepre. Sognare è attingere all’acqua E bruciare le paure. È mai Possibile dipingere la notte? Perché il cielo è un occhio Enorme, spalancato sul vuoto? Lumi e lumi, per incanto, Espandono le assenze sfatte. Ormai il viaggio è la luna. Non è vero, Giuseppe, che Esiste anche il limpido, perfido specchio?

Ciò che si vuole sottolineare, attraverso l’affezione per Narciso da parte di Giuseppe Leone e mediante il progetto Narcissus, è la rinegoziazione dei tradizionali confini disciplinari, è l’originaria matrice che accomuna diversi ambiti, l’essenza capace di intrecciarsi in una trama antropologica, sociale ma anche poetica, ove alla sperimentazione fa da contrappunto una trattazione della materia cosciente e coinvolgente. Il concetto del ‘fare’, tanto caro a Leone, d’un tratto, assume una valenza ancor più straordinaria, si apre a nuove soluzioni speculative, ad un ripensamento in chiave ontologica di un dialogo tra forme e contenuti, ove alla materia fa da contraltare la traccia di pensiero, scavata, impressa, in questo nostro vivere.

E tutto diventa Signum. Unicum. Narcissus che è ognuno di noi.

“Narciso è la Vanità del Bello ideale, ma è anche una profondità che emerge e che non si ferma alla mera riflessione nella superficie riflettente, è qui che nasce Il Malinteso di Narciso.” G.L.


NARCISSUS
Giuseppe Leone
Rassegna Signum, a cura di Francesco Gallo Mazzeo

Bibliothè Art Gallery
Roma, Via Celsa 4/5
Opening e Performance 28 marzo ore 18.30
Dal 28 marzo al 28 aprile 2022

Azzurra Immediato

Azzurra Immediato, storica dell’arte, curatrice e critica, riveste il ruolo di Senior Art Curator per Arteprima Progetti. Collabora già con riviste quali ArtsLife, Photolux Magazine, Il Denaro, Ottica Contemporanea, Rivista Segno, ed alcuni quotidiani. Incentra la propria ricerca su progetti artistici multidisciplinari, con una particolare attenzione alla fotografia, alla videoarte ed alle arti performative, oltre alla pittura e alla scultura, è, inoltre, tra primi i firmatari del Manifesto Art Thinking, assegnando alla cultura ruolo fondamentale. Dal 2018 collabora con il Photolux Festival e, inoltre, nel 2020 ha intrapreso una collaborazione con lo Studio Jaumann, unendo il mondo dell’Arte con quello della Giurisprudenza e della Intellectual Property.