MAST FOUNDATION FOR PHOTOGRAPHY GRANT ON INDUSTRY AND WORK è il progetto biennale della Fondazione MAST che indaga, documenta e sostiene la ricerca sull’immagine inerente all’universo dell’industria, secondo una prospettiva in grado di far emergere quelle mutazioni trasversali che tale universo reca con sé, visto attraverso lo sguardo di giovani fotografi.
Quali sono i dettagli che la fotografia riesce a ‘scrivere’ osservando le innumerevoli mutazioni nell’ambito del lavoro e dell’industria? In che modo il ruolo allogato alla fotografia riesce ad entrare all’interno di quei meccanismi che segnano le trasformazioni sociali, economiche, culturali e territoriali che il lavoro produce? Pressoché infiniti probabilmente.
E come è mutato anche lo sguardo dei fotografi che hanno approcciato tale tipo di indagine? Il Grant della Fondazione MAST, ideato nel 2007, restituisce uno spaccato molto ampio di tale ricerca che si conclude – in maniera mai definitiva, naturalmente e per fortuna, oseremmo dire – tramite l’opportunità affidata a 5 giovani fotografi internazionali, chiamati a confrontarsi con quell’intricato missaggio di problematiche e dinamiche legato al mondo della tecnica, dell’industria e del passaggio generazionale che ha segnato l’intero paesaggio di memoria visiva collettiva, più o meno noto, riguardante il mondo del lavoro.
L’edizione 2023, la settima, i cui esiti sono soggetto di una articolata mostra nella MAST PhotoGallery, a cura di Urs Stahel, visibile sino al prossimo 1°maggio, dipana i lavori e le visioni dei cinque finalisti: Farah Al Qasimi, Hicham Gardaf, Lebohang Kganye, Maria Mavropoulou e Salvatore Vitale, i cui progetti hanno documentat,o secondo linguaggi ed approcci peculiari, il tema del mutamento del mondo del lavoro e le innumerevoli ricadute nel quotidiano.
I finalisti, selezionati tra più di cinquanta partecipanti, candidati da ogni parte del planisfero, hanno portato avanti e presentato un progetto originale ed inedito, la cui interconnessione in mostra – regolata da allestimenti del tutto peculiari e figli di una visione molteplice – è in grado di gemmare una sorta di mappatura extra geografica che pone le trasformazioni in atto nel mondo del lavoro come tappe di un viaggio. Mutazioni che riguardano il mondo del lavoro ma anche le persone, le culture, le realtà eterogenee che, nel mondo, rappresentano l’altra faccia di quella rivoluzione che, dai suoi albori industriali, in verità, non si è mai fermata.
In tal maniera, il MAST Photography Grant on Industry and Work, si trasforma – anch’esso – in una sorta di atlante, geografico, economico, industriale, antropologico, sociale e filosofico che, mediante l’immagine fotografica, porta in scena realtà note e non, addentrandosi in vicende spesso destinate ad essere conosciute solo da una nicchia della comunità globale. E ad essere protagonista del filo conduttore ontologico di tale ricerca ad ampio spettro, entra in gioco anche il tema della globalizzazione che, forse, più d’ogni altro, ha trasformato repentinamente l’universo del lavoro.
Vincitore della settima edizione del Grant MAST è Hicham Gardaf (Tangeri, 1989), con il progetto In Praise of Slowness. Il suo lavoro racconta una Tangeri ibrida, in espansione industriale che, tuttavia, lascia perplesso e scettico il fotografo.
[In Praise of Slowness] è una lode alla lentezza: il fulcro tematico è rappresentato dal contrasto tra la parte prospera, florida e in espansione della città di Tangeri, e il fascino antico del suo centro storico, con l’ombra fresca alla base delle mura che ne marcano il perimetro, il passo lento e riflessivo delle persone e dei venditori ambulanti.
Urs Stahel
La Giuria – composta da Isabella Seràgnoli, Presidente Fondazione Mast, François Hèbel, Direttore, Fondation Cartier-Bresson, Milo Keller, Responsabile della Fotografia, Ecal, Michael Mack, Fondatore, Mack Books, Simon Njami, Curatore e Critico Indipendente, Alona Pardo, Curatrice, Barbican Art Gallery, Giovanna Silva, Fotografa e Fondatrice di Humboldt Books, Urs Stahel, Curatore, Mast Photo Gallery, Francesco Zanot, Direttore Artistico, Foto/Industria – ha assegnato una Menzione Speciale a Lebohang Kganye (Johannesburg, 1990) in gara con il progetto Keep the Light Faithfully, una vera mise en abyme di uno spaccato di storia sudafricana.
