Steven Parrino, It (Blob #1), 1994, enamel, silicone, and rubber eyeball on canvas, 30 1/2 × 41 × 12 inches (77.5 × 104.1 × 30.5 cm) © Steven Parrino, courtesy the Parrino Family Estate

Gagosian Basilea: Steven Parrino

La sede di Basilea di Gagosian ha aperto da poco la personale di Steven Parrino.

Gagosian Basilea ha recentemente inaugurato una rassegna di lavori di Steven Parrino (1958–2005), influente artista americano fortemente legato alla Svizzera. La mostra include opere su tela (modificata), lavori in smalto spruzzato su pergamena e opere su carta. E’ la prima personale di Parrino con Gagosian dal 2007 e la sua prima con la galleria con sede a Basilea.

Nel corso della sua carriera, Parrino ha messo insieme un’estetica formale elegante e un approccio punk e aggressivo. L’artista statunitense ha squarciato, spezzato e piegato i supporti pittorici, trasformandoli in monocromi scultorei “deformi”. Pioniere di video art e performance, ha approcciato il proprio lavoro in maniera radicale e avanguardistica. Inizialmente parte degli artisti Neo-Geo e Appropriation del centro di New York negli anni ’80, Parrino viene ispirato dall’Arte Povera e dal Minimalismo e inizia a riconfigurare e ricontestualizzare gli elementi dell’iconografia pop. Le opere in mostra rendono omaggio alla breve ma intensa carriera di Parrino. In Disruption (1981), International Style (1983) e Seduction (1984), l’artista accosta dipinti monocromi in acrilico strappati su tele strappate o accartocciate a fotografie incorniciate e stampe, andando a comporre confronti di immagini come ad esempio l’unione tra la famosa foto che ritrae Ruth Snyder, la prima donna fotografata sulla sedia elettrica, e l’attrice Anna Karina che posa con una rivoltella sul set di Made in U.S.A di Jean-Luc Godard.

Anche i lavori successivi sono caratterizzati dalla presenza di tele manipolate e monocrome. Troviamo ad esempio (Blob #1) (1994), in cui Parrino ha accartocciato e poi steso una tela a cui ha applicato un lucente smalto nero, schizzando poi del silicone appiccicoso e mettendoci sopra un occhio di gomma, un’allusione al suo stile visuale senza compromessi. Il silicone viene utilizzato anche in Bentoverslime #1 (1995), funzionando come adesivo per rimettere insieme le componenti di un pannello di alluminio brutalmente tri-sezionato. Untitled (2004), che occupa l’angolo della galleria, consiste in quattro tele triangolari (dipinte con uno smalto nero) unite in una configurazione piramidale. La strategia di Parrino consiste nel voler rianimare media e materiali ripetutamente considerati finiti: si descrive come il “Dr. Frankenstein della pittura”.

I riferimenti culturali di Parrino, soprattutto quelli musicali, sono più espliciti nei disegni e nei collage; tra gli artefatti e le immagini che compongono la mostra sono presenti adesivi con il logo della rock band sperimentale Butthole Surfers e una riproduzione di un disegno dell’artista contemporaneo Raymond Pettibon che adorna la copertina del controverso album My War (1984) dei Black Flag. Parrino abbina e giustappone questi simboli con bozzetti e studi preparatori per dipinti, utilizzando grafite, inchiostro e materiali non convenzionali come smalti acrilici e colla vinilica. In altri lavori spruzza lo smalto sopra fogli di pergamena accartocciata: in questo modo consente alla superficie del supporto di determinare la struttura e il dettaglio della composizione, riprendendo i primi progetti di Lucio Fontana e altri e anticipando tendenze contemporanee portate avanti da artisti come Tauba Auerbach, autore della serie di dipinti realizzati con lo spray Crumple (2008).

Steven Parrino è nato a New York nel 1958. Il suo lavoro è conservato presso rinomate collezioni internazionali, come quelle del MoMa, del Whitney Museum of American Art e del Kunstmuseum Liechtenstein di Vaduz. Ha esposto presso importanti istituzioni culturali internazionali in Svizzera, in Germania, negli Stati Uniti, in Francia e in Liechtenstein.  

STEVEN PARRINO
dal 03 Febbraio al 19 Marzo 2022
Rheinsprung 1, Basel