VDA Award

VDA Award, l’innovazione aziendale sostiene l’arte digitale 

Nel 2021 la vendita plurimilionaria di un’opera di Beeple da Christie’s aveva dato l’impulso a una rivoluzione artistica che trovava la sua mera espressione nei mezzi digitali. È un fenomeno, quello dell’arte digitale, che pone le sue radici già nella metà del ventesimo secolo, ma che grazie all’exploit degli ultimi mesi sta occupando una posizione di rilievo in tutto il mondo, sia come protagonista di eventi ad hoc che come figurazione speciale all’interno di progetti legati all’arte contemporanea tradizionale.

Oltre a festival, mostre e drop sui marketplace di riferimento, il 2023 ha segnato il lancio della prima edizione del VDA Award, un premio biennale istituito dall’azienda Var Group nell’ambito del progetto Var Digital Art. Il riconoscimento è il primo in Italia a esplorare a fondo le tendenze dell’arte digitale, tra multiverso e metaverso, dall’intelligenza artificiale generativa alle reti neurali e agli algoritmi. In primo piano nella valutazione anche esponenti delle microcorrenti principali come la computer art, la cryptoart e la phygital art. E il loro ulteriore sviluppo negli NFT. 

L’arte digitale si è affermata come un linguaggio artistico e una tendenza dirompente, diventando il principale mezzo per raccontare e interpretare la società contemporanea. La volontà di sperimentare le contaminazioni tra il mondo dell’impresa, dell’arte, della tecnologia e dell’innovazione ha stimolato la nascita di Var Digital Art. Il progetto, nato nel 2018, mira a diventare un catalizzatore di idee a sostegno degli artisti che desiderano sperimentare le tecnologie digitali, con figure accomunate dall’obiettivo di costruire una grande community coinvolgendo partner tecnologici, enti pubblici, musei, università e accademie.

Il polo dinamico Var Digital Art ha così deciso di dare vita al VDA Award per riconoscere e celebrare i migliori artisti digitali della penisola. L’intera produzione italiana del 2023 è stata analizzata da quattro addetti ai lavori d’eccezione: Chiara Canali, critica d’arte, autrice, giornalista e curatrice indipendente; Valentino Catricalà, curatore della MODAL Gallery alla SODA di Manchester e lecturer presso l’università IULM, oltre che responsabile dell’area d’arte digitale della Quadriennale di Roma; Rebecca Pedrazzi, storica dell’arte, docente ed esperta di IA; infine Domenico Quaranta, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, critico d’arte, curatore e scrittore. La giuria era, inoltre, coadiuvata da Davide Sarchioni, direttore artistico di VDA. 

I dodici artisti selezionati sono stati Luca Pozzi, Chiara Passa, Federica Di Pietrantonio, Domenico Dom Barra, Debora Hirsch, Martin Romeo, Rino Stefano Tagliafierro, Davide Maria Coltro, Matteo Succi in arte Svccy, Danilo Correale, Roberto Fassone e Kamilia Kard. Dodici talenti con approcci, linguaggi e percorsi di ricerca differenti, che coprono una vasta gamma di espressioni artistiche nel contesto digitale.

L’amore per la natura di Debora Hirsch si materializza nel progetto “Plant” che punta a riportare in vita grazie alla registrazione su blockchain piante e fiori estinti o in via d’estinzione. A queste specie è garantita così un’esistenza virtuale eterna. Personalità sono Davide Maria Coltro, inventore del quadro mediale nel 2001, e Domenico Dom Barra, precursore della Glitch Art in Italia. Chiara Passa, invece, esplora il confine tra reale e immaginario utilizzando l’animazione, la video animazione e la realtà virtuale. Luca Pozzi indaga il rapporto tra arte e scienza. Kamilia Kard impiega diversi media, dalla pittura al video, a gif animate, stampe e installazioni. Assieme a loro, ci sono anche le esperienze di Danilo Correale, che esplora una vasta gamma di strategie visive e collaborative che includono la fotografia, il video, l’azione partecipativa, l’intervento pubblico e il testo, Rino Stefano Tagliafierro, regista e video artista, autore di numerosi spot pubblicitari e cortometraggi, tra i quali “Beauty” del 2014, che ha riscosso un successo planetario, Roberto Fassone, la cui ricerca di ambito multimediale è interessata all’impiego del fake, il travestimento, il manierismo e la finzione.

Tra gli artisti emergenti, invece, Federica Di Pietrantonio si concentra su relazioni e processi nati attraverso realtà simulate e virtuali, piattaforme social e videogiochi. Martin Romeo esplora la relazione tra natura e tecnologia attraverso sculture dinamiche, performance in realtà virtuale e installazioni multimediali. Svccy dialoga tra la fisicità dell’opera fisica e l’animazione dell’NFT rielaborando l’estetica del Vaporwave, caratterizzata dall’uso di temi nostalgici degli anni ’80 e ’90 fornendoli a immagini di busti romani e centri commerciali abbandonati.

Ognuno di loro è invitato a partecipare al premio con un’opera già edita o concepita per l’occasione, per un totale di dodici lavori digitali rigorosamente screen-based. 

Il VDA Award sarà presentato al pubblico a settembre e la giuria selezionerà i migliori quattro lavori. Le opere verranno esposte in occasione di “Shape the present, build the future”, la convention annuale di Var Group che si terrà il 26 e 27 ottobre al Palazzo dei Congressi di Rimini.

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