Allan McCollum, Minime Variazioni, Galleria Fumagalli, Milano, 2024. Foto ©LucreziaRoda. Courtesy Galleria Fumagalli

Il paradosso dell’esistenza umana: Allan McCollum alla Galleria Fumagalli

Dopo quindici anni, il maestro americano Allan McCollum torna in Italia con “MINIME VARIAZIONI. Drawings and Plaster Surrogates”, un progetto site-specific alla Galleria Fumagalli di Milano.

«È un’idea semplice, creare un sistema per produrre una “forma” emblematica unica per ogni persona sul pianeta» afferma l’artista, durante la sua partecipazione alla Biennale di San Paolo del 2008, «naturalmente è complicato e poco pratico, ma poiché spesso riteniamo l’arte un “sogno impossibile”, ho pensato che avrei potuto provarci».           
Difatti, tra il 1988 e il 1992, Allan McCollum realizza “Collection of Drawings”, installazione monumentale composta da oltre duemila elementi. La ricerca artistica, che si estende per oltre cinquant’anni, analizza l’idea di “collezione” – che sia di disegni o sculture, decine o migliaia di elementi –, dove le opere sono apparentemente connotate da una certa ripetitività seriale. Tuttavia, nessuna di queste tavole è identica all’altra, ogni singola è caratterizzata da variazioni sottilissime, sia nella forma che nel colore. Così, nonostante la loro apparente somiglianza, ognuna porta con sé unicità, differenziandosi dalla massa e affermando la propria individualità.            

MINIME VARIAZIONI. Drawings and Plaster Surrogates è uno straordinario progetto dal taglio museale, concepito appositamente per lo spazio principale della Galleria Fumagalli di Milano. L’intero ambiente – compresi i quattro tavoli ricoperti da teli grigi e le pareti bianche – è invaso da seicentosessanta disegni che, suddivisi in gruppi, paiono come un organismo unico, un mondo di ombre. 
Ogni dettaglio è curato con estrema precisione: piccole cornici di legno accolgono infiniti fogli bianchi, ognuno dei quali ospita forme geometriche dai contorni netti, delineate e riempite da un fitto strato di matita nera. Un dialogo sottile tra vuoto e pieno, dove ogni immagine – creata da dei modelli in plastica – sembra replicarsi ininterrottamente in un’ambiente quasi claustrofobico.    
Le forme geometriche, all’apparenza simili tra loro, rivelano una varietà di sfumature e dettagli che si svelano lentamente. L’unicità e la ripetizione trasformano lo spazio espositivo in un ambiente dinamico, suggestivo, in cui il pubblico è invitato a immergersi: un’esperienza totale, visiva e concettuale.

L’installazione di McCollum riflette su uno dei grandi paradossi dell’esistenza umana: ogni individuo aspira a far parte di un gruppo, ma al contempo desidera preservare la propria identità; è l’eterno conflitto tra il desiderio di conformarsi e la necessità di distinguersi, tra l’aspirazione all’individualità e la pressione verso la uniformità. Proprio per questo, le forme nere evocano l’immagine dei simboli araldici, i blasoni delle antiche casate nobiliari, suscitando un senso di appartenenza a qualcosa di grande.          
Il maestro dell’arte concettuale, con i suoi “Drawings, ci pone di fronte a una domanda: quello dell’essere umano è un bisogno di appartenenza o di diversità?    

È importante tener presente che, fin dagli anni Settanta, McCollum esplora la rigida divisione tra la produzione artigianale di opere d’arte uniche e quella su larga scala; un confronto che si estende anche all’analisi dell’interazione, sfidando l’idea tradizionale di un pubblico anonimo e impersonale, e proponendo nuove possibilità di identificazione per gli spettatori. In questo modo, l’artista si pone contro le rigide categorizzazioni dell’arte, che vogliono dividere produttore e fruitore in base a criteri di istruzione e classe sociale. Di fatti, l’opera di McCollum è frequentemente associata a quella di alcuni suoi contemporanei – Michael Asher, Daniel Buren, Andrea Fraser, Louise Lawler e Allan Ruppersberg – proprio per l’interesse nei confronti dei processi di ricezione culturale. 

L’installazione MINIME VARIAZIONI. Drawings and Plaster Surrogates di Allan McCollum è visitabile presso la Galleria Fumagalli di Milano dal 18 gennaio fino al 29 marzo 2024.