Ancora qualche giorno per fare una passeggiata sulla via principale di Jesolo Lido alla scoperta di alcune grandi sculture del Novecento italiano. Tutte posizionate all’aperto, sono state realizzate in bronzo o granito pertanto incorruttibili e non possono essere scalfite dagli agenti atmosferici, perciò 8 tra le più note opere d’arte dei maggiori artisti del ‘900 italiano: Giacomo Manzù, Francesco Messina e Augusto Perez, sono al sicuro e visibili alla luce del sole in tutto il loro splendore e volume.
“Kronos”, “La notte”, “Terrae Motus”, “Adamo ed Eva”, “Le gemelle”, “Tebe seduta” e il celebre “Grande Cardinale”, ecco le opere selezionate da Alberto Fiz, uno dei massimi esperti sul tema della scultura contemporanea e del ‘900 (ricordiamo almeno la mostra su Jean Arp alle Terme di Diocleziano, e il progetto di scultura permanente tuttora esistente al parco archeologico di Scolacium, in Calabria).L’operazione espositiva, in corso fino al 30 settembre, partecipa all’iniziativa estiva di “Sculture in Piazza”. I pezzi di medio-grande dimensione stimolano la curiosità dei cittadini e di chi visita Jesolo con l’intento di far accendere proprio l’interesse di tutti sulla forza della scultura figurativa. L’immagine umana dopo il periodo delle neo-avanguardie, vive un momento di revival, fino a oggi con artisti ancora viventi come Kiki Smith, Anthon Gormley o Roberto Cuoghi. Nell’arte plastica dunque la donna e l’uomo sono restituiti al centro e al cuore della vita cittadina. Lo sottolinea Fiz nella pubblicazione che accompagna la mostra: “La scultura deve uscire dal museo e andare nei luoghi pubblici”.
La logica a cui deve rispondere quindi, non è quella tradizionale della galleria o del museo, e i vantaggi per un’operazione dettata da questa linea guida, non sono pochi, tutt’altro, perché abitua tutti, anche chi non è esperto d’arte a osservare e vivere l’opera in un contesto familiare che non sia per forza – come il museo – il luogo deputato. Aspetti non di poco conto questi che mettono in campo azioni virtuose come quelle del rispetto dell’ambiente in primis e innescano meccanismi per la cura e tutela dell’opera d’arte a partire dal luogo in cui si vive, perché se è il museo che vive nella città, il centro urbano va vissuto quindi come museo a cielo aperto.