Claudia Losi, Esaudire la luce, 2020, stampa digitale su cotone. Courtesy Monica de Cardenas

Claudia Losi: Come le mani ricordano

La sede di Zuoz della galleria Monica De Cardenas propone una mostra incentrata sulle origini e sulle trasformazioni cicliche della natura.

Visibile, fino al 29 agosto, presso la galleria Monica De Cardenas di Zuoz Come le mani ricordano, personale di Claudia Losi, incentrata sulle partenze e destinazioni, sui passaggi sulla terra: un pellegrinaggio immaginario e immaginato tra la storia dell’umanità e le preoccupazioni personali dell’artista. 

Ripristinare una connessione con la terra, in questo ecosistema molto fragile, suggerisce una diversa idea di identità che deriva dal sentire un legame con altre forme di vita. Le opere di Losi sono riflessioni sulle origini e sulle trasformazioni cicliche della natura, “solidificazioni” di momenti di vita tra permanenza e impermanenza, che si rivelano agli occhi del visitatore in transito silenzioso attraverso piccole stazioni, dove è possibile soffermarsi e meditare. I materiali utilizzati dall’artista per le sue opere sono portatori di un’antica e paziente opera artigianale: ferro, bronzo, legno, seta, ceramica. Le forme si incontrano e si sovrappongono a testimoniare la costante processo di evoluzione che le norme in natura: la SFERE (sfere) in rami rilascio legno e arti in una danza eterna, come accade con le forme di animali nelle cavità dei vasi Gesti Dentro (Gesti interiori). Un invito a considerare uno stato di “naturalezza” in cui gli esseri viventi non hanno barriere di specie. Le sue opere sono geografie corali e personali in cui un ‘“azione ecologica” porta alla rinascita di ciò che è stato vissuto, o anche semplicemente immaginato: le Lingue foglia fanno emergere storie collettive dell’uomo, presentandosi come piccoli teatri con scene di viaggio e caccia, in cui protagonista è il rapporto reciproco tra uomo e animale. L’occhio (rappresentato) e lo sguardo (evocato e suggerito da spirali e cerchi) sono soggetti ricorrenti nella pratica dell’artista. Poli Antarctici (pali antartici), un grande ricamo prodotto attraverso lo sforzo del gruppo di pazienti, si ricollega all’idea di una grande iride acquatica. A Gesti Dentro il collasso di vasi l’uno sull’altro suggerisce la figura di un mulinello, mentre lo sfondo incorpora smalti blu intenso che ricordano le onde del mare. Anche qui l’occhio è inciso sulla sfera di arenaria posta in una rete da pesca ( Pietraocchio ) e il ricamo con crine di cavallo del pianeta Terra ( Sferamondo ), tratto da un’illustrazione di Athanasius Kircher, amplifica il legame tra macrocosmo e microcosmo: tutto è rievocata e si ricongiunge in una sorta di energia Panico in cui ci sentiamo impegnati, per guardarci dentro e guardare più da vicino. Alla fine c’è il bisogno di protezione che ha accompagnato la storia dell’umanità fin dalle origini: Asking Shelter , le case-rifugi impossibili, ma anche le corone di spine ( Le sue mani insegnarono pazienza ) e la serie di piccolo Amuleti (amuleti), forma nel corso degli ultimi tre mesi del giorno di isolamento dopo giorno, sono artefatti che fungono da buoni auspici, custodi di energia positiva. C’è bellezza nella sopravvivenza e fertilità nella speranza. Devi cambiare la tua disposizione, non il tuo cielo ( animum debes mutare, non caelum ), scrisse Seneca a Lucilio.- Marina DacciClaudia Losi è nata nel 1971 a Piacenza, dove vive e lavora. Le mostre personali recenti includono MAMbo, Bologna, 2020; Ikon Gallery, Birmingham, 2019 e Collezione Maramotti, Reggio Emilia, 2016. Ha esposto anche a La Maréchalerie, Versailles; il Museo MAXXI, Roma; MAGASIN, Grenoble; Royal Academy, Londra. Nel 2008 ha tenuto una mostra personale al Museo Marino Marini, Firenze, e allo Stenersen Museum, Oslo. Nel 2007 ha preso parte alla Sharjah Biennial 8, Emirati Arabi Uniti, e nel 2016 alla Hangzhou Triennial of Fiber Art, Cina. Dal 2004 al 2011 ha sviluppato il Progetto Balena: il mitico racconto di una balenottera comune realizzata in tessuto a grandezza naturale, che ha viaggiato per il mondo coinvolgendo persone e immaginari ad ogni passaggio. Il progetto sarà narrato in una pubblicazione speciale intitolata The Whale Theory, programmato per l’inizio del 2021.

Monica De Cardenas
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