©Endecameron21, Marcondiro

Endecameron21, giorno #6

Robot che incubano i loro sogni e quadri come porte d’accesso verso mondi altri. Intelligenze artificiali che parlano d’amore e colori alchemici che pervadono le tele. Il Castello di Rocca Sinibalda tra fisico e metafisico nei progetti degli artisti in residenza Marcondiro e Mauro De Carli.

Marcondiro, DreamLike Robot

Marcondiro, il progetto musicale ideato e prodotto nel 2009 da Marco Borrelli dopo diverse esperienze discografiche come produttore e musicista in numerose band e spettacoli musicali itineranti, ha preparato durante questi giorni di residenza la messa in scena di un’originale storia d’amore tra due robot dal titolo “DreamLike Robot”. Arrivato al Castello delle metamorfosi con un’idea ben precisa, l’artista non ha potuto non confrontarsi con questo luogo suggestivo e mettere il suo lavoro in dialogo con quello dell’antropologo Vincenzo Padiglione che qui espone, in via permanente, le sue opere. L’ispirazione muove da un episodio accaduto nel 2017 quando nei c.d. Fair (Facebook Artificial Intelligence Research) due chatbot, per un errore di programmazione, iniziano a dialogare tra di loro. Mentre i ricercatori spengono l’esperimento perché non lo reputano interessante, i media, molto sensibili al tema del controllo delle macchine sull’essere umano, dedicano molta attenzione alla notizia. Da qui lo spunto per tutto il lavoro: una riflessione che insiste sulle relazioni e il loro sviluppo in questa nostra complessa e frastagliata contemporaneità. 

L’onirismo fa parte della mia poetica da sempre, molti dei videoclip che realizzo hanno origine dai miei sogni. Uno in particolare, dal titolo Ricordi immaginati, l’ho girato dopo aver sognato che  mi trovavo tra le montagne innevate della Silla a bordo di un gozzo di pescatori, che vagavo placido con un lupo a fianco. Per Endecameron ho preparato una performance che si riallaccia al progetto artistico lanciato nel 2019 con il videoclip di Daniele Ciprì, dal titolo Amati, che tratta il tema dell’amore ai tempi della tecnologia e narra la storia sentimentale tra due intelligenze artificiali, due robot primitivi.”

Mauro De Carli, Faust Ω

Formatosi al corso sperimentale di Arte Sacra Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Mauro De Carli ha potuto assimilare diversi linguaggi delle arti visive e molteplici soluzioni espressive che trovano sintesi nella dimensione della pittura e della grafica. Il progetto che sta realizzando per Endecameron 21, dal titolo “Faust Ω”, muove da un episodio singolare accadutogli mentre arrivava al Castello di Rocca Sinibalda. Cadutogli a terra il computer, e impossibilitato a realizzare quello che si era prefissato, De Carli decide di scrivere un lungo testo, a metà tra prosa e poesia. E’ la lettera di un certo F., rimasta in forma di email dentro il computer, che l’artista ripercorre a memoria associando parole e immagini. Disegni a carboncino, di forte impatto visivo, ricchi di simbolismo e onirismo. E tele che ripercorrono le tappe di un immaginario viaggio alchemico: il nero, il bianco, il rosso e l’oro che accompagnano lo spettatore lungo il cannocchiale del Castello. 

“C’è un mondo della realtà e un altro a cui ogni tanto abbiamo accesso e di cui siamo degli ospiti solo temporanei. Lì una presenza oscura ci respinge e ci allontana e non ci permette di stazionare in maniera permanente. Ma è proprio per il tramite dell’arte che avviene questa connessione, che riusciamo ad aprire qualche finestra. Non per mezzo dell’intuizione, né per mezzo dell’intelligenza ma con una certa sicurezza da sonnambulo come dice Hundertwasser.”

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Endecameron 21 Incubatio | Incubazione

31 giugno – 7 luglio 2021

Castello di Rocca Sinibalda 

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