Antonio Palma. Festival Biennale di Arte Ambientale “Seminaria Sogniterra VII Edizione”.

Festival Biennale di Arte Ambientale “Seminaria Sogniterra VII Edizione”

Si è appena conclusa l’edizione 2023 del Festival Biennale di Arte Ambientale “Seminaria Sogniterra”, curato da Marianna Fazzi con Mattia Fernando Biagetti, sviluppato in un percorso che fa vivere il centro storico di Maranola attraverso opere site specific di artisti contemporanei.

Svoltosi nel centro storico di Maranola nelle giornate di venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 agosto 2023 il Festival Biennale di Arte Ambientale “Seminaria Sogniterra”  ha presentato al pubblico accorso molteplici progetti site-specific di arte contemporanea creati lungo un itinerario che, oltre a far ammirare la bellezza del borgo, li ha condotti tra luoghi “segreti” e abitazioni dei local. A cura di Marianna Fazzi con Mattia F. Biagetti, questa VII del Festival ha fatto registrare ben 2.000 presenze diluite nel corso delle tre serate. Nonostante il caldo umido appassionati, addetti ai lavori, semplici curiosi e tanti, tantissimi giovani hanno raggiunto il piccolo paese posto sulla collina che domina Formia per fare un viaggio fra installazioni, murales, performance live, musica, proiezioni e fotografia. Qui hanno potuto osservare i lavori inediti dei 16 artisti, emergenti e non, coinvolti: Amusement, Giulia Apice, Sara Bernabucci, John Cascone / Veronica Cruciani, Alessandro Cocchia, Iginio De Luca, Carlo De Meo, Rocco Lombardi, Veronica Neri, Antonio Palma, Daniela Perego, Gino Sabatini Odoardi, Donatella Spaziani, Strati Collective, Studio Clichè e Wang Yuxiang. Le loro opere sono scaturite dopo il primo sopralluogo nel borgo, attraverso la partecipazione condivisa ed il dialogo instaurato durante le residenze, tenute a partire dall’anno precedente e culminate durante le tre giornate di esposizione. Da ciò è nata l’esigenza e la scelta curatoriale di eliminare eventuali sotto tracce o temi così da far emergere spontaneamente la vera essenza ed anima di Seminaria Sogninterra.

Dopo il discorso di apertura e la presentazione di coloro che hanno reso possibile la manifestazione (dallo staff dell’associazione culturale Seminaria Sogniterra ai creativi, dagli sponsor ai partner vari fino agli abitanti) gli spettatori hanno potuto attraversato i vicoli, salito e sceso scale, per vedere le opere prodotte fino a riversarsi, concluso il percorso, in Piazza Antonio Ricca e ascoltare le performance ed i dj set programmati e divertirsi in balli sfrenati.

Nonostante l’elevato numero e le differenti età generazionali degli artisti coinvolti, il livello generale dei lavori proposti è stato medio-alto e, oltretutto, le opere sono risultate fruibili anche ad un pubblico di non addetti ai lavori grazie alle tematiche affrontate. Tra i lavori di maggior impatto occorre menzionare in primis i progetti creati in memoria di due persone recentemente scomparse e care alla riuscita delle precedenti edizioni del Festival ovvero Laura Cionci e Davide Rossillo. Se Iginio de Luca ha suonato la tavola “Inbandita” di Laura catturando l’attenzione del pubblico ed invitandolo ad entrare nel buio giardino segreto; Rocco Lombardi ha realizzato “Il Salto”:un murales in ricordo di Davide, artefice della rinascita artistica dei luoghi del litorale latino (Gaeta, Formia, Terracina, etc..) attraverso interventi di street art, il festival Memorie Urbane da lui ideato e la sua galleria Davide Rossillo Contemporary.

Di forte impatto anche la scultura “Senza Titolo con sedia” 2016/2023 di Gino Sabatini Odoardi: una sedia sospesa, levitante nella pancia della torre di avvistamento di Maranola, sul cui schienale è poggiato un drappo bianco, un panneggio memore della civiltà greco-romana da cui discendiamo. Un rinvio classico che, tuttavia, stride fortemente con il materiale plastico, plasmato attraverso un processo di termoformatura, comunemente impiegato dall’artista per la realizzazione delle sue opere col fine di creare quello scarto che porta l’osservatore alla riflessione. Sorretto da soli due cavi d’acciaio il lavoro è, afferma l’artista, «un tentativo di giocare a scacchi con il baricentro del mondo senza certezze. Anche perché siamo tutti ostaggi, cambia sola la postura».

