Rarissimo esempio di costruzione zoomorfa in Europa – apparentemente la pianta sarebbe stata ispirata alla forma di uno scorpione – il Castello di Rocca Sinibalda è un monumento nazionale millenario situato nei pressi di Rieti. Esso vanta una lunga storia legata all’ospitalità di intellettuali e artisti: da Peggy Guggenheim a Gregory Corso, da Ezra Pound a Judith Malina solo per citarne alcuni.
Il progetto di residenze artistiche, iniziato nel 2018, ha come origine il Decameron di Giovanni Boccaccio. Per dieci giorni, dieci narratori con le loro storie hanno tenuto la Peste Nera fuori dalla Villa in cui si sono rifugiati. Poi arriva l’Undicesimo Giorno, il giorno dopo la fine delle storie, quando non ci sono più parole per salvarci dal Male. Cosa accade quel giorno, quando vengono meno l’ordine e il senso, la pagina è bianca e tutto rischia di perdere forma? Qui inizia l’Endecameron, un progetto di ricerca e artistico intorno al continua negoziato tra caos e cosmos.
Per questa edizione, il tema scelto è Incubazione. L’incubatio è una pratica antichissima e diffusa: si dorme in un luogo considerato in qualche modo sacro e qui si attende che nel sonno e nel buio si manifestino sogni e segni sul futuro, visioni, soluzioni a problemi di vita, cure per una malattia. Ma l’incubazione è anche il momento in cui qualcosa di nuovo si produce di nascosto e nel silenzio, invisibile eppure vivo e destinato a manifestarsi: un’idea, un virus o malattia, una catastrofe o un cambiamento. Nell’Undicesimo Giorno del 2021 gli artisti lavorano sul post-pandemia e sull’incubazione di nuovi mondi possibili, ciascuno in totale libertà secondo i propri modi e linguaggi.
Vi partecipano la pianista e cantate Claudia Aliotta insieme al violinista, compositore e tecnico del suono Fabio Imbergamo. Come solista, dopo un periodo dedicato al pop e alla musica celtica, Aliotta è approdata al jazz indirizzando la propria attenzione verso il repertorio anni Trenta e Quaranta. Imbergamo invece, dal 2008, si dedica a progetti artistici personali, con particolare attenzione agli aspetti creativi della Musica Elettronica ed Elettroacustica, curando produzioni a cui ha partecipato come violinista con live-electronics.
La fotografia è benissimo rappresentata da Francesco Cabras, artista poliedrico – é anche regista, videoartista, attore, autore di testi di canzoni e scrittore – che dopo aver speso molta parte della sua carriera lavorando per prestigiose testate italiane, ha deciso di abbandonare la fotografia commissionata e di reportage per dedicarsi esclusivamente a un percorso autoriale.
Mauro De Carli é invece un artista multimediale le cui opere trovano sintesi nella dimensione della pittura e della grafica. Il suo linguaggio sperimentale si concentra in nuove soluzioni visive in cui l’attenzione è rivolta ai meccanismi, spesso strategici, dell’arte attuale e del contesto sociale in cui essa si sviluppa.
Dall’Inghilterra arriva Alex Hartley. La sua pratica multiforme comprende composizioni fotografiche a carattere scultoreo, installazioni architettoniche a grandezza naturale e, più recentemente, opere fotografiche uniche con elementi scultorei inseriti come bassorilievi sulle superfici di stampa. La sua indagine verte sul tema dell’architettura moderna e sui modi in cui essa è concepita e presentata.
Ad animare questa edizione anche la visionaria Kris Lemsalu. Originaria dell’Estonia, Lemsalu è un’artista capace di utilizzare con grande efficacia differenti media ed è conosciuta specialmente per le sue sculture totemiche e gli ambienti allucinatori che sa creare, animati anche dalle sue perfomance. L’uso potente del colore insieme all’utilizzo di materiali diversi – porcellana, pelliccia, lana, tessuto, plastica, silicone – concorrono alla costruzione di “un mondo caratterizzato da forza sciamanica, stranezza visionaria e rinascita collettiva”.
Per la scultura, Jacopo Mandich. Le sue opere agiscono quasi come rivelatori delle forza che ci attraversano e che rimangono in gran parte invisibili o sfuggenti, come l’inconscio collettivo di Jung. Le sue ricerche sono attualmente focalizzate sull’idea di ambiente immersivo e installazione partecipata.
La musica, sebbene indagata da altra prospettiva, torna con Marcondiro: il progetto ideato e prodotto nel 2009 da Marco Borrelli, dopo diverse esperienze discografiche come produttore e musicista in numerose band e spettacoli musicali itineranti, che unisce la tradizione cantautroriale italiana, alle sonorità folk e rock della storia musicale nazionale.
Uno spazio anche alla cosiddetta fiber art – l’arte che privilegia fibre tessili, tessuti o filati – con l’artista Monica Pennazzi. Dopo la formazione in Progettismo di moda presso l’Università di Urbino, Pennazzi inizia a lavorare per diverse aziende di moda tra cui Tombolini e Fornarina. Nel 2002 decide di dedicarsi a tempo pieno alla sua vera vocazione: l’arte plastica.
Presenti anche alla digital edition dello scorso anno, tornano e questa volta in presenza Verena Stenke e Andrea Pagnes, aka VestAndPage. Lo straordinario duo, che opera prevalentemente negli ambiti della performance art, della cinematografia basata sulla performance e della scrittura teorico-creativa, realizzerà per questa occasione un progetto performativo insieme ad un’altra coppia di artisti: Marianna Andrigo e Aldo Aliprandi che dal 2009 collaborano alla realizzazione di performance, attraversando i linguaggi dell’installazione e del site-specific come contaminazioni che definiscono lo spazio scenico.
Un settimana di grande fermento creativo in cui il Castello si trasforma in laboratorio aperto alla riflessione dove anche chi non è artista vi partecipa attivamente. A cominciare dagli ideatori Enrico Pozzi (Univ. di Roma LA SAPIENZA, psicoanalista SPI, Founder e CEO di Eikon Strategic Consulting – consulenza strategica) e Cristina Cenci (antropologa, senior partner Eikon, Founder del Center for Digital Health Humanities e di DNM-Digital Narrative Medicine).
E tutto il LAB Team: Marco Stancati (Univ. di Roma LA SAPIENZA, comunicatore e consulente), Alessandra Fenizi Pratesi (comunicatore, consulente progetti internazionali), Luisa Pronzato (giornalista, Corriere della Sera), Vincenzo Padiglione (prof. di Antropologia e Antropologia Museale, Univ. di Roma LA SAPIENZA); Francesco Dimitri (scrittore e saggista), Andrea Pagnes e Verena Stenke (duo artistico VestAndPage); Claudio Silvestrin (architetto), Giuliana Salmaso (architetto), Laura Cantarelli (responsabile eventi Corriere della Sera).
A conclusione, nella Serata Finale del 7 agosto gli artisti presenteranno i loro lavori a tutto il gruppo dei residenti dell’Endecameron e agli invitati.
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Endecameron 21 Incubatio | Incubazione
31luglio – 7 agosto 2021
Castello di Rocca Sinibalda (Rieti)
Siti: www.endecameron.it, www.castelloroccasinibalda.it
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