Miró. Quelques Fleurs pour des Amis, installation View. Courtesy Sistema Museo

Miró. Quelques Fleurs pour des Amis

Le litografie esposte nella mostra “Quelques Fleurs pour des Amis” di Miró, il cui titolo deriva dal libro d’artista del maestro stampato nel 1964, raccontano il suo meraviglioso giardino danzante. La raccolta contiene le tavole che Miró volle dedicare a persone care e ad amici come Eugène Ionesco, Max Ernst, Pierre Matisse, Nina Kandinsky.

I colori e le emozioni in libertà di Joan Miró arrivano a Gioia del Colle, Casamassima e Turi in uno straordinario giardino danzante. Le tre città pugliesi ospitano, fino al 26 aprile 2020, la mostra “Miró. Quelques Fleurs pour des Amis”, nell’ambito dell’operazione “Opere fuori contesto”. La mostra è visitabile rispettivamente a Palazzo Monacelle di Casamassima, Palazzo San Domenico di Gioia del Colle e Chiesa di Sant’Oronzo di Turi.

Il meraviglioso universo dell’artista catalano sarà visibile allo spettatore attraverso le litografie del suo libro d’artista “Quelques Fleurs pour des Amis” (“Alcuni fiori per gli amici”), considerato un unicum nella produzione mironiana di libri illustrati. La mostra è, quindi, un itinerario nella creatività di Miró e nell’estrema poeticità della sua arte surrealista. Forme, colori e quello straordinario alfabeto di segni creato dal Maestro rivelano la sua visione dell’arte, vissuta con curiosità e versatilità. Un fiore e una dedica: si compone così questa incantevole serie di Miró. I suoi colori tipici – giallo, rosso, blu, verde – si combinano sotto forma di tratti marcati alternati a segni neri più leggeri.

Nel 1959 Yvon Taillandier aveva raccolto una serie di dichiarazioni-interviste di Joan Miró, che furono pubblicate nel 1963 in un’unica raccolta dalla rivista XXe Siècle, con il titolo Je travaille comme un Jardinier. L’opera fu impreziosita da litografie originali dell’artista ed in seguito tradotta in molte lingue. Da subito Miró pensò di regalare un esemplare dell’opera ad una cerchia stretta di amici, corredato da un acquarello con una sua dedica ad personam. I beneficiari furono editori, artisti, autori e personaggi del mondo dell’arte come Max Ernst, Nina Kandinsky, Patricia e Pierre Matisse, Fernand Mourlot, Aimé Maeght. I 32 acquarelli, tanti furono gli amici prescelti da questo dono, furono raccolti l’anno seguente in un unico volume a cura di Eugène Ionesco, nella trasposizione litografica (1964). Per l’occasione Miró realizzò copertina e frontespizio con due incisioni stampate da Fernand Mourlot, mentre per la parte tipografica furono consultati Fequet e Baudier, nomi che tornano nel percorso espositivo delle tre città. Ammirando queste opere, si entra in un’esperienza di atmosfere uniche: di fronte a quell’espressione compositiva di segni, linee e colori si scende sul piano delle emozioni. L’immaginazione dello spettatore viene continuamente solleticata in una prospettiva totalizzante.

“Guardare Miró lavorare, ossia gioire, sentire la felicità della creazione e non sapere se dipinge, se disegna, se costruisce, se dice, se canta”, scriveva Eugène Ionesco.

  • Miró, dedica a Josep Llorens i Artigas. Courtesy Sistema Museo

Seguire il percorso delle dediche in “Quelques Fleurs pour des Amis” rappresenta l’unicità di questo ciclo di opere. Le immagini sono quelle del Labyrith presso la Fondazione Meaght di Saint-Paul de Vence dove le sculture monumentali di Miró a Artigas adornano un territorio di vie che s’incontrano, di larghi viali e vicoli ciechi oppure di una rete di fili sottili che unisce punti altrimenti sparsi nello spazio. Una rete o una tela sulla quale Miró si muove come un insetto agile. Non però una costruzione chiusa, ma un complesso che sa diradarsi negli incontri, nelle collaborazioni, nelle amicizie. Dedicatari dai diversi destini e distanze, figure che nella ricostruzione del percorso artistico di Miró hanno occupato posti centrali o più marginali. Una rete che emerge per bagliori e illumina un “fare arte” fatto di legami duraturi o sporadiche apparizioni. Oltre ad artisti, compaiono nelle dediche editori, stampatori, tipografi, mercanti, storici e critici che nel percorso espositivo trovano voce attraverso apposite biografie e collegamenti all’artista catalano.