Meno concettuale e più di pancia è “Arrivederci” di Daniela Perego: una miriade di margherite realizzate attraverso la tecnica dell’uncinetto da mani esperte applicate, una ad una, lungo le pareti del corridoio d’ingresso della casa di Vera, l’accogliente e cara signora nota a tutti per la pluriennale partecipazione della sua abitazione alla manifestazione. Qui, il ricordo dei cari di Daniela si è incrociato, per destino, con la memoria dei genitori di Vera (il ritratto del padre e il busto della mamma casualmente disposti in tale angolo domestico).

Calibrato e quasi impercettibile, come sempre, è l’intervento figurativo che Donatella Spaziani ha realizzato lungo i vicoli di Maranola. Intitolate semplicemente “Agosto” le sue inconfondibili silhouette femminili si adagiano in diverse pose memori della pausa estiva.

Tra le altre presenze femminili anche Sara Bernabucci che con “La stanza dei Passi” ha allestito due vani: sulle pareti del primo ha adagiato i calchi in cera delle forme delle scarpe utilizzate dal ciabattino di Maranola che anticamente aveva il negozio nei locali a lei assegnati mentre nel secondo sono disposte a terra le carte su cui sono state incise, mediante la grafite, le matrici delle scarpe raccolte durante le residenze.

Tra le giovani presenze sono stati chiamati ad intervenire alcuni studenti dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone: Giulia Apice, Veronica Neri e Wang  Yuxiang. La prima ha appeso, come fossero stendardi, alcune sue pitture, intitolate “Del Latte” realizzate su semplici lenzuoli e rappresentanti la “Madonna del latte”, soggetto presente nella cripta della Chiesa di San Luca a Maranola. Mentre Veronica ha creato un’installazione ove memoria e caducità della vita si mescolano creando un luogo di condivisione che prende vita grazie alla polisemia di linguaggi impiegati. Infine, Wang ha presentato Fortuna, buonanotte, sorridi ancora una volta, fai girare la tua ruota un’installazione prodotta con semplici materie ovvero una macina, simbolo della tradizione del paese in cui sono dislocati frantoi e mulini, posta in verticale e usata come fulcro che viene continuamente lavata da un getto d’acqua. Ne deriva una ruota astratta inserita lungo l’itinerario ma capace di far scaturire riflessioni escatologiche, ambientali e ultraterrene.

E poi come non parlare dell’infinita installazione “Come quando fuori piove” di Carlo De Meo, local ed artist-resident del Festival di Maranola che ha qui messo in opera un vero e proprio nubifragio di oggetti di uso comune come tappeti, sedie di plastica o legno, mobilio di vario genere, etc.. – per dar vita raffigurazioni del pensiero interiore di ognuno di noi. Infatti, fin dalla metà degli anni ’90 egli pone al centro della sua ricerca l’uomo, il suo mondo ed i suoi interrogativi.

Attingendo dalla comunità locale l’artista John Cascone e la regista Veronica Cruciani hanno collaborato per generare per l’occasione il video “L’ignoto, sconosciuto, altrove. La montagna e la visione”: un viaggio lungo la montagna di Maranola ove il concetto di “visione” è scomposto e dissacrato per accompagnare il pubblico in un viaggio inedito, tutto da sperimentare. Proseguendo nell’itinerario scopriranno opere elaborate con la tecnologia digitale come “Flames” del collettivo Amusement – un’opera nata dalla fascinazione per il fuoco e per il suo potere distruttivo indagato attraverso scatti degli incendi scoppiati tra Maranola, Formia e Gaeta e messe in dialogo con l’immagine di un cactus che, grazie all’arte digitale, subisce il deperimento dovuto a fiamme invisibili – o come “How real are we?Between the deside e the spasm (Fall the shadow)” di Studio Cliché: un’installazione digitale ove è proiettata un inquietante coreografia eseguita da un umanoiode, un percorso, quello pensato dall’artista nella psiche umana, nelle sue sfaccettature, cercando di esplorare la dualità dell’essere umano tra desideri e paure che intrattiene l’osservatore grazie ai colori psicodelici e le parole scritte su un invisibile schermo.

