Adriana Gonzalez-Brun

Architettura madre di tutte le arti – Adriana Gonzalez-Brun

Tiziana Leopizzi incontra Adriana Gonzalez-Brun, architetta / artista

È sempre più frequente imbattersi in architetti / artisti. Un binomio questo che sembra essere l’ideale per Arte e Committenza, il tema che non ci stanchiamo di esplorare ricco com’è di tanti protagonisti diversi ma tutti curiosi. E questo nonostante le varie riforme universitarie, da quella di Giovanni Gentile in poi, si siano via via succedute sempre più mirate a parcellizzare la formazione, isolando una disciplina dall’altra.  Le specializzazioni esasperate inevitabili per l’avanzare della scienza e del mercato del lavoro, non hanno avuto il successo auspicato. Aggiungerei a questo punto, e per fortuna!  Perché in realtà lo spirito eclettico, alimentato dalla curiosità e da una buona dose di creatività sono doti preziose che vanno assecondate. L’Homo Novus e i suoi valori di Leonardiana memoria, che sembravano ormai fuori contesto, tornano al centro, paradossalmente grazie alla tecnologia.

Vi presento quindi Adriana Gonzalez-Brun, figlia di un Paese che continua a stupire per la creatività di cui è ricco. La figura elegante, i riccioli ribelli le incorniciano il bel viso dagli occhi guizzanti, la risata argentina sono l’aspetto dell’energia, della determinazione e della passione di questa archartista.

Architetto e artista, infatti, chiarisce subito, sono due facce indissolubili della sua personalità, naturali per lei come essere madre dei suoi due figli

AGB Mi è particolarmente difficile fare dei distinguo, perché oltretutto mi esprimo usando media differenti sia con i materiali che con le tecniche.

Non è la prima volta che ci imbattiamo in simili concetti, e forse una volta per tutte sarebbe bene riproporre la parola artista nel senso originale, omnicomprensivo e multidisciplinare del termine.    

Adriana respira arte fin dalla culla… La nonna paterna esperta di xilografia e bassorilievi viveva a Montevideo dove aveva il suo studio, in forma estremamente riservata, altrettanto riservata la madre scrittrice, suo zio il grande Herman Guggiari era scultore, figlio a sua volta di una bravissima pianista/concertista ma anche ottima acquarellista, la sorella maggiore Ana Brun, attrice, dai riconoscimenti internazionali, e infine il fratello Carlos Gonzalez-Brun eccellente direttore e produttore di audiovisivi.

Arte è sempre stata una parola fondamentale nella mia famiglia… e simile platea non poteva che assecondare la sua vena artistica.

In Paraguay frequenterà i corsi di Livio Abramo, Herman Guggiari, Edith Giménez, Olga Blinder, Carlos Colombino, Miguel Ángel Fernández, il fior fiore allora degli artisti paraguaiani. 

Alla sua formazione non poteva certo mancare l’Italia e a 17 anni vola in Europa per la prima volta. Si innamora di Roma e Pompei, e da allora i viaggi si susseguiranno, per puro piacere e per lavoro, come ultimamente per la muestra colectiva “Theorema 2”, alla Galleria Le Prigioni, a Treviso.

Queste le sue parole che riporto esattamente: Realmente – Italia es un sitio donde me siento en casa, cómoda, relajada, como decimos en Paraguay es un sitio donde me “hallo”.

Facciamo un passo indietro nella vita di questa vulcanica donna. A 18 anni si iscrive ad Architettura ad Asunción ma proseguirà gli studi anche in Brasile, Uruguay e Stati Uniti.  Ottiene un master post-laurea in Paesaggio Urbano alla NCSU – EEUU, oltre a corsi di Installazioni d’Arte, urban art e performance alla Duke University. A Singapore si occuperà del tema interdisciplinarità tra architettura, arte e teoria del potere che chiamò Connotation of ephemeral spaces of consumption”. Ancora a Singapore frequenta i corsi Domesticity in art, film and architecture e Ethnography.

All’inizio del suo “cursus” artistico, attratta dalla scultura e dalle installazioni realizzerà la sua prima mostra De la opresión al absurdo a la Fabrica Club de Arte ad Asunción lo spazio di Osvaldo Salerno, architetto e artista, che chi segue questa rubrica ha già avuto modo di conoscere. 

