MATERA 2019 – Visione Unica: Cultures of Environmental Manipulation

Si conclude a Matera Visione Unica: Cultures of Environmental Manipulation, la complessa mostra curata da Studio Formafantasma per il secondo appuntamento di I-DEA, il progetto pilastro di Matera 2019. Nel suggestivo hangar industriale di Cava Paradiso, I-DEA si sviluppa come una “staffetta”, una performance collettiva, una sorta, per dirla cinematicamente di piano sequenza ideale, organizzato in cinque tempi espositivi curati da Mario Cresci che ha inaugurato la sequenza con la prima mostra, per proseguire poi con Studio Formafantasma e continuare con Virgilio Sieni, Navin G. Khan-Dossos& James Bridle fino a Pelin Tan &LiliamGillick. Cinque grandi progetti e un solo “testimone” per il passaggio delle consegne: gli archivi e le collezioni della Basilicata.

Su queste indicazioni Studio Formafantasma ha messo in scena un’imponente mostra sperimentale lavorando sulla vocazione “antropologica” di Matera e del suo territorio, città/luogo sospeso nel tempo tra visioni fisiche e metafisiche tra lacerti ancestrali e visioni contemporanee. Al centro dell’installazione, dieci schermi digitali e cinque proiezioni (a ribadire la forte inclinazione visionaria) mostrano una serie di contenuti e materiali eterogenei raccolti negli archivi lucani: fotografie, cartografie di tipo scientifico, documentari, interviste. Li segue una selezione di oggetti vernacolari come gli intagliati in legno dei Di Trani (padre e figlio) o il grande pupazzo di cartapesta Nusazit, che riprende le sembianze del diavolo a San Costantino Albanese. Visione Unica ha come tema principale l’antropizzazione del territorio e ancor di più il rapporto ancestrale dell’uomo con il suo territorio nella prospettiva della sua evoluzione.

Già nel titolo è suggerita la modalità di lettura dell’intera installazione: lo spettatore è chiamato a un’immersione totale e senza soluzione di continuità tra ciò che nelle sequenze filmiche apparentemente è distante e sconnesso, e fa da eco, e il nostro senso di appartenenza al territorio. Se a prima vista ogni singolo oggetto e schermo può essere letto come opera unica, definita in sé, a ben vedere l’opera nel suo disporsi come piano sequenza, si rivela come successione indissolubile di immagini, in un continuo vibrare tra passato e presente, tra tecnologia e artigianato, tra folklore e nuovi linguaggi, tra ritualità e scienza.

Al confine tra antropologi e archeologi, come alchimisti contemporanei e creatori di forma, significato e sentimento, Andrea Trimarchi e Simone Farresin, il duo di designer italiani con sede ad Amsterdam, generano per questa video-installazione, insolite e inedite librerie di immagini raccolte sotto una Visione Unica per ripensare il nostro Essere nell’Esistente come parte indissolubile di un Tutto la cui percezione per non smarrirci, deve portarci a una costruzione di senso leggibile e condivisa.

I-DEA

I-Dea e Open Design School sono i due progetti pilastro di Matera Capitale Europea della cultura 2019 a cura di Joseph Grima, sotto la supervisione di Rossella Tarantino, Manager Sviluppo e relazioni della Fondazione, e con il project management di Rita Orlando. Chiara Siravo è curatrice associata del progetto I-DEA. L’allestimento è stato realizzato da Open Design School.

Visione Unica: Cultures of Environmental Manipulation

A cura di Studio Formafantasma

Fino al 15 settembre 2019

Cava Paradiso – Contrada La Palomba

SS7 Matera, 75100

Accesso tramite Passaporto Matera 2019, acquistabile anche presso Cava Paradiso