Una ricerca che non si chiude nell’ambito di questa splendida pubblicazione; capita allora di scoprire un “ritratto” di Dorothea Tanning pubblicato su XXe Siécle (rivista fondata da Gualtieri di San Lazzaro) e stampata da Jean Célestin presso l’Atelier Mourlot oppure Il meraviglioso livre L’Issue Dérobée (1974) di Jacques Dupin illustrato da Miró e curato nella tipografia da Fequet et Baudier o ancora il catalogo Sculpture in Ceramic by Miró and Artigas (1956) illustrato dall’artista catalano per la mostra alla Pierre Matisse Gallery di opere di Miró e Artigas e stampato dall’Atelier Maeght. Figure che tutte appaiono nelle dediche del ciclo di opere in mostra. Le opere di Miró si presentano come giochi rapidi e audaci, i fiori sono destrutturati nelle loro componenti elementari e inseriti in quel sistema di segni che Miró ha saputo costruire negli anni. Scrive Eugène Ionesco: “Avventure sorprendenti possono accadere e arrivare in questi punti, in questi cerchi, a questo punto che diventa linea retta, curva, circonferenza, stella, un essere, un mondo”. Solo il mezzo litografico poteva concedere la libertà di alternare al segno, la pennellata, lo schizzo, la campitura. Lo spazio non è mai pieno, piuttosto il bianco del foglio accoglie la disgregazione della figura che si riafferma nella compattezza della composizione. Ogni tavola è un giardino danzante che lega la terra e il cosmo, creatura che si schiude all’osservatore nell’evanescenza delle forme.

Affiancano la mostra visite guidate e laboratori didattici rivolti alle scuole con l’obiettivo di far conoscere il linguaggio espressivo di Miró, a cura della Società Sistema Museo. Il progetto didattico approfondisce gli elementi principali, ossia il segno e il colore, attraverso i quali l’artista è riuscito ad esprimere il suo mondo interiore. Le attività sono dedicate alle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado.

L’esposizione, visitabile con un biglietto unico per tutte e tre le sedi, è organizzata dalla società Sistema Museo, gestore del SAC Ecomuseo di Peucetia e promossa dai comuni di Gioia del Colle, Casamassima e Turi.

  • Miró, untitled. Courtesy Sistema Museo
  • Miró, dedica a Patricia e pierre Matisse. Courtesy Sistema Museo

Miró. Quelques Fleurs pour des Amis

dal 22 dicembre 2019 al 26 aprile 2020

Casamassima, Palazzo Monacelle
Gioia del Colle, Palazzo San Domenico
Turi, Chiesa di Sant’Oronzo

ORARI: domenica e festivi (6 gennaio, 13 e 25 aprile) ore 10-13 / 17-19. Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.È possibile prenotare aperture straordinarie.

BIGLIETTO UNICO PER TUTTE LE SEDI: Intero € 6; Ridotto € 3 (da 6 a 18 anni, gruppi superiori alle 15 unità)

Gratuito diversamente abile ed accompagnatore, bambini fino a 5 anni, giornalisti accreditati con tesserino, insegnante accompagnatore di scolaresche.

VISITE GUIDATE E DIDATTICA

Ingresso e visita guidata € 80

Speciale scuole:

Ingresso e visita guidata tematica € 80, durata 1h

Ingresso e laboratorio € 100, durata 2h

Tariffe personalizzate per visite in più sedi.

INFORMAZIONI

Call center Sistema Museo 199 151 123 (dal lunedì al venerdì 9-13, escluso festivi)

callcenter@sistemamuseo.it

www.ecomuseopeucetia.it

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