Per più di 12 anni insegna all’Università Nazionale e contemporaneamente alla Cattolica ad Asunción. Ottiene la cattedra in Disegno architettonico, Installazioni d’Arte e Interventi Urbani, Media espressivi e Colore. A Singapore poi insegnerà per due anni Arte Pubblica e Pensiero Creativo. 

Insomma, la sua è una sete di sapere che non si placa e che, a suo stesso dire, l’insegnamento alimenta, per lei fonte inesauribile di saperi.  

Intanto inizia il percorso per impadronirsi delle tecniche di incisione da cui è molto attratta. Arriva presto un nuovo riconoscimento, il premio dell’Università del Kansas per la Xilografía  Compartiendo el mismo aire

Grande la soddisfazione, che vive giustamente come un onore è l’offerta che riceve, ancora giovane, da Herman Guggiari e Carlos Colombino: i due grandi maestri le chiedono di fare uno scambio di opere. 

Un riconoscimento che la spinge a osare di più e si cimenta nella creazione di lavori di grandi dimensioni, il tutto mentre segue gli incarichi come architetto, cercando al contempo di fare la mamma, accettare i numerosi inviti a mostre, biennali, internazionali, come la Biennale del Mercosur, la Biennale de la Habana, de la Cuenca, quella di Buenos Aires, e alla Biennale di Venezia dove nel 2001 rappresenta il Paraguay.  Ottiene poi il premio come miglior tra gli artisti latino-americani alla Biennale di Buenos Aires Memorias de un archivio, e sarà ospite di varie residenze d’arte. Ultimamente oltre a realizzare installazioni e interventi urbani è tornata ai primi amori l’incisione e la scultura, per collezionisti e committenti sia istituzionali che privati. La sua ricerca artistica è molto personale ed ha una cifra riconoscibile che fonde il costruttivismo con l’informale in una dimensione onirica, invitando l’osservatore a completare le immagini e a sentirsi parte dell’opera stessa.  

Si tratta sempre – dice – di concepire progetti che nascono dall’inquietudine che attraversa la ricerca e la sperimentazione, tanto in campo architettonico che artistico. Sue opere appartengono alle collezioni di Daniel Mendonca, Roque Ardissone, Cyntia Poletti Carlos Colobino para el Museo del Barro e Pablo Atchugarry per il MACA a Maldonado e le piace ricordare il suo primo collezionista Jorge Gross Brown.  Sta nell’animus della professione di architetto realizzare progetti su commissione. In entrambi i campi – precisa – è comunque fondamentale il rispetto reciproco tra Committenti e professionisti, e quando c’è sintonia si tocca con mano la magia di creare un’opera condivisa.  Sono entrambe professioni attraverso le quali è possibile esprimersi, l’architettura più legata a questioni costruttive ed economiche, l’arte ne deve tener senz’altro conto ma ha forse più respiro.

Tutta la sua vita ha come cifra lo studio in generale e in particolare per la professione conoscere i nuovi materiali in architettura così come i media delle espressioni artistiche, in generale il materiale e la tecnica rispondono al lavoro. Cerco – precisa – il modo in cui poter esprimere al meglio un’idea, e se in alcuni casi sono mezzi che conosco, in altri prima di eseguire l’opera è necessaria una lunga indagine. Da tempo lavoro già con persone che sono specialisti nell’uso dei nuovi media, molto congeniali peraltro al mio sentire.

Buon lavoro allora di qua e di là dell’Atlantico! Prof. Gonzalez-Brun.

Un’ultima cosa: cosa le piacerebbe essere da grande?

Feliz!

Per chi ne volesse sapere di più di questo “vulcano” allego il suo web site 

https://www.adriana-gonzalez-brun.com/ofrenda

Tiziana Leopizzi

Architetto, giornalista iscritta all’albo da circa 25 anni, è stata nominata accademico ad honorem per la sua scelta di diffondere i valori dell’arte e della cultura in modo semplice e trasversale. È membro quindi dell’AADFI l’Accademia delle Arti del Disegno, la più antica d’Europa, voluta da Cosimo I e Giorgio Vasari nel 1563, che vanta come primo Accademico Michelangelo. Recentemente nel 2018 è stata nominata Ambasciatore della Città di Genova nel Mondo. Il suo mentore è Leonardo da Vinci il cui CV che non manca occasione di pubblicare, è fonte di saperi inestimabili per tutti noi. Usa l’arte come strumento di comunicazione realizzando progetti in Italia e all'estero.