Sergio Nannicola - Trattamento Covid-19 ...e vissero tutti felici e scontenti, 2021

MAPPE | trame relazionali | Sergio Nannicola e Davide Viggiano allo Studio Zecchillo ex Studio Piero Manzoni di Milano

Venerdì 8 marzo ha inaugurato a Milano la mostra MAPPE | trame relazionali, con protagonisti Sergio Nannicola a Davide Viggiano. Curata da Ivan D’Alberto, l’esposizione si tiene presso il prestigioso Studio Zecchillo ex Studio Piero Manzoni, in via Fiori Chiari 16. Nel cuore del quartiere Brera, MAPPE è il primo progetto espositivo condiviso dei due artisti, che avevano già collaborato nel 2021 in occasione della mostra Made in Italy, tenutasi presso la YAG/Garage di Pescara. Nell’occasione avevano avuto modo di riflettere sullo stato di “emergenza” dell’Occidente, della politica approssimativa che da anni, anzi decenni, infesta l’Italia e del populismo dilagante ormai in tutto il mondo.

Dopo tre anni maestro e allievo al tempo degli studi in Accademia tornano a collaborare. E questa volta lo fanno cambiando il focus della propria riflessione, ponendo l’accento ancora una volta su emergenze sociali ma anche su aspetti più legati all’individuo, all’esistenza come concetto che si riferisce al singolo. Si può comprendere la “storia” della persona senza considerare la sua presenza nella collettività? Grazie alle sole due opere in mostra si può provare ad azzardare una risposta, che appare scontata nell’ambito di una narrazione in cui la società influisce, per forza di cose, sulle azioni del singolo. Nonostante un individualismo sfrenato, la relazione con l’altro rimane ciò che muove tutto, il motore della vita di tutti noi. E lo fa sia per quel che riguarda la sfera collettiva, la società civile, sia quella privata, la parte più intima di ognuno.

Sergio Nannicola, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, espone Chromatic chords, opera del 2021 che viene ideata nell’ambito della serie  “Zone dubbie” 2021/22, Made in Italy. Si tratta di una sorta di “mappatura” tonale che accomuna la crisi pandemica che abbiamo vissuto in quegli anni ad una partita a scacchi. E chi sono i giocatori che si fronteggiano? Per Nannicola tutti coloro abbiano attraversato un periodo segnato da incertezza, instabilità, paura di un futuro che ora ci sta restituendo tutti i danni accumulati in un passato ancora troppo recente per essere compreso a pieno. Le diverse categorie di persone, tutte diverse, sono raffigurate da colori tra i più disparati, a sottolineare l’unicità dell’esperienza personale di ognuno. Ma anche il legame esistente tra tutti i quadratini-persone, individui con esigenze e aspirazioni uniche che in un momento della storia si sono trovati per la prima volta a dover combattere insieme una forza esterna che non ha, purtroppo, escluso nessuno.

Le tinte multicolori sono inoltre una rappresentazione ironica delle diverse “zone” – arancione, gialla, rossa ma in questo caso anche verde, arancione, nera, rosa – che nei mesi successivi al primo lockdown erano state imposte dal governo a tutela dei cittadini, limitando al minimo eventi, uscite, occasioni sociali. Per Nannicola, una situazione gestita non al meglio (per usare un eufemismo) e che è ancora una volta la sintesi di una politica che piuttosto che cercare di comprendere le reali esigenze dei cittadini abbia messo al primo posto le necessità di attività prossime ad un fallimento economico annunciato. Una sorta di gioco forza tra lobby e direttive del governo, di “trame” e di accordi sottobanco, comunicazioni poco chiare che hanno diviso ancor di più il popolo.

Davide Viggiano espone invece Scarti Ibridi n. 4, un’opera che fa parte di una serie di lavori incentrati sul tema del “confine”, del “limite”. L’idea di limite come luogo fisico ma anche come luogo astratto, in un’indagine tra la sottile linea che separa il dentro e il fuori, la mente e l’oggetto, il pensiero e la materia. Viggiano veste i panni dell’alchimista proiettato nella contemporaneità, tesse le sue pelli e i residui di esse che nell’innestarsi vanno a formare ibridi innovativi. Un lavoro che è perfettamente allineato alle riflessioni dell’antropologo francese Arnol Van Gennep, che tratta i temi della marginalità e dell’accettazione di quei soggetti rientranti in categorie sociali non convenzionali. Davide Viggiano mappa nuove epidermidi e mette in luce il fascino della differenza, altro argomento che oggi più che mai afferisce alla politica.

“Il valicare un confine può offrire nuovi orizzonti”. La ricerca dell’artista, laureato magistrale presso il dipartimento di Decorazione dell’Accademia di Brera, indaga quindi ancora più a fondo. L’idea di un’unione tra le categorie, ognuna con le proprie differenze, non è più solo un’ipotesi affascinante, quanto piuttosto una tappa verso la conoscenza del prossimo. Usando le parole del curatore Ivan D’Alberto, quando Viggiano fa riferimento a questa “Neo-Pelle” si parla di: “Un percorso iniziatico volto all’accettazione del “diverso” attraverso nuove “trame” relazionali. Un particolare della mostra in corso presso lo studio che una volta era appartenuto a Piero Manzoni è che i due artisti non hanno ideato le opere per essere poste in dialogo. Si tratta in verità di un accostamento che nasce dal caso e dal destino, una unione che evidenzia i punti di contatto tra due ricerche diverse ma entrambe incentrate su un focus fondamentale: l’essere umano e tutto quello che gli accade intorno. Le sue trame relazionali, per l’appunto.

La mostra chiuderà il 20 aprile 2024. Lo Studio Zecchillo è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 19. Sabato e domenica chiuso. Per visitare la mostra è necessaria la prenotazione.

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