L’utilizzo e la fascinazione per ciò che è “datato”, come i vecchi monitor con tubo catodico utilizzati nell’installazione, riecheggia in “Limen” degli Strati Collective. Il collettivo, composto dal sound artist e sound engineer Roberto Di Caccio e il compositore e sound artist Ivano Pecorini, ha rielaborato i filmati d’archivio delle processioni in onore di San Michele, ogni anno eseguite a Maranola, restituendone nuove visioni e versioni. Infine, Alessandro Cocchia propone il murales P-Hope” – un semplice omaggio al Papa e al re della street-art Bansky – mentre Antonio Palma in “Emme” ha tradotto in immagini il lavoro di costruzione dello spirito di condivisione e gioia che ha caratterizzato questa ultima edizione. Il progetto, prima esposto a puntate sotto forma di manifesti, è poi stato esposto nella forma più dinamica del video come working progress.

Un itinerario tra sogni e riflessioni fra vicoli, giardini, cantine del borgo dove i fruitori hanno potuto perdersi, conoscere e riconoscere luoghi densi di ricordi e di storie che non aspettavano altro che essere raccontate. Interventi site specific, installazionie opere permanenti che hanno aggiunto un nuovo tassello al vissuto esperienziale degli abitanti e del pubblico.

«Forte è stato il desiderio di condivisione», come affermato dal direttivo del Festival, «con cui i tanti partecipanti hanno dimostrato la volontà di ristabilire connessioni attraverso la creazione artistica contemporanea, la trans-disciplinarietà, l’aderenza con il territorio come motore per tornare ad abitare luoghi dimenticati ma colmi di storia e trasformare la tradizione in rigenerazione e la piazza di Maranola in un luogo di aggregazione». […] «Seminaria Sogninterra, sotto l’egida dell’arte contemporanea, afferma come paradigma la condivisione, unico lenitivo alle perdite subite e faro imprescindibile per guardare al futuro».

Ora che tutto si è concluso non posso far altro che inviarvi a visitare Maranola e il suo Festival Biennale di Arte Ambientale “Seminaria Sogniterra” in attesa del 2025 e della sua VIII edizione.

La documentazione video e fotografica è a cura di Gabriele Drago (Amusment).

Informazioni:

Festival Biennale di Arte Ambientale “Seminaria Sogniterra”

VII Edizione

a cura di Marianna Fazzi con Mattia Biagetti

25, 26 e 27 agosto 2023

Centro storico di Maranola, Formia (LT)

Associazione culturale Seminaria Sogniterra

email: info@seminariasogninterra.it

web-site: https://www.seminariasogninterra.it/
www.instagram.com/seminariasogninterra/   

www.facebook.com/SEMINARIAsogninterra1

Maila Buglioni

Storico dell’arte e curatore. Dopo la Laurea Specialistica in Storia dell’arte Contemporanea presso Università La Sapienza di Roma frequenta lo stage di Operatrice Didattica presso il Servizio Educativo del MAXXI. Ha collaborato con Barbara Martusciello all’interno dei Book Corner Arti promossi da Art A Part of Cult(ure); a MEMORIE URBANE Street Art Festival a Gaeta e Terracina nel 2013 e con il progetto Galleria Cinica, Palazzo Lucarini Contemporary di Trevi (PG). Ha fatto parte del collettivo curatoriale ARTNOISE e del relativo web-magazine. Ha collaborato con varie riviste specializzate del settore artistico. È ideatrice e curatrice del progetto espositivo APPIA ANTICA ART PROJECT. È Capo Redattore di Segnonline, coordinando l'attività dei collaboratori per la stesura e l’organizzazione degli articoli, oltre che referente per la selezione delle news, delle inaugurazioni e degli eventi d’arte. Mail eventi@segnonline.it