Ghëddo

TO.BE, un bando per riportare l’arte agli albori

TO.BE è un bando di Associazione Ghëddo per i giovani artisti dell’Accademia Albertina volto a introdurli nel mondo reale.

Quante volte capita di domandarsi: ma come ha fatto ad arrivare fino a là?
In tutti gli ambiti lavorativi, anche le persone che ci sembrano “arrivate” hanno dovuto iniziare da qualche parte, ma è sempre difficile capire secondo quale criterio o logica siano riuscite a sbocciare.
Talvolta è fortuna, talvolta è bravura, talvolta è trovare gli agganci giusti e talvolta è l’avercela messa tutta. In ogni caso, non esiste una regola predefinita.

Nel mondo dell’arte, queste dinamiche sembrano ancora più incomprensibili e spesse volte mi è capitato di sentire discorsi e riflessioni che sminuiscono i desideri personali e le ambizioni per paura di non farcela. Sicuramente, nell’ambito scolastico (liceo, università, accademia) una cosa che manca c’è: il ponte per essere introdotti nel mondo del lavoro. Senza fare generalizzazioni – perché le eccezioni esistono ovunque – penso di poter affermare che la maggior parte dei giovani adulti che si affacciano al “dopo” non sappiano da dove partire e si sentano ricolmi di nozioni che nella pratica arrivano fino a un certo punto.

Per fortuna, esistono ancora alcuni che ci credono e che s’impegnano per cercare di cambiare le cose, di ricostruire quel legame tra l’elitarietà e i piccoli germogli, un legame che l’èra dei social e dell’individualità ha piano piano tagliato.
Nel mio percorso di studi, ho avuto modo di approfondire due realtà distanti ma vicine, accomunate da un sentimento di comunità e di forza collettiva in grado di abbattere le barriere tra critici, collezionisti, galleristi e artisti: l’Espressionismo Astratto newyorkese e l’Arte Povera torinese. Stiamo parlando di anni ’50 e ’60, dove internet non esisteva e per parlare lo si faceva faccia a faccia nei bar, ad esempio. Quello che mi ha sempre affascinata di entrambe è la sensazione di un mondo interattivo, che almeno ti offriva anche solo la possibilità di metterti in gioco; un mondo più concreto e meno virtuale.

Per questi motivi, il progetto dell’Associazione Ghëddo mi ha particolarmente colpito: un gruppo di giovani che con poco, ma tanta speranza, si è tirato su le maniche e ha deciso di costruirlo da sé quel ponte a partire da un bando. TO.BE, infatti, è una call rivolta agli studenti dell’Accademia Albertina di Torino che si pone “tra la formazione artistica e la professione, dando la possibilità a giovani artisti di fare esperienza sul campo e di conoscere il circuito dell’arte contemporanea di Torino”.

A settembre fu inaugurata la collettiva d’avvio del progetto con un evento di apertura intitolato Novissimi+, un’anteprima del ciclo di mostre da poco concluso.
Sei mostre, sei artisti, sei gallerie/spazi indipendenti.

  • Floràlia, Fortuna De Nardo e Lorenzo Peluffo da Recontemporary
  • Trappole. Pratiche simboliche, Claudia Vetrano a cura di Emanuela Romano da A Pick Gallery
  • Possibili gradazioni di profondità, Chen Mehieng e Chiara Milione da Riccardo Costantini Contemporary
  • Corrispondenze. Istruzioni per l’uso, Paola Boscaini e Cristina Materassi da Oggetti Specifici
  • Limbo, Marco Curiale, Francesca Fiordelmondo, Dalila Boualoua, Annamaria Nicolussi Principe a cura di Carina Leil da Febo e Dafne
  • Ascolta. Piove, Lorenzo Gnata da Crag Gallery.

Anche solo il fatto che il progetto sia riuscito e che ha visto la luce grazie a chi ha voluto crederci è un segnale importante, ovvero che c’è ancora chi è disposto ad aprire le proprie porte per fare delle scommesse. Che sembrano aver funzionato.
Per ora, è bello anche solo vedere la soddisfazione e l’emozione negli occhi di chi una mostra come queste forse la sognava e basta.
E sperare che Torino torni a risplendere non solo in occasione di Artissima.

Lorenzo Gnata, Installazione site-specific, 2023, filamento PLA, 600 x 200 cm

Ascolta. Piove da Crag Home Gallery è visitabile fino al 15 aprile 2023.
via Maria Vittoria, 45 – 10123 Torino