Nanni Balestrini

Nanni Balestrini Altre e Infinite Voci

Fino al 28 settembre presso la Galleria Michela Rizzo è possibile visitare “Nanni Balestrini. Altre e Infinite Voci” a cura di Marco Scotini, direttore del Dipartimento di Arti Visive e Studi Curatoriali, NABA e dell’Archivio Gianni Colombo in
collaborazione con l’Archivio Luigi Nono di Venezia.

La mostra è una retrospettiva, articolata in tre sale in un percorso a ritroso nel tempo, che esplora il rapporto tra il poeta e artista visivo Nanni Balestrini (Milano, 1935), che fece parte dell’avanguardia romana degli anni ’60, e il musicista Luigi Nono (Venezia, 1924). Il sodalizio nasce sulla base del comune lavoro svolto sulle voci e con le voci, sotto “il paradigma dell’enunciato collettivo” come sostiene Scotini.

La prima sala racconta il lavoro di Balestrini nel contesto delle proteste studentesche e sindacali del 1968, segno della ribellione contro la società dei consumi, l’autoritarismo e l’imperialismo, le quali sfociarono nel più grande sciopero della storia della Francia.

Si prosegue con una rassegna storica dei retroscena della collaborazione stessa, a partire dai lavori alla Galleria La Tartaruga di Roma. L’iniziativa sviluppatasi nell’ambito del Teatro delle Mostre, sotto la direzione di Plinio de Martiis, vedeva, infatti, l’allestimento quotidiano di mostre, sintomatiche di un periodo di intenso boom creativo. Balestrini performò li, la celebre opera “I Muri della Sorbona” prova del suo stile unico volto a creare una dialettica tesa, dirompente e conflittuale, estrapolando frasi dal loro contesto originale e poi ricombinandole per dargli un significato provocatorio, in linea con le questioni politiche del momento. La negazione dell’autorialità dello scritto e la rivendicazione della libertà dell’oralità emergono chiaramente negli slogan che si leggono nelle opere presenti nelle tre sale che, insieme ad atti di protesta, tra cui la manifestazione contro la Biennale di Venezia, sempre nel ’68, attestano il carattere radicale e politico dell’opera di Balestrini.

La narrazione continua con la storia della nascita del Gruppo 63, il quale si formò a Palermo nell’ottobre dell’anno da cui trasse il nome. Il collettivo era composto da giovani fortemente critici nei confronti della letteratura legata ai modelli degli anni Cinquanta e vide la collaborazione fondamentale di Luigi Nono. La fondazione del gruppo rifletteva la costante inquietudine esistenziale del musicista e fu ispirata al modello del Gruppo 47, un precedente movimento culturale nato a Monaco di Baviera.

L’intento eversivo nei confronti dei detentori dell’informazione e delle tecnologie è il punto di partenza della sperimentazione di Nono con la musica elettronica, tanto che il suo primo lavoro del 1960 si intitolava “Omaggio a Emilio Vedova” considerato simbolo della resistenza per gli intellettuali dell’epoca. Questa inclinazione lo condusse presto ai testi di Balestrini, figura con cui condivise le lotte in anni turbolenti dal punto di vista socio-politico. Fu cosı̀ che nel 1968 prese forma la prima vera collaborazione tra Nono e Balestrini con l’opera ironico-politica “Contrappunto Dialettico alla Mente”.

Se il testo musicale fu realizzato da Luigi Nono, la materia linguistica fu organizzata dal Poeta.

I due artisti hanno dato un contributo importante non solo al panorama della resistenza artistica, ma anche all’uso della tecnologia per la creazione. Ne è un esempio la prima poesia elettronica creata al computer IBM da Balestrini utilizzando un algoritmo programmato, che combinava artificialmente tre testi e una quarantina di versi per l’elaborazione. Allo stesso modo, il progetto di riconfigurare in una nuova versione il Tristano e quindi, la creazione di un libro che rompesse con la serialità dei beni riprodotti, fu immaginata attraverso l’utilizzo di un ordinatore, cosı̀ da creare pezzi unici. Tale processo di assemblaggio precedette, per creatività, le potenzialità tecnologiche dell’epoca ed è stato possibile realizzarlo solo negli anni Duemila, quando la tecnologia ha potuto tenere il passo con le idee.

La mostra si conclude nella terza sala con la presentazione di un articolo sulla sperimentazione tecnologica e il suo impatto sulla letteratura. Il testo, scritto all’epoca delle prime poesie elettroniche, si trova in dialogo con i primi collage realizzati da Balestrini nel 1961.

Senza dubbio la retrospettiva vuole andare oltre gli aspetti metodologici dei due, oltre la pratica del cut-up e del fold-in in Balestrini e la “tecnica di scissione in fonemi” di Nono. La mostra porta tacitamente a interrogarci sui nostri giorni e sullo sviluppo accelerato dell’informazione e dell’intelligenza artificiale. Ci mette di fronte al dibattito sulla proprietà intellettuale e sull’uso e l’influenza del digitale nel campo artistico, in questi tempi di grandi crisi politiche e ambientali che segnano il corso del nostro tempo.

Il 22 settembre alle ore 16:00, in occasione della mostra, si svolgerà una visita guidata e la presentazione del libro/vinile “L’Appeso” di Marcelo Exposito, dedicato a Balestrini e Nono, con la partecipazione di Marco Scotini. Alle ore 18:00, inoltre, sarà eseguita presso la Fondazione Archivio Luigi Nono la composizione per nastro magnetico a due canali “Contrappunto Dialettico alla Mente”. L’evento sarà preceduto da una presentazione di Alvise Vidolin, musicista, regista del suono ed esperto di informatica in ambito musicale.