Quando a settembre fu resa pubblica la lista dei commissari europei, dalla nuova presidente Ursula von der Leyen, fu recepita come del tutto incomprensibile l’assenza dal novero delle commissioni di una specifica delega alla Cultura. La Commissione ricordiamolo si compone di un collegio dei 28 commissari, inclusi il presidente e i vicepresidenti. I commissari, uno per ogni paese dell’UE, rappresentano la guida politica della Commissione durante il mandato della durata di cinque anni. Il presidente attribuisce a ogni commissario la responsabilità per settori politici specifici.
A distanza di tre mesi, proprio questo mercoledì 27 novembre, si è votato per il nuovo esecutivo che si insedierà ufficialmente il 1° Dicembre, e con 461 voti a favore su 707 presenti risulta avere un consenso maggiore del suo precedente guidato da Jean-Claude Juncker.
Tenendo un discorso tutto incentrato sul New green deal da mille miliardi di euro, e l’urgenza climatica ambientale cui è doveroso dare risposte – e fra le cui priorità c’è quella di salvare i veneti e Venezia -, la Presidente Von der Leyen ha introdotto il suo mandato all’insegna di una Europa che ridefinisce la sua identità. Non solo come potenza culturale, ma l’Europa come nuovo faro della sostenibilità e delle politiche ambientali nel mondo, perno ideale di una concezione nella quale il nostro continente vuole giocare un ruolo di forza responsabile nello scacchiere globale, per il pianeta e i suoi abitanti.
La notizia in questo scorcio che precede di un mese il Natale è il ritorno del portafoglio alla cultura. Il cui incarico viene conferito a una donna, un’altra donna ai vertici delle istituzioni europee, ovvero Marija Gabriel, il membro più giovane del collegio. Il Collegio, ricordiamo, con più presenze femminili nella storia della UE.
Di nazionalità bulgara, nata nel 1979, laureata in lingue, ha proseguito la sua formazione in Francia. Sposatasi con un francese, Francois Gabriel anche egli già in commissione esteri e con il quale ha un figlio, la Gabriel ha svolto una parte fondamentale dei suoi studi in terra francese, e conseguito il titolo di esperta in “Politiche comparative e relazioni internazionali” proprio alla Sciences Po di Bordeaux; università dove ha insegnato e portato avanti la sua attività di ricercatrice su materie quali i processi decisionali dell’Unione Europea.
Scorrendo il suo curriculum possiamo dire che Marija Gabriel ha già svolto prima dei 40 anni una carriera di una certa rilevanza, in quel tipico spirito transnazionale che caratterizza l’Europa unita. È già stata nominata Commissario europeo per l’economia e la società digitali dal 7 luglio 2017, membro del Parlamento europeo per il partito Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria (GERB) dal 2009 al 2017, attualmente è il vice-capogruppo del Partito Popolare Europeo, e oggi si aggiunge l’ulteriore nomina al collegio dei Commissari europei.
La neo commissaria ha salutato i suoi colleghi stamattina in un tweet: “Grazie Presidente eletto per la fiducia con cui ha annunciato il nuovo nome del portafoglio sotto la mia responsabilità Ricerca, innovazione, istruzione, cultura e gioventù. Dietro queste parole c’è il nostro presente e futuro, l’anima dell’UE. Sta a tutti noi fornire risposte concrete.”
Il nuovo titolo della commissione, appunto, che fino allo scorso settembre non comprendeva il termine “cultura”. Questione su cui il nostro attuale Ministro per i beni e le attività Culturali, Dario Franceschini si era da subito adoperato, affinché si procedesse a correggere una lacuna piuttosto eclatante, dando il via a una serie di incontri diretti con i suoi omologhi europei perché avesse luogo non solo al ripristino di una delega specifica alla cultura, ma per il rafforzamento delle politiche comunitarie in tal senso.
Proprio la settimana scorsa a Bruxelles, Franceschini, intervenendo al Consiglio dei ministri europei della Cultura, proponeva di reinserire la cultura nel portafoglio della commissaria, aveva ricevuto il sostegno della Germania, Spagna, Francia, Polonia, Slovenia, Grecia, Portogallo: “C’è una richiesta molto ampia e condivisa da tutti i ministri della cultura. Sono ottimista – aggiunge – che l’importanza di questa proposta sarà accolta dalla sensibilità della presidente eletta Ursula von der Leyen”.
Oggi il Ministro si dichiara entusiasta per quella che definisce una vittoria della linea italiana: “Il nostro continente è il principale produttore e consumatore di contenuti culturali e creativi, parte determinante della nostra economia e pilastro fondante della nostra identità culturale.” E conclude: “Anche in Europa dobbiamo avere la capacità di passare da politiche difensive a politiche coraggiose per esportare i nostri contenuti e creare piattaforme europee. Nel contesto globale la dimensione europea è quella minima per avere forza contrattuale davanti alle grandi multinazionali e ai giganti della rete”.
Nel suo discorso la Presidente della Commissione dice infine espressamente: “La cultura e l’educazione sono ciò che collega la nostra Storia con il Futuro. Questo è ciò che ci rende unici: la nostra anima, la nostra cultura, la nostra diversità, il nostro patrimonio.”
Ancora non è dato sapere come funzionerà la cultura all’interno della composita Commissione alla Ricerca, innovazione, istruzione, cultura e gioventù, ma seguiremo con trepidazione il lavoro di Marija Gabriel a cui vanno i nostri complimenti.
Noi come comunità ci siamo. Molti auguri all’Euorpa. Siamo pronti a recepire il nuovo corso.