Itamar Gov, Beloved Refuge of All Strangers (Проофі, Ееобхуа), 2023 - Galleria Zilberman

Artissima 2023

Si è conclusa ieri la trentesima edizione di Artissima, la fiera d’arte contemporanea più nota di Torino, una delle più significanti a livello internazionale.

Ogni anno, in questo periodo, il capoluogo piemontese si anima accogliendo visitatori appassionati d’arte da tutto il mondo. Per questa edizione la cifra ha raggiunto i 34.000 visitatori, tra cui oltre 1.600 collezionisti. Con 181 gallerie provenienti da 33 paesi differenti ha offerto una visione pressoché totale della situazione dell’arte contemporanea mondiale.

L’evento, patrocinato dal Ministero della cultura, diretto da Luigi Fassi, per il secondo anno di fila, è stato ospitato nella sede Oval del Lingotto ed ha accolto le quattro consolidate sezioni Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue e Art Space & Editions. Oltre alla parte dedicata ai Disegni, a cura di Irina Zucca Alessandrelli; a Present Future, a cura di Maurin Dietrich e Saim Demicran ed a Back to the Future, a cura di Defne Ayas e Francesco Manacorda.

Per il suo trentesimo anniversario Artissima ha riassunto i momenti fondamentali della sua evoluzione artistica mantenendo contemporaneamente uno sguardo al futuro così da coinvolgere differenti generazioni di professionisti e artisti. La fiera si è dimostrata indubbiamente commerciale e di alto livello, ponendosi allo stesso tempo come una istituzione culturale rivolta a tutti gli attori del settore.

In un ambito in cui le relazioni sono fondamentali, e bisogna di conseguenza custodirle con attenzione, la tematica della “relation of care” è stata prescelta per celebrare i tre decenni di storia, ispirandosi ad un concetto sviluppato dall’antropologo brasiliano Renzo Taddei. Lo studioso, si è ispirato a sua volta al pensiero indigeno amazzonico, proponendo la cura delle relazioni come chiave fondamentale per ristabilire l’equilibrio, in una visione estesa anche all’ambiente e alla natura. Orbitando intorno a questo concetto, la tematica della salvaguardia planetaria si è fatta abbondantemente sentire tra gli stand della fiera, mostrando una variegata produzione che ha riguardato soprattutto il mondo vegetale, la biodiversità e l’ecologia sostenibile.

Ne è un esempio l’opera Lawrence Weiner, artist books, 1968-2005 di Jason Dodge (Newton, USA, 1969) dedicata alle api, inermi in due differenti teche posizionate a terra negli spazi di Franco Noero, come degli animali sacrificati all’incoscienza umana. La galleria romana Magazzino mostra Francesca Leone (Roma, 1964) con l’opera Algae #1 (2023), una scultura in metallo in onore dei primissimi esseri viventi che si sono formati sul nostro pianeta. Namsal Sedleckli (Greenfield, USA 1986) , presentato dalla stessa galleria, ha introdotto il mondo dei funghi come possibile materiale alternativo alla costruzione di molteplici oggetti, inaugurando nuove frontiere con il quadro Micelio (2023).

Nello stand di Tucci Russo non è mancato Giulio Paolini (Genova, 1940) con l’opera Una vita normale (2007), la cartina geografica del planisfero terrestre fatta a pezzi, i cui frammenti esposti singolarmente in dorate cornici troppo grandi esprimono la fragilità della sua condizione. La galleria Tucci Russo, ha ricordato il suo gallerista Antonio Tucci Russo (1944-2023), che è stato anche uno dei sei fondatori della fiera nel 1994, con una talk tra la moglie Lisa e Lorand Hegyi.

La condizione tragicomica e instabile dell’umanità è ironicamente descritta dall’artista Inga Danysz (Varsavia, Polonia, 1990), con Sarcophagus 01 (2022) un sarcofago in alluminio dalla conformazione modulabile, che ricorda un vecchio prototipo di robot, seduto per terra contro una delle pareti dello stand della galleria statunitense Good Weather. Il desiderio di rinascita in seguito alla realizzazione del fallimento umano spinge l’animo alla necessità di destrutturare la condizione delle cose, così come Tania Pérez Cordova (Città del Messico, Messico, 1979) fa con A trumpet into a trumpet (2019), la scultura di una tromba in ottone e bronzo fusa e rifusa nel proprio stampo, ritornando ad essere il riflesso malforme dell’immagine che già era.

Artissima si è dimostrata una fiera sperimentale ancora ben propensa nei confronti dell’arte concettuale, con poche opere di video-arte e installazioni interattive, ma con un ritorno della scultura in ceramica. Erano presenti anche opere create con l’intelligenza artificiale che hanno cercato positivamente di mimetizzarsi nel contesto. Alessandro Sciaraffa (Torino, 1976), con la galleria Mazzoli, ha ideato la serie Fiori di marte (2023) dedicata alla vita vegetale sul pianeta rosso: bustine di semi fantastici dalle affascinanti copertine aliene ideate con l’aiuto della AI, che si inserisce nel contesto fieristico contemporaneo.

Artissima 2023 è stata una fiera che ha domandato, citando il testo dell’opera Forget Most of What you read (2023) di Dela Lawrence “Forget for a moment, forget to call, forget the problems, forget them…”, di dimenticare per un momento e concedersi una pausa per respirare, e magari ricominciare la corsa con un nuovo spirito. Un’occasione per riflettere sull’importanza di ritrovare il proprio equilibrio prendendosi cura di sé stessi e di ciò che si ha intorno, magari fermando l’ansia con una degli estintori Rising Anxiety (2021) di David Rickard (Nuova Zelanda, 1975), lasciandosi guidare dalle parole di Marinella Senatore (Cava de’ Tirreni, 1975) “I’m going to make everything beautiful around me”, ricamate sullo stendardo Protest Forms: Memory and Celebration (2019-2020).