Un lavoro che non è solo fotografico, propone nel progetto narrazioni di grande effetto e profondità. In una sorta di teatro delle ombre cinesi, Lebohang Kganye inscena momenti di vita sudafricana con sagome di personaggi fotografati, ritagliati e applicati su cartone, in ambientazioni valorizzate da una sapiente illuminazione teatrale.
Urs Stahel
La grande comunità araba di Dearborn, città del Michigan, sede storica della Ford Motor Company nonché città natale di Henry Ford, è il fulcro tematico del progetto Dearborn di Farah Al Qasimi (Abu Dhabi, 1991), in grado di mostrare la natura ibrida della commisione culturale tra arabi e statunitensi.
Al Qasimi crea un amalgama tra scorci di vita autentici della città e la sua dimensione più patinata e fotografata nei manifesti, tra insegne pubbliche e private.
Urs Stahel
In their own image, in the image of God they created them è il progetto finalista di Maria Mavropoulou (Atene, 1989), realizzato tramite un software di intelligenza artificiale e che, sin dal titolo, mette in dialogo suggestioni pareidoliche e riflessioni, dubbi d’altra natura, interrogando anche il ruolo della fotografia stessa.
L’opera di Maria Mavropoulou […] si avvale dell‘intelligenza artificiale e in particolare di un software di conversione text-to-image grazie al quale prende vita una molteplicità di immagini così suggestiva che ci spinge a domandarci se l’intelligenza artificiale resterà sempre vincolata alla realtà mediante la fotografia, oppure se un giorno sarà in grado di realizzare un’opera d’arte più significativa in autonomia.
Urs Stahel
Tra i finalisti del Grant MAST anche l’italiano Salvatore Vitale (Palermo, 1986) con il progetto Death by GPS. Il nodo di questo lavoro autoriale affonda le radici nella relazione tra attività mineraria in Sudafrica e le dinamiche delle grandi economie occidentali, attraverso una singolare messa in scena concettuale – fotografica e video – che insiste sulle problematiche del capitalismo dell’epoca contemporanea, in un sibillino gioco tra realtà e menzogna.
Un progetto sul legame tra la gig economy e l’attività mineraria nella regione del Gauteng, in Sudafrica. Il montaggio in rapida sequenza accosta fotografie documentarie di eventi reali e riprese video di sabotaggi inscenati, invitando chi osserva a riflettere sullo sfruttamento dei gig workers nel tardo capitalismo.
Urs Stahel
Nella loro complessa e dinamica diversità, i progetti finalisti della settima edizione del MAST Photography Grant On Industry And Work, rappresentano uno sguardo ficcante che lascia affiorare la duplice verità del mondo del lavoro, così come lo conosciamo, dall’avvento dell’industrializzazione: trasformazione, evoluzione, follia e sfida, ricerca della felicità appaiono i fattori determinanti processi e meccanismi mondiali. Ed ecco che la riflessione, accompagnata dal lavoro dei fotografi, muta in poliedrica prospettiva mobile, ove etica, immagine, progresso e regresso entrano negli scatti così come sono entrati nelle dinamiche esistenziali dei tempi moderni e contemporanei.
La MAST PhotoGallery, inoltre, propone un’ulteriore percorso, quello in cui mette a confronto i cinque finalisti del Grant 2023 e i lavori dei 24 finalisti delle passate edizioni, gemmando una rassegna di grande rilevanza, all’interno della quale è possibile individuare anche i mutamenti di linguaggi e modi di comunicare l’intricato e affascinante mondo del lavoro nel mondo.
MAST PHOTOGRAPHY GRANT ON INDUSTRY AND WORK / 2023
25 gennaio – 1° maggio 2023
FONDAZIONE MAST
via Speranza, 42
Bologna
www.mastphotogrant.com | www.mast.org
Martedì –Domenica 10.00 – 19.00
Ingresso gratuito
Catalogo edito da Fondazione MAST
Ufficio stampa:
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Alessandra Santerinialessandrasanterini@gmail.comtel +39 335 68 53 767