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Friends of Florence non si ferma… anzi in questo momento così buio ci illumina con il progetto del restauro “della Guardaroba” e dell’attigua stanza della “Cosmografia”.

Al sentire questa notizia meravigliosa rivivo l’emozione che provai quando, durante i miei vari sopralluoghi a Palazzo Vecchio per il MUST,  passando attraverso porte a perfetta scomparsa, passaggi segreti, la vista vertiginosa dal passaggio sul Salone dei Cinquecento, mi ritrovai circondata da intere pareti ricoperte da dipinti e al centro un immenso mappamondo.

Scoprii poi che si trattava di 13 armadi, le cui ante  erano ricoperte da 53 oli che rappresentano dettagliatamente terre e mari allora conosciuti, oltre una miriade di preziose iscrizioni dorate, raffinati cartigli raffiguranti le imprese medicee corredate da allegoriche fantastiche creature. 

Fu Cosimo I a volere uno spazio che accogliesse i tesori ducali,  e a meraviglia si aggiunse meraviglia. 

Capisco tanto Stendhal…

I committenti di oggi faranno rinascere a nuova vita questi capolavori voluti da Cosimo I, potentissimo committente di ieri, a memento della sua gloria.  

L’intero complesso compreso il mappamondo, un’opera straordinaria  che supera i due metri di diametro, saranno oggetto di restauro. Un restauro scientifico e di altissimo livello nello stile di Friends of Florence.

È la presidente Simonetta Brandolini d’Adda a guidare con grande passione e amore per Firenze e non solo, un deciso manipolo di amici e conoscenti, i suoi entusiasti e generosi associati, statunitensi perlopiù, motivati come lei al recupero di questi capolavori patrimonio di tutta l’umanità.

Vediamo in cosa consiste il poderoso intervento.

Con somma perizia tutte le carte verranno staccate e restaurate nella stessa sala dove fu restaurato il putto che decora il Terrazzo di Giunone al terzo piano del museo, in precedenza restaurato sempre grazie a FoF come ormai siamo abituati a conoscere Friends of Florence. Il mappamondo invece sarà opportunamente restaurato in loco. I lavori dureranno mesi ma è previsto che i visitatori possano accedere al cantiere e sbirciare tra i ponteggi come già avvenuto qualche volta in passato.

Il complesso nacque per volere di Cosimo I, come abbiamo visto, che nel 1561 diede incarico del progetto al fedelissimo Giorgio Vasari. 

L’autore de Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori sapeva che avrebbe dovuto assolvere alla duplice funzione di stanza principale dei beni ducali ma  al tempo stesso avrebbe dovuto prevedere una  visione competa del mondo allora conosciuto, per permettere al Duca di essere all’avanguardia nelle scienze naturali e nei commerci.  

Fu chiamato dapprima il massimo esperto cosmografo, Fra’ Miniato Pitti,  poi il perugino il domenicano Egnazio Danti e infine l’olivetano Stefano Bonsignori. 

Il grandioso progetto prevedeva a soffitto pitture raffiguranti le costellazioni, lungo le pareti, grandi armadi lignei, con tavole di geografia sulle ante e immagini della fauna e flora dei rispettivi territori alla base, al di sopra di questi, busti di principi e imperatori e trecento ritratti di uomini illustri.

La scenografia doveva destare meraviglia e dai riquadri al centro era prevista la discesa di due globi, quello celeste che sarebbe rimasto sospeso, quello terrestre  invece calato fino a terra.  Dionigi di Matteo Nigetti realizzò gli armadi in noce (1564-1571) che avrebbero ospitato, prima arazzi e altri paramenti, poi oggetti in argento e oro e infine armi antiche. Egnazio Danti (1564-1575) portò a compimento 30 delle tavole e 23 furono opera del monaco olivetano Stefano Bonsignori (1575-1586). Ventisette furono ricavate dalla Geographia di Tolomeo (II sec. d.C.), aggiornata secondo gli autori moderni, e le altre, tra cui quelle dell’America, da varie fonti più recenti. 

