Dal 11 marzo al 31 maggio 2024, Malta diventa un laboratorio creativo diffuso, un autentico pensatoio per il Mediterraneo Centrale, ospitando la sua prima Biennale d’Arte Contemporanea.
La manifestazione, diretta da Sofia Baldi Pighi e supportata dal team curatoriale composto da Elisa Carollo, Emma Mattei e Nigel Baldacchino, è realizzata grazie a Heritage Malta in collaborazione con UNESCO – World International Heritage.
La mostra si snoda attraverso un Padiglione Centrale e undici Padiglioni Nazionali Tematici (Cina, padiglione Franco-tedesco, Italia, Malta, Palestina, Polonia, Serbia, Spagna, Turchia, Ucraina), oltre a numerose installazioni sparse sull’isola di Gozo, attivate sporadicamente da performance.

A rappresentare l’Italia è Informal Inclusion, il nuovo lavoro di Eugenio Tibaldi, allestito nel Padiglione a cura di Francesca Guerisoli e Nicolas Martino.
Il tema scelto per questa edizione inaugurale è l’espressione maltese Baħar abjad imsaġar taż-żebbuġ, che tradotta significa Gli ulivi del mare bianco, una frase poetica che invita ad abbracciare i valori di pace e cooperazione di fronte alle sfide internazionali legate al Mediterraneo.
Decolonizzazione, cultura mediterranea e inclusione sono i focus tematici della manifestazione, sviluppati nelle seguenti sezioni:
The Counterpower of Piracy, ospitata nella Cittadella di Gozo e Forte Sant’Elmo a Valletta, offre una riconsiderazione del passato dell’isola attraverso le pratiche corsare, un tempo fulcro dell’economia maltese, ora sostituite dal porto franco e dal gioco digitale. Tra gli artisti partecipanti: Daniel Jablonski (Brasile), Goldschmied & Chiari (Italia), Post Disaster (Italia) e Suez Canal Republic.
Amateur video by Giorgia Aprosio
The Matri-archive of the Mediterranean, ospitata nel Palazzo del Gran Maestro e nella Biblioteca Nazionale a Valletta, riflette sulla trasmissione generazionale della tradizione e dei traumi ad essa collegati, come il controllo patriarcale. Gli artisti coinvolti includono Amy Bravo (Stati Uniti), Camilla Alberti (Italia), Cecilia Vicuña (Cile), Sara Leghissa (Italia) e Konstantina Krikzoni (Grecia).
Can you Sea? Il Mediterraneo come corpo politico, organizzata negli spazi dell’Armeria a Birgu, della Darsena 1 a Bormla e dei sotterranei di Valletta, riflette sul significato geopolitico dell’isola, strettamente legato alla sua identità marittima. Tra gli artisti esposti: Adrian Paci (Albania), Agnes Questionmark (Italia), Edson Luli (Albania), Laure Prouvost (Francia), Rosa Barba (Germania) e Tania Bruguera (Cuba).
Decolonizzare Malta: La polifonia siamo noi, ospitata nella Guardia Principale a Valletta, nella Chiesa di Tal-Pilar a Valletta, nell’Auberge d’Aragon a Valletta e nel Parco archeologico di Ġgantija a Gozo, celebra il multiculturalismo come strumento prezioso per immaginare nuovi paradigmi sociali, presentando opere di Andrea Ferrero (Perù), Dew Kim (Corea del Sud), Edson Chagas (Angola), Fabrizio Vatieri (Italia), Gaia De Megni (Italia), Ibrahim Mahama (Ghana), Jermay Michael Gabriel (Etiopia) e Zehra Doğan (Turchia).
Con il coinvolgimento di ben 70 artisti provenienti da 23 nazioni, Maltabiennale.art si conferma un progetto ambizioso, che con il rinnovo dell’impegno da parte delle istituzioni coinvolte ha il potenziale per ridefinire il paesaggio culturale Maltese e porre l’arcipelago al centro della discussione culturale internazionale.

La manifestazione è realizzata in collaborazione con il Dipartimento Subacqueo di Heritage Malta, il Dipartimento Archeologico di Patrimonio Malta, il Museo Marittimo presso Heritage Malta, l’Università L’Orientale – Facoltà di Scienze Umanistiche e Sociali, Centro Studi Postcoloniali e di Genere (Napoli), l’Università IULM (Milano), il MCAST – Malta College of Arts, Science & Technology, MAMMA – Matri-archivio del Mediterraneo, MagnaŻmien (Malta), la Biblioteca Nazionale (Malta) e lo Spazju Kreattiv Cinema (Malta).
I biglietti singoli o per l’intera manifestazione sono disponibili per l’acquisto online sul sito: https://maltabiennale.art/tickets/