Giulio Saverio Rossi, Un'immagine ci tiene prigionieri, 2023 oil on linen, installation views courtesy the artist and Quartz Studio photo Beppe Giardino

Giulio Saverio Rossi

Un’immagine ci tiene prigionieri è la prima mostra personale a Torino dell’artista Giulio Saverio Rossi, ospitata nello spazio indipendente Quartz Studio, a cura di Alessandra Franetovich.

Un’immagine ci teneva prigionieri. E non potevamo venirne fuori, perché giaceva nel nostro linguaggio, e questo sembrava ripetercela inesorabilmente, scrive Ludwig Wittgenstein (1889-1951) nelle sue ricerche filosofiche. A queste parole si ispira Giulio Saverio Rossi (Massa, 1988), intento ad indagare il linguaggio pittorico come mezzo critico di osservazione della realtà. In un contesto mediatico saturo di contenuti visivi, l’immagine in questione continua insistentemente a tenere prigioniera la mente.

L’ingresso nello spazio espositivo è sorvegliato da un mastodontico odontodactylus scyllarus, una specie di gambero che nella realtà non raggiunge i venti centimetri di grandezza, chiamato volgarmente con il nome di canocchia pavone o mantide dipinta. L’organo oculare di questo animale ha ben 16 fotorecettori, rispetto ai 3 in possesso dagli esseri umani, e gli permettono di padroneggiare una sensibilità visiva stupefacente. Proporzionalmente alla potenza visuale di questo animale, Giulio Saverio Rossi dipinge un grande quadro ad olio in cui il dettaglio dell’occhio del crostaceo è ingrandito in un’ottica surreale che ne altera l’identità. L’immagine disorienta l’osservatore ponendosi in bilico tra pittura scientifica e concettuale.

Giulio Saverio Rossi, Un’immagine ci tiene prigionieri, 2023, oil on linen, installation views
courtesy the artist and Quartz Studio, photo Beppe Giardino

L’opera fa parte della serie Scientific Paper (2023) insieme ad un secondo dipinto ad olio dedicato allo studio delle ali di una farfalla osservate attraverso un microscopio. Gli arti ingranditi dell’insetto appaiono come un pattern iridescente composto da un’armonia di colori secondari su base scura, ottenuti attraverso un lavoro di stratificazione cromatica. Anche in questo caso, senza nessun riferimento fornito dall’artista, sarebbe quasi impossibile riconoscere il soggetto.

Giulio Saverio Rossi, Un’immagine ci tiene prigionieri, 2023, oil on linen, installation views
courtesy the artist and Quartz Studio, photo Beppe Giardino

Un’immagine ci tiene prigionieri è anche il titolo del terzo quadro ad olio, un soggetto completamente diverso dalla serie scientifica. L’opera raffigura uno scorcio di paesaggio urbano catturato da Giulio Saverio Rossi nel quartiere Vanchiglia di Torino, il rione in cui ha sede lo spazio espositivo. Il soggetto è un coltello acuminato piantato su un asse di legno, l’oggetto sembra quasi levitare in aria, forse conficcato con perturbante sicurezza da un operaio che ha concluso la sua pausa pranzo all’interno del cantiere in cui sta lavorando. La scena è intravista attraverso un’apertura della recinzione con una modalità che ricorda tanto il voyeurismo così come la street photography. Infatti il dipinto è stato riprodotto osservando una fotografia scattata dall’artista.

Giulio Saverio Rossi, Un’immagine ci tiene prigionieri, 2023, oil on linen, installation views
courtesy the artist and Quartz Studio, photo Beppe Giardino

La tecnica pittorica denota un’esecuzione di getto con diversi ripensamenti a vista, messa in atto durante una sola sessione, come se il pittore volesse esternare nell’arco del minor tempo possibile l’immagine che sembra tenerlo prigioniero. La scena è stata osservata, fotografata, dipinta e infine condivisa, intrappolando sottilmente anche la mente dei visitatori.

In una società permeata dalle immagini, osservarle da differenti punti di vista diventa un modo per scavare nel loro significato oltre all’apparenza della loro fulminea apparizione. Un’immagine ci tiene prigionieri si offre come un viaggio temporale verso le monadi della realtà, all’interno dello spazio temporale che ci circonda.

Giulio Saverio Rossi
Un’immagine ci tiene prigionieri
a cura di Alessandra Franetovich
Quartz Studio
dal 4 novembre 2023 al 20 gennaio 2024.