A New York, presso la galleria David Zwirner, si è aperta da qualche giorno Roma/New York, 1953–1964, una mostra che esplora gli scambi, i contatti e le contaminazioni avvenute negli anni Cinquanta e Sessanta fra gli artisti italiani e americani.
Grazie a tale esposizione è possibile porre all’attenzione del pubblico oltreoceano le opere di moltissimi artisti italiani e non che hanno operato nel belpaese dal secondo dopoguerra: Carla Accardi, Afro, Franco Angeli, Luigi Boille, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, Piero Dorazio, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Philip Guston, Franz Kline, Willem de Kooning, Jannis Kounellis, Conrad Marca-Relli, Gastone Novelli, Achille Perilli, Robert Rauschenberg, Mimmo Rotella, Salvatore Scarpitta, Mario Schifano, Toti Scialoja, Mark Tobey, Cy Twombly. Gli importanti lavori allestiti provengono da importanti istituzioni e collezioni degli Stati Uniti nonché dagli archivi e fondazioni degli stessi artisti.
Tra gli americani al centro della mostra è presente Conrad Marca-Relli. Nato da genitori italiani immigrati, l’artista è stato una figura cardine dei contatti tra le due comunità, promotore di rapporti duraturi tra artisti, collezionisti e mercanti dei due continenti.
Obiettivo di Roma/New York, 1953–1964 è allontanare dalle menti americane l’idea che l’arte italiana contemporanea è rimasta al Futurismo. La mostra s’incentra, infatti, su alcuni artisti italiani che, come Carla Accardi e Gastone Novelli, sono riconosciuti e acclamati in Italia, ma sono ancora poco conosciuti negli Stati Uniti. Come loro anche Luigi Boille è stato uno dei protagonisti del periodo, presente in quel decennio in importanti mostre presso la Rome-New York Art Foundation di Roma e il Solomon R. Guggenheim Museum di New York.
Ulteriore scopo della mostra vuole è rendere omaggio a Germano Celant (1940–2020), curatore, scrittore e studioso, che nel 1993 organizzò la storica rassegna Roma-New York: 1948–1964, alla Murray and Isabella Rayburn Foundation di New York: un’esposizione che è stata una pietra miliare degli studi e delle ricerche sulle connessioni tra Europa e Stati Uniti nell’immediato dopoguerra ed è oggi fonte di ispirazione anche per questa mostra.
Tra le opere in mostra spiccano due opere di Gastone Novelli: La totale estinzione (1962), Cose da conservare (1963). Lavori esemplari della sua ricerca, in cui l’artista giunge alla formulazione più matura e compiuta del suo personale, e completamente nuovo, linguaggio fatto di segni astratti, immagini e parole.
La mostra resterà visibile fino al 25 febbraio 2023.
Informazioni: https://www.davidzwirner.com/exhibitions/2023/roma-new-york-1953-1964