Egnazio Danti oltre a un considerevole numero di dipinti, fu anche l’autore del grande globo terrestre (1564-1571) che però fu collocato nella sua destinazione originaria solo nel secolo scorso. Al centro della parete di fronte all’ingresso fu posto l’Orologio dei Pianeti di Lorenzo della Volpaia purtroppo distrutto nel XVII secolo, di cui esiste fortunatamente una moderna ricostruzione nel Museo Galileo di Firenze. Cristofano dell’Altissimo poi iniziò a dipingere i ritratti di uomini illustri da sistemare sugli armadi, copiandoli dalla famosa collezione di Paolo Giovio a Como. Nel 1570 i ritratti erano già più di duecento, disposti su tre file, ma nel decennio seguente furono trasferiti nel corridoio della Galleria degli Uffizi, dove si vedono ancora oggi.

Si sa dal carteggio risalente al 1564 che “l’appamondo” termine in uso per dire mappamondo secondo gli accademici della Crusca, venne spedito da Giovanni Caccini da Pisa per via fluviale. Giorgio Vasari così lo descriveva nelle Vite : [in una delle “due gran palle, alte ciascuna braccia tre e mezzo”] anderà tutta la terra distintamente, e questa si calerà con un arganetto, che non si vedrà, fino a basso, e poserà in un piede bilicato, che ferma si vedrà ribattere tutte le tavole che sono a torno ne’ quadri degli armari et aranno un contrasegno nella palla da poterle ritrovar facilmente”.

Il progetto primigenio fu realizzato solo in parte ma il risultato fu ed è comunque spettacolare e il pensiero corre a Cosimo che il nome stesso richiama al kosmos, quale dominatore dell’Universo. 

Il nuovo straordinario atto di generosità e cultura è la dimostrazione che Friends of Florence ha fatto tesoro di quanto scrive Jean Clair ne L’hiver de la culture: i musei, come tutte le istituzioni culturali, sono soggetti all’usura del tempo e potrebbero quindi ben avere, in un prossimo futuro, la loro data di scadenza. Per non morire, il museo deve dialogare con la città e diventare un nodo urbano che si fonde al tessuto patrimoniale, civile e sociale della città e farsi concentrato e vetrina della sedimentazione storica e della memoria. Non mi resta quindi che ringraziare a nome di tutti gli amanti dell’arte Friends of Florence per questo dono che si aggiunge alla collana delle tante perle che hanno riconsegnato agli onori del mondo; in particolare la Presidente Simonetta Brandolini d’Adda le cui parole trasmettono pienamente la passione celata dietro a questi progetti: “Non è solo un’occasione per salvaguardare il patrimonio culturale fiorentino e toscano, ma è anche un momento di grande crescita per noi, per tutti coloro che prendono parte al progetto e per il grande pubblico di fruitori, studiosi, studenti e visitatori, perché immancabilmente il lavoro ci restituisce parti della storia che non si conoscevano. Per noi dunque donare per conservare e contribuire a conoscere è un’esperienza bellissima […]”
(dal Catalogo di ARTOUR-O il MUST – Firenze 2019 XV anno, XXIX edizione – pag. 5)

Tiziana Leopizzi

Architetto, giornalista iscritta all’albo da circa 25 anni, è stata nominata accademico ad honorem per la sua scelta di diffondere i valori dell’arte e della cultura in modo semplice e trasversale. È membro quindi dell’AADFI l’Accademia delle Arti del Disegno, la più antica d’Europa, voluta da Cosimo I e Giorgio Vasari nel 1563, che vanta come primo Accademico Michelangelo. Recentemente nel 2018 è stata nominata Ambasciatore della Città di Genova nel Mondo. Il suo mentore è Leonardo da Vinci il cui CV che non manca occasione di pubblicare, è fonte di saperi inestimabili per tutti noi. Usa l’arte come strumento di comunicazione realizzando progetti in Italia e all'